Informazioni personali

Sono nato e vivo in una città che odio e amo : Napoli

Benvenuto !

sabato 31 maggio 2008

Cowparade a Capri

 
Cowparade il momento dello sbarco con una panoramica di Capri: "Mucca fortunella" di Rosanna Battigaglia e Carlo Capezzuto, "Le vache qui rit" di Nicoletta Veronesi, "Original cow" di Francesco Giarrusso, "Holiday in Capri" di Sergio Fabio Rotella, "Mu' camomilla" di Carmine Pianelli.Sbarcano a Capri le mucche d'artista di CowParade. Sono arrivate in traghetto, scortate da due motovedette della Guardia di Finanza, le 31 sculture seriali sulle quali altrettanti artisti sono intervenuti "personalizzandole" con i colori. Oggi l'isola sarà "invasa" dalle opere che saranno collocate nei punti più frequentati e panoramici delle passeggiate capresi. Una delle mucche scalerà anche il Monte Solaro, "seduta" su uno dei sedili della funicolare. Dopo la mostra "open air", le opere degli artisti saranno battute all'asta da Sotheby's e il ricavato andrà alla Fondazione Cannavaro Ferrara per i minori a rischio. Leggi l'articolo

Campi rom bruciati, "Quanta solitudine dopo quei roghi"

 

Terra bruciata, al posto delle povere baracche rom. Cenere e carbone, dove fino a qualche giorno fa c´era vita e sofferenza. A Ponticelli non c´è più un nomade. Fuggiti tutti. Ma la furia della gente si accanisce ancora contro di loro. Contro quel che hanno lasciato scappando quindici giorni fa. Ieri mattina l´ennesimo incendio ha ridotto in polvere uno dei sette campi rom di Ponticelli. Stavolta è toccato all´accampamento di via Virginia Woolf. Divorato dalle fiamme per oltre quattro ore. Dalle 8 del mattino, quando i vandali - probabilmente in motorino - hanno appiccato il fuoco. Lanciando almeno una bottiglia molotov oltre le erbacce che delimitano il campo. Un altro incendio dopo i temi choc di alcuni ragazzi dell´istituto San Giovanni Bosco. Ora i bambini reagiscono agli scritti dei loro compagni: «Non siamo razzisti», dicono.

Qui, su via Virginia Woolf, di nomadi ce n´erano 70 fino a due settimane fa. Il campo era cresciuto negli ultimi mesi, e parallelamente erano cresciute le proteste degli abitanti della zona. In più di un condominio i residenti si erano consultati alla ricerca di un modo per mandarli via. Da questo clima sul quale ha soffiato la camorra, oltre che dagli interessi economici sulla zona, sono venute le rappresaglie prima, gli incendi dopo. Basta un fiammifero per dare alle fiamme le baracche abbandonate dai rom. Il che rende più difficile anche il compito degli agenti di polizia, a caccia di chi ancora ieri faceva terra bruciata per garantirsi il non ritorno dei nomadi. «E questo incendio non sarà l´ultimo, qui a Ponticelli». La furia di chi si accanisce contro i rom non viene tenuta a freno dal passaggio di qualche pattuglia della polizia. E neppure dalle indagini della Digos, che su Ponticelli è stata chiamata ancora a verificare l´accaduto e ad individuare i responsabili delle violenze. Che ora si accaniscono contro le cianfrusaglie abbandonate dalle famiglie in fuga, contro le baracche che potrebbero offrire rifugio a qualcun altro. Ma quello di ieri è rogo doloso, dicono gli inquirenti.



«Io sono rimasto a Napoli con la mia famiglia, ma ora ho paura per i miei figli» racconta Marion, uno dei rom fuggiti precipitosamente via da Ponticelli. «I miei amici sono stati picchiati, gli hanno incendiato tutto», racconta. «Quella ragazza che ha tentato di rapire il neonato - continua - ci ha rovinato. Ci ha messi tutti nei guai. Ma è sbagliato prendersela con tutti: deve pagare chi sbaglia. La polizia deve arrestare chi ruba i soldi, chi rapisce i bambini. Tutti gli altri non c´entrano. Ora invece la gente ci dice che siamo sporchi, che siamo cattivi, ma noi rom non siamo tutti uguali». «Io - continua - ho sempre lavorato come muratore o come bracciante nelle campagne. Ed anche se temo per i miei figli resto qui perché in Romania dove lo trovo un lavoro?»

Sepe condanna le violenze

Berlusconi, all'attacco "Chiaiano si farà"

 

di Roberto Fucillo

Berlusconi rialza il muro: niente veti all'azione dello Stato, il decreto non cambia, confermata la Superprocura, gli impianti di cdr passeranno presto sotto la diretta gestione delle forze armate e la discarica di Chiaiano si farà.

Sono i punti cardine del nuovo intervento del premier a Napoli dopo una riunione in prefettura di oltre tre ore. Nessun passo indietro, dunque non ci sono buone notizie per i rivoltosi di Chiaiano e per tutti gli altri abitanti dei luoghi interessati ad ospitare le discariche che restano siti di interesse nazionale, saranno sorvegliate dall'esercito anche di notte perchè non vengano danneggiate e chi dovesse provarci rischia serie conseguenze penali. Tutto questo per riaffermare la forza dello Stato: "In Campania quello che è successo è dipeso da una destrutturazione dello Stato - sono i concetti espressi dal premier- troppe volte in passato si è fatto indietro rispetto alle sue decisioni; le opere pubbliche sono state fermate da minoranze organizzate, ma se una minoranza occupa una autostrada questa è una violenza verso i cittadini e lo Stato; troppe volte in passato le istituzioni hanno preso decisioni su aree e impianti e troppe volte queste decisioni non si sono tradotte in realtà, tutto questo non deve accadere più".

Berlusconi non le ha mandate a dire ai magistrati in rivolta per il suo decreto e ha fatto chiari riferimenti alla recente inchiesta che ha portato a 25 arresti. "Proprio per evitare che singoli magistrati locali rompano anche un anello del delicato circuito" il governo conferma la Superprocura e l'unica responsabilità per tutta la regione riguardo alle indagini al procuratore che non a caso in un inciso Berlusconi ha definito già "procuratore regionale". E ha aggiunto: "Spero che di questo si renda conto anche chi ha prodotto provvedimenti sul personale alla protezione civile che in emergenzialità non ha eseguito dettami di legge validi per la normalità ma non per l'eccezionalità".

Le norme dunque vanno lette, sottolinea il premier che ha specificato anche che : "Non si può pensare che le leggi siano dei moloch da applicare in ogni situazione: le leggi devono essere invece adattate a migliorare le condizioni di vivibilità dei cittadini, sono strumenti". Per il premier "non esiste nessun profilo di incostituzionalità per il decreto, ce lo dicono autorevoli giudici costituzionalisti".

Bertolaso ha quindi confermato che gli impianti di cdr saranno chiusi e trasformati in impianti di per la produzione di compost a uso agricolo e ha chiarito che "oggi i cdr hanno lavorato a pieno regime e comunque abbiamo chiesto alle forze armate di assumerne la gestione: è già a Napoli un team del genio militare al lavoro per un addestramento e per rilevare da qui a qualche giorno l'attività degli impianti".

Su Chiaiano, mentre Bertolaso è apparso attendista - "vediamo prima le analisi", Berulsconi non ha avuto esitazioni: "le relazioni tecniche a nostra disposizione ci rendono sicuri della idoneità della cava".

Il nuovo giro di vite di Berlusconi trova peraltro il consenso delle istituzioni locali, è stato lo stesso premier in chiusura a chiarire che "ho lavorato per tre ore con le autorità locali, tutti esponenti dell'opposiozione e abbiamo lavorato molto bene, loro ci hanno confortato nelle nostre decisioni, anzi è venuto proprio da loro il suggerimento esplicito perché si faccia in modo che il decreto legge abbia un iter veloce in Parlamento e non venga cambiato".
(30 maggio 2008)

Strisce d'autore made in Naples

 

Altri contenuti che parlano di fumetti
Sessant'anni di Tex i tanti volti del ranger Tutti i contenuti
di Alessandro Di Nocera
Un manifesto del film The Dark Knight realizzato da Lorenzo
Un manifesto del film The Dark Knight
realizzato da Lorenzo
Disegnare Spider Man, illustrare le storie di Batman, accedere negli uffici editoriali della Marvel e della Dc Comics - majors incontrastate del fumetto statunitense e internazionale - dalla porta principale venendo accolti come autori di talento. È accaduto a tre ragazzi campani - Vincenzo Cucca, Marco Castiello e Barbara Ciardo, che fanno capo al GG Studio di Giuliano Monni - che subito dopo l´incontro con C. B. Cebulski, "cacciatore di teste" della Marvel Comics, sono riusciti a ottenere in tempo reale un contratto in esclusiva.

Cucca, a dispetto della sua giovane età, può già vantare esperienze con la Disney - suo l´adattamento a fumetti di "High School Musical" - e con grossi editori sulle due sponde dell´Atlantico. A lui sono stati affidati sei numeri di "She Hulk", collana dedicata alle divertenti imprese della cugina dell´incredibile Hulk, scritti per l´occasione da Peter David, uno degli sceneggiatori di comics più celebri negli Stati Uniti.
Castiello è invece autore - su testi di Brian Reed - di "Secret invasion frontline", titolo che fa capo a una saga in cui gli eroi della Marvel devono fronteggiare un´invasione degli Skrull, pericolosi alieni in grado di sostituirsi agli esseri umani.

Su entrambe le testate, in uscita tra giugno e luglio, i cromatismi delle tavole disegnate sono curati da Barbara Ciardo, valente colorista che attraverso la sicurezza tecnica riesce a far trasparire una profonda sensibilità artistica.
Altro testimone del momento magico che stanno attraversando gli artisti partenopei del fumetto è Lorenzo Ruggiero. Trentaquattrenne, diplomato alla Scuola Italiana di Comix - di cui ora è anche docente - Ruggiero sta seguendo un percorso professionale e artistico che lo ha portato a lavorare per alcune delle più importanti case editrici del fumetto internazionale, con importanti diramazioni verso i videogames e il cinema. Il suo ultimo lavoro, realizzato in stretta collaborazione con l´illustratore Giuseppe Camuncoli e lo sceneggiatore Matteo Casali, è l´adattamento a fumetti de "La neve se ne frega", una fiaba futuristica dalle atmosfere toccanti ed elegiache, già esordio letterario di Luciano Ligabue.

Nata col beneplacito e la supervisione del rocker emiliano, "La neve se ne frega", edita dall´emiliana Panini Comics, rappresenta l´ultima tappa di un cammino costellato di successi. Disegnatore, inchiostratore e colorista, Ruggiero inizia la sua carriera nel 2002 entrando a far parte della Innocent Victim, laboratorio del fumetto che produce lavori pubblicati anche in Francia, Germania e Usa. Notato dalle majors americane, viene reclutato dalla Dc Comics che gli affida incarichi per gli albi dedicati a Robin, il variopinto partner di Batman, e ad altri personaggi come l´occultista John Constantine (interpretato al cinema da Keanu Reeves); l´antieroe western Jonah Hex e Red Son, un´alternativa versione sovietica di Superman. Per la Marvel Comics, invece, Ruggiero, assieme a Camuncoli, realizza una storia della supereroina Miss Marvel e - in occasione dell´uscita in dvd del film "Spider-Man 2" - un´illustrazione dell´Uomo Ragno minacciato dai tentacoli del Dr Octopus.

Ma l´artista il grande colpo l´ha messo a segno da poco, quando la Warner, multinazionale dell´intrattenimento, nonché proprietaria del marchio Dc Comics, gli ha commissionato i disegni per due manifesti promozionali legati al lancio estivo del film "The Dark Knight", atteso sequel di "Batman Begins" ancora con Christian Bale sotto il mantello dell´Uomo Pipistrello e con Heath Ledger nella parte del Joker. Non solo: Ruggiero sta ancora collaborando col creative service della Dc Comics per contribuire, con le sue idee grafiche, all´ottimizzazione commerciale della pellicola diretta da Christopher Nolan.
(28 maggio 2008)

CONFERMATO PER L’8 LUGLIO IL CONCERTO – EVENTO “VAIMO’ 2008 LIVE” A NAPOLI GLI ORGANIZZATORI NON ATTENDONO LE AUTORIZZAZIONI DEGLI ORGANI COMPETENTI: “VAIMO’ 2008 LIVE” SI FARA’ ALL’IPPODROMO DI AGNANO!

image

Vista la grande e incessante risposta da parte del pubblico (oltre 20.000 biglietti venduti ad oggi in prevendita, pur avendo fermato le vendite da diversi giorni) e non potendo aspettare ancora dagli Organi competenti le varie autorizzazioni per lo svolgimento dell’evento, a soli 40 giorni dallo stesso, gli organizzatori dell’atteso ritorno live a Napoli di Pino Daniele, previsto per l’8 luglio, sono arrivati alla conclusione che non è più possibile attendere altro tempo! Friends & Partners, MT Opera & Blue’s e Blue Drag hanno quindi deciso di trasferire il concerto-evento di Pino Daniele a Napoli (VAIMO’ 2008 LIVE) dalla Curva Sud dello Stadio San Paolo al più capiente Ippodromo di Agnano, non comprendendo perché da una parte vengano fatte disputare partite di calcio (più volte al mese) riempiendo l’intero stadio e dall’altra, invece, venga negata l’autorizzazione per un semplice concerto in curva sud... Grazie a questa soluzione, che permetterà un’affluenza di 50.000 persone, i fans di Pino Daniele potranno godersi quella che si preannuncia una grande serata di musica (finora messa in dubbio da una macchina burocratica che non tiene conto delle emozioni che suscita la musica del “mascalzone latino” in quel di Napoli). I biglietti acquistati rimangono validi e le posizioni rispettano il seguente ordine: parterre numerato (sarà esattamente identico al parterre dello Stadio San Paolo), anello inferiore (corrisponderà al 2° ordine di posto) e anello superiore (corrisponderà al prato posto unico). I biglietti sono esauriti per il parterre numerato e il 2° ordine di posto (anello inferiore) e sono disponibili per il prato posto unico. L’8 luglio PINO DANIELE riunirà le sue storiche band: la band di VAI MO’ (Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni, James Senese al sax, Rino Zurzolo al basso e Joe Amoruso alle tastiere) e la band di NERO A META’ (Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo alle tastiere e Gigi De Rienzo al basso),oltre a Alfredo Golino (batteria), Gianluca Podio (piano), Juan Carlos Albelo (violino e armonica), Fabio Massimo Colasanti (ztar). La “reunion” di Pino con le storiche band sarà arricchita da ospiti italiani e internazionali. La prevendita per “VAIMO’ 2008 LIVE” è aperta. Per la vendita on-line il sito è www.ticketone.it (892.101 per gli acquisti call center), per l’acquisto nei punti vendita il sito è www.etes.it (199.401.004 per gli acquisti call center). Per informazioni al pubblico: Tel. 024805731, 0817284523, www.friendsandpartners.it. L’Ippodromo di Agnano si trova in via Raffaele Ruggiero, a Napoli. E’ raggiungibile con i mezzi pubblici (Metropolitana –linea 2– fino a Campi Flegrei, allo stazionamento prendere BUS C6 oppure C2; Ferrovia Cumana fino a Mostra, allo stazionamento prendere BUS C6 oppure C2) o in auto (Tangenziale Ovest di Napoli, uscita Agnano, allo stop a sinistra svoltare la prima a sinistra). “RICOMINCIO DA 30” il nuovo album di PINO DANIELE, nei negozi dal 16 maggio (pubblicato e distribuito da Sony Bmg Music), è entrato al secondo posto della classifica Fimi/Nielsen. Un cofanetto di tre cd (dedicato alla memoria dell’amico MASSIMO TROISI) con cui festeggia i suoi trenta anni di carriera artistica (iniziati con l’album cult “Terra mia”). L’album ha già superato le 70.000 copie vendute, ottenendo così lo status di ‘Disco di Platino’ ad una sola settimana dalla sua pubblicazione. “RICOMINCIO DA 30” è stato anticipato dalla programmazione radiofonica del singolo “ANÉMA E CÒRE”, al quale hanno partecipato James Senese, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo e Joe Amoruso. “RICOMINCIO DA 30” è un triplo album in cui sono racchiusi i momenti più belli della storia musicale di Pino Daniele, come cantante, autore e musicista. In scaletta 45 canzoni, di cui 41 scelte tra brani storici e di successo (la metà riarrangiate e le altre in versione originale) e 4 canzoni inedite: il primo singolo “ANÉMA E CÒRE”, “L’IRONIA DI SEMPRE”, “ACQUA ‘E ROSE” e “‘O MUNN VA”. “RICOMINCIO DA 30” nasce da un’idea di Pino Daniele e del suo manager, Michele Torpedine, ed è stato prodotto dallo stesso Pino con Humberto Gatica (produttore di fama mondiale, tra gli altri di Celine Dion e di Michael Bublè), con special guests Al Di Meola, Chick Corea, Wayne Shorter, Chiara Civello, Noa, Giorgia, Irene Grandi; Mick Goodrick, Peter Erskine Trio, Mike Mainieri, Alphonso Johnson, Rita Marcotulli, Alfredo Paixao; Alfredo Golino e molti altri. Il cd e i biglietti per l’evento di Napoli saranno disponibili anche presso i 14 mila uffici postali presenti in Italia. La SonyBmg e gli organizzatori di “VAIMO’ 2008 LIVE” hanno siglato un accordo con PosteShop (Gruppo Poste Italiane) che prevede l’utilizzo della rete dei 14mila uffici postali per la promozione del disco e dell’evento. Nei negozi PosteShop presenti nei 300 uffici postali più grandi e in altri 2.800 uffici il cd sarà direttamente disponibile a prezzo speciale; negli altri uffici si potrà ordinare allo stesso prezzo. In tutti gli uffici postali italiani, inoltre, sarà possibile acquistare il cd assieme al biglietto o solamente il biglietto per l’evento. Poste Italiane rilascerà ai clienti una ricevuta d’acquisto da utilizzare per il ritiro del biglietto al botteghino del’ Ippodromo di Agnano. Al concerto dell’8 luglio seguirà la tournèe estiva, queste le prime date in programma (infoline: 024805731-www.friendsandpartners.it): 11 luglio Roma (Ippodromo Le Capannelle), 13 luglio Campione d’Italia (Piazza Maestri Campionesi), 17 luglio Mantova (Palazzo Te), 20 luglio Venaria –To (Reggia), 24 luglio Bari (Arena delle Vittorie), 26 luglio Potenza (Campo sportivo), 12 agosto Catanzaro (Area Magna Grecia), 26 agosto Taormina (Teatro Antico), 21 settembre Milano (Palasharp). www.pinodaniele.com - www.vaimo2008.it – www.myspace.com/pinodanieleback - www.youtube.com/pinodanieleofficial Milano, 28 maggio 2008 Ufficio Stampa Pino Daniele :Parole & Dintorni (Riccardo Vitanza – Lara Cecere)/Friends& Partners :(Paola Corradini - Vanna Sedda) Sony BMG Music: (Arianna d’Aloja - Paolo Maiorino )/MT Opera & Blue’s: (Cristina Gelsi - Barbara Vitali) www.mt-operaandblues.com

venerdì 30 maggio 2008

Mario Schifano

schifano

Mario Schifano, Incidente D662

PHOTO E VIDEO

Mario Schifano

Mario Schifano

 

La straordinaria figura di Mario Schifano (1934 - 1998) ha improntato di sé la pittura italiana per quasi un quarantennio. I monocromi dei primi anni Sessanta, la scelta di soggetti, temi e icone che lo hanno accomunato alla Pop art nei secondi anni sessanta, la sperimentazione tra pittura e fotografia degli anni settanta, il felice ritorno alla pittura nei cicli degli anni ottanta e novanta, hanno fatto di Schifano un artista di riferimento nel panorama italiano sia per gli altri artisti che per un pubblico larghissimo e ben più vasto di quello solitamente composto da critici, storici, collezionisti e appassionati. Il precoce successo di Schifano negli Usa negli anni sessanta è infatti continuato in Italia, dove l'interesse per l'artista si è mescolato con quello per l'uomo e le sue vicende personali legate al clima del momento, al jet set, allo scandalo e al suo furore creativo.

La Galleria nazionale d'arte moderna, a dieci anni dalla scomparsa, ritiene di dover rendere omaggio a uno degli artisti più complessi e importanti del secondo dopoguerra italiano, attraverso una mostra che privilegi una visione d'insieme della sua opera.
La rassegna comprenderà circa settanta dipinti, cronologicamente distribuiti attraverso i quattro decenni di attività di Mario Schifano. La scelta ha voluto indicare i lavori germinali e rappresentativi di ogni ciclo, una sorta di esempio poi ripetuto in infinite varianti nel corso del tempo. Ne emerge una straordinaria varietà di temi, spesso legati alla storia e all'attualità che si traduce per il pubblico in una spettacolarità continuamente rinnovata.

Si prevedono inoltre: una sezione di circa 50 disegni, selezionati tra i moltissimi fatti da Schifano, che consentirà di riflettere sui modi più "intimi" di costruzione e di progetto del lavoro e una sezione dedicata alle fotografie e ai film che nell'ambito del difficile rapporto tra pittura e altri media nei primi anni settanta, presenterà la soluzione convincente e originale fornita dall'artista.

La mostra, promossa dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d'arte moderna in collaborazione con l'Archivio Schifano è curata da Achille Bonito Oliva.

giovedì 29 maggio 2008

Bombe carta e molotov, la rivolta di Chiaiano

Questo video è una vera manipolazione mediatica a favore dei potentati che hanno ineressi sul business dei rifiuti.
guardate anche quello di sotto e giudicate.
Nick

Nessun attacco al presidio - notizia falsa ai TG!

Vedere questo video rende molto bene l'idea di che razza d'informazione abbiamo in Italia. Specie nelle mani di chi di televisioni "se ne intende". Nick

mercoledì 28 maggio 2008

Torino Comics 14 - dal 6 all'8 giugno

ManifTC08giugno A4.jpgComunicato stampa: Torino Comics: anno quattordici! Il 2008 è l'anno in cui Torino Comics ha rilanciato e raddoppiato. Recentissima infatti la sua partecipazione alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, con l'area dedicata agli editori di fumetti. La kermesse subalpina dei Manifesto TC08.jpgcomics ritorna ora dal 6 all'8 giugno nella sua forma tradizionale, negli spazi torinesi del Lingotto Fiere. Ci saranno bancarelle di usato, mostre, incontri e sessioni di dediche con gli autori, spazi dedicati al cosplay e un'area tutta dedicata ai games, con dimostrazioni e tornei. Torino Comics nasce quattordici anni fa, commissionata a Vittorio Pavesio, da sempre principale promotore Immagine Pavesio.jpgdell'evento, da parte dell'Associazione Radar. Da piccola mostra mercato del fumetto è cresciuta via via degli anni, ospitando artisti di livello internazionale come Will Eisner, Hermann, Vittorio Giardino, Tanino Liberatore, nonché nomi piccoli e grandi dei comics tricolori, con un occhio di riguardo per le novità editoriali e le riscoperte di classici. Il numero di espositori partecipanti alla fiera è andato aumentando di anno in supergulp_presenta.jpganno, formando un gruppo parecchio nutrito, in cui anche quest'anno si potranno trovare editori del calibro di Bonelli, Pavesio, Edizioni BD, Coniglio Editore e molti altri. Dopo la Fiera Internazionale del Libro, in collaborazione con la quale sono stati a Torino Milo Manara e gli autori della mitica trasmissione Supergulp Guido Judit Park.jpgDe Maria e Giancarlo Governi, il programma di iniziative legate alla quattordicesima edizione di Torino Comics sarà ancora degno di interesse. Judith Park, artista del manga. Ospite della fiera del fumetto anche la ventitreenne autrice coreana Judith Park, che con soli quattro volumi all'attivo, editi in Germania e tradotti in tutto il mondo, è già una piccola celebrità del manga non proveniente dal Giappone. Marco Rota e zio Rota.jpgPaperone. Tra i talenti del fumetto italiano legati all'universo Disney c'è senz'altro Marco Rota, autore e disegnatore di molte memorabili storie dei paperi, con un occhio di riguardo per zio Paperone. Rota sarà gradito ospite di Torino Comics e realizzerà dediche e autografi per tutti gli appassionati. Andrea Pazienza: la vita e le opere. Sarà a Torino Comics la mostra su Andrea Pazienza a vent'anni dalla Andrea Pazienza.jpgscomparsa. Una selezione di lavori curata dal Centro Fumetto Andrea Pazienza in collaborazione con Romics, per scoprire e riscoprire la vita e le opere della graffiante matita tricolore. Carlo Ambrosini presenta Jan Dix. Esordisce a maggio per Bonelli la dix in piedi-1.jpgnuova serie bimestrale Jan Dix, incentrata su un critico d'arte olandese alle prese con misteri da risolvere. Ne è creatore Carlo Ambrosini, papà di Napoleone, anche disegnatore del primo numero. Il progetto sarà presentato in fiera. Novecento, le tavole originali. Un romanzo moderno già classico ottiene la sua parodia disneyana: ecco la storia Novecento, Miccia con FF.jpgsceneggiata da Tito Faraci a partire dal romanzo di Alessandro Baricco e disegnata da Giorgio Cavazzano. La fiera ospiterà una mostra di tavole originali e bozzetti. Fantasy Factory. Vittorio Pavesio e la redazione presentano la nuova iniziativa editoriale: una rivista di fumetti e sui fumetti che è già comparsa con il numero zero alla Fiera del Libro, e che a Torino Comics farà il suo esordio con il numero 1. [Come sempre, click le immagini per gli ingrandimenti]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Martedì, 27/5/2008
© copyright afNews/Goria/Autore - http://www.afnews.info ISSN 1971-1824 - cod-Festival

CINEMA/ Il ricordo di Pollack, regista e attore, premio Oscar per La mia Africa

 

Redazione28/05/2008
Autore(i): Redazione. Pubblicato il 28/05/2008 - Letto 40

Sydney Pollack, il regista, attore e produttore statunitense spentosi lunedì all’età di 73 anni nella sua casa di Pacific Palisades a Los Angeles, nasce a Lafayette, nello stato dell’Indiana, il 1° luglio 1934 da genitori immigrati russi di origine ebrea, cresce a South Bend per poi trasferirsi nel 1952 a New York dove, terminati gli studi universitari, diventa attore e assistente regista teatrale. Chiamato nel 1960 a Los Angeles per affiancare il regista John Frankenheimer, le sue prime regie sono tutte televisive: «Non mi interessava fare il regista, mi è capitato per caso: non sapevo che fare, osservavo gli altri, ma per imparare ho dovuto prima compiere colossali errori».
 

Tra queste vale forse la pena ricordare la serie di maggiore successo che prende il nome dal suo protagonista: Dr. Kildare. Se il suo esordio come attore avviene con Robert Redford (Caccia di guerra, 1962, di Denis Sanders, film indipendente a basso costo di argomento bellico), il suo debutto dietro la macchina da presa per il grande schermo, prodotto dalla Paramount Pictures, è datato 1965 con La vita corre sul filo, melodramma psicologico con Anne Bancroft e Sydney Poitier, seguito l’anno successivo dall’affresco sociale Questa ragazza è di tutti, tratto da Tennessee Williams, sceneggiato da Francis Ford Coppola ed interpretato da Natalie Wood e Robert Redford, che finirà per dirigere in altri sette film. Del 1968 è il western picaresco Joe Bass l’implacabile mentre l’anno dopo è la volta del film bellico Ardenne ’44, un inferno, entrambi con Burt Lancaster, suo mentore fin dagli esordi a Hollywood e che gli chiese di curare il doppiaggio USA de Il Gattopardo. Sempre del 1969 è Non si uccidono così anche i cavalli?, con Jane Fonda, per la regia del quale arriva la sua prima nomination all’Oscar.

Gli anni Settanta vedono la sua esplosione: il western filoindiano per eccellenza Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972), la commedia romantica Come eravamo (1973), il celebre spionistico I tre giorni del condor e Yakuza (1975), Un attimo, una vita (1977), Il cavaliere elettrico (1979).

Gli anni Ottanta sono quelli della consacrazione da parte dell’industria del cinema: al Festival di Berlino del 1982 il film di denuncia Diritto di cronaca (1981) riceve una menzione e il premio della giuria dei lettori del “Berliner Morgenpost”, la commedia Tootsie (1982) vince il premio della critica cinematografica di New York mentre il kolossal (per certi versi accademico) La mia Africa (1985), trasposizione dell’autobiografia della scrittrice Karen Blixen, porta a casa, su 11 candidature, 7 premi Oscar (film, regia, sceneggiatura, fotografia, scenografia, musica e suono).

Il resto è storia recente: Havana (1990, con Robert Redford, stanca riproposizione di un intreccio “alla Casablanca”), Il socio (1993, con Tom Cruise e Gene Hackman), Sabrina (1995, con Harrison Ford e Julia Ormond, remake del classico del 1954 firmato da Billy Wilder con Humphrey Bogart, Audrey Hepburn e William Holden), Destini incrociati (1999, sempre con Ford) per chiudere con The interpreter (2005, girato dentro il Palazzo di Vetro dell’ONU con Nicole Kidman e Sean Penn) e Frank Gehry, creatore di sogni (2005, documentario sul celebre architetto).

Se, non dimentico delle origini, Sydney Pollack si presta anche come buon attore caratterista, recitando nel suo Tootsie («Per accettare il ruolo en travesti, Dustin Hoffman pretese che nella finzione fossi io a interpretare il ruolo del suo agente»), in Mariti e mogli (1992) di Woody Allen, I protagonisti (1992) dell’ugualmente compianto Robert Altman, La morte ti fa bella (1992) di Robert Zemeckis e Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick (1999), egli intraprende anche il ruolo di produttore dei suoi film già nel 1975, dimostrando però anche in tempi recenti ottimo fiuto per pellicole altrui (Sliding Doors, 1998; Un americano tranquillo, 2002; Michael Clayton, 2007, dove è anche attore) e fondando con Anthony Minghella (anche lui recentemente scomparso) la Mirage Enterprises, che ha prodotto, tra gli altri, Ragione e sentimento (1995) di Ang Lee, Il talento di Mr. Ripley (1999) e Ritorno a Cold Mountain (2003) dello stesso Minghella.

In conclusione, speriamo non ce ne vorranno i suoi estimatori se scriviamo che il maggior merito per il quale, alla lunga, in sede di sintesi storiografica, Sydney Pollack rischia di venire ricordato negli annali del cinema potrebbe essere quello di avere traghettato nell’empireo delle star il suo grande amico Robert Redford – al cui nome è inscindibilmente legato a doppio filo – in compagnia del quale, entrambi liberal di ferro, fece il suo esordio nel mondo del cinema, si guadagnò la ribalta negli anni Settanta direttamente dal di dentro della grande industria hollywoodiana e creò il Sundance Institute, alla base del più prestigioso festival del cinema indipendente e terzomondista.

Napoli, card. sepe: "Contro rom la camorra e ideologia estremista"

"Ci sono state strumentalizzazioni ideologiche"

 


"Anche quando è scoppiata la rivolta nessuno ha portato un pò di latte e di cibo a questi bambini, la violenza e' stata aizzata in modo strumentale''

ascolta la notiziaascolta la notizia
Citta' del Vaticano, 28 mag. - (Adnkronos) - Nelle violenze contro i campi rom verificatisi a Napoli c'e' la mano della camorra e di un'ideologia estremista. E' quanto ha affermato questa mattina il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nel corso della presentazione del volume 'Il caso zingari' curato dalla comunita' di Sant'Egidio. ''A Ponticelli -ha detto il porporato- ci sono state strumentalizzazioni ideologiche, c'e' anche chi ha pescato nel torbido al di la' dei rom sfruttando il disagio sociale; poi c'e' la coincidenza con l'azione camorristica nella zona''.

Dal punto di vista dell'estremismo ideologico, ha sottolineato il cardinale, ha influenzato negativamente la popolazione ''un forte richiamo al nazionalismo, al provincialismo, al campanilismo. Si e' voluto in questo modo dar sfogo alla preoccupazione della gente''.

Quindi il cardinale ha spiegato: ''In questi campi rom l'unica presenza da molti anni e' quella della Chiesa e nonostante i solleciti fatti perche' si prendesse coscienza di una realta' non e' arrivata nessuna risposta. L'unica istituzione che si e' impegnata per dare istruzione ai bambini rom e' stata la comunita' di Sant'Egidio. Anche quando e' scoppiata la rivolta nessuno ha portato un po' di latte e di cibo a questi bambini, la violenza e' stata aizzata in modo strumentale''.

Se l'inferno è un'abitudine

 

di ALDO SCHIAVONE

La cosa più straordinaria che sta accadendo a Napoli in questi mesi ancora non l'ha raccontata nessuno. Eppure è sotto gli occhi di tutti, nuda, visibilissima, incomprensibile. Ed è semplicemente che mentre da ogni parte ci si affanna a descrivere un popolo in ginocchio e prostrato dal disastro, loro, invece, i napoletani, stanno rimanendo in piedi, "a farsi i fatti propri", come qui si impara prestissimo a dire.
E tutto, nell'immenso e sformato corpo urbano, continua a scorrere e ad andare in qualche modo avanti, in quella "quasi normalità" insieme parossistica e quieta che sembra sempre sull'orlo del precipizio, ma che poi non collassa mai davvero, e che è diventata, non saprei più dire da quando, l'autentico tempo storico della città.
L'altro giorno D'Avanzo su "Repubblica" citava Calvino, le battute finali di "Le città invisibili". Aveva ragione, è quello che viene in mente pensando a Napoli. "Accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più". E proprio questo è accaduto: i napoletani? pezzi cospicui delle vecchie borghesie, ma anche ampi strati popolari fino a qualche tempo fa orientati dalla classe operaia e ora senza più guide e riferimenti? hanno accettato l'inferno che gli cresceva intorno; vi si sono adattati, e ormai fanno persino fatica a riconoscerlo, tanto per loro è consueto. Hanno imparato ad avere accanto la camorra? una presenza capillare, quotidiana, che può togliere il respiro. Hanno assimilato il degrado urbano come sfondo "naturale" della loro esistenza. In cambio, hanno potuto coltivare, spesso anche con grande successo e qualche nobiltà, il proprio particolare? "i fatti propri"? si sono conquistati la possibilità di continuare a mantenere un profilo sociale definito, un livello di consumi mediamente alto per quanto, in alcune fasce sociali più esposte, spesso distorto da bisogni indotti e fittizi; sono riusciti a non perdere i contatti con la modernità economica globale e le sue occasioni, ad allargare uno spazio di crescita individuale e familiare in molti casi tutt'altro che secondario.

E in effetti, mai come oggi Napoli è stata piena di vita. Ha riserve di energia enormi? intelligenza, talenti, conoscenze, iniziativa. Esprime impresa, professioni, creatività, ricerca d'avanguardia. Riesce persino a conservare forme impensabili di dolcezza e di microsolidarietà. Ma tutto ciò si realizza soltanto sul piano dei destini personali, delle relazioni private, del lavoro e della produttività dei singoli o di piccoli gruppi. Appare bloccato, distorto, parziale. Non sa proiettarsi in una dimensione pubblica, istituzionale, di perseguimento del bene comune, di costruzione di un'appartenenza collettiva, di un autentico legame sociale generatore di un corpo civico, di una soggettività politica e civile appena degni di questi nomi.
Napoli insomma ha scambiato la salvezza privata dei suoi abitanti? o almeno quella che una loro parte rilevante ritiene essere la propria salvezza - con la completa espropriazione del suo destino pubblico. E' questo il prezzo della sua dolorosa modernità. Ha smesso di essere una città, dal punto di vista mentale e civile, e si è trasformata in uno sconfinato tessuto urbano? che continua a integrare dentro di sé frammenti di disperata bellezza ? dove si sovrappongono milioni di piani di vita ciascuno inchiodato nella sua sola dimensione privata ? a volte luminosa, a volte dannata, ma comunque senza più alcuna capacità, o volontà, o possibilità di discorso pubblico, di organizzazione solidale, di oltrepassamento del proprio particolare.
Tutto è precipitato agli inizi degli anni ottanta, dopo il terremoto. Naturalmente c'era stato un prima: allo storicismo napoletano che raccontando Napoli racconta se stesso il prima non sembra mai sufficiente, per quanto indietro si risalga. Ma resta il fatto che il dopo terremoto ha cambiato in modo definitivo la storia della città. E' stato il punto di svolta. Con la ricostruzione arrivarono di colpo a Napoli fiumi di denaro pubblico (decine e decine di migliaia di miliardi di lire). Una quota cospicua finì ? attraverso una catena di complicità e di inerzie politiche e amministrative che nessuno ancora ha davvero ricostruito? nelle mani della camorra, che la utilizzò per finanziare il passaggio (costosissimo) dal contrabbando alla droga, e per darsi una base sociale di massa (mai prima avuta) nell'antico sottoproletariato del centro storico e in quello più recente delle periferie. Si aprì così una stagione di modernizzazione selvaggia della città, certo non interamente illegale, ma dove tuttavia la nuova struttura criminale arrivava a dettare in qualche modo la forma complessiva del processo: tempi, luoghi, priorità. La cultura ? se possiamo chiamarla così ? che sorreggeva questa tragica egemonia era tutta, letteralmente, anti-Stato: cultura della violenza, della sopraffazione, della rottura delle regole, dell'affermazione spietata del singolo o del gruppo.
Fuori, la parte della città non investita direttamente dalla decomposizione malavitosa, abbandonata dalla politica a se stessa e alle sue antiche fragilità, ha risposto come poteva. Ha cercato di adattarsi e di sopravvivere, di non gettare al vento le proprie energie, di cogliere le opportunità e di fare anch'essa a meno dello Stato, sostituito da una rete "privata" di protezioni, di legami ? nazionali e internazionali ? di contiguità. Vi è riuscita, ma sacrificando completamente quel tanto di spirito pubblico e di vocazione civile che era riuscita a strappare alla propria storia. Ha soffocato nell'indifferenza la sua voce, e non riesce a ritrovare il filo della propria coscienza smarrita.
Ed è chiarissimo che Napoli, da sola, non ce la può fare a venirne fuori, a ritornare ad essere una città, a spezzare la spirale fra degrado pubblico ed egoismo privato. Ha bisogno del suo Paese e del suo Stato. Di uno Stato che innanzitutto le restituisca il suo territorio, che vi imponga ? anche con la forza ? la sua sovranità democratica, che sappia spezzare i circuiti dell'economia criminale sostituendoli con quelli di un'imprenditorialità sana e competitiva, che sappia avviare ? per prima cosa attraverso la scuola ? una gigantesca politica di recupero civile delle giovani generazioni.
Dobbiamo esserne tutti convinti: nelle strade di Napoli è in gioco l'identità italiana ? la nostra capacità di essere davvero una nazione. E se decideremo di combattere questa battaglia, dobbiamo sapere che ci aspettano giorni difficili.

TV: SU MTV IL CONCERTO FINALE DI 'ROCK IN REBIBBIA'

Roma, 28 mag. - (Adnkronos) - Domani alle 21 Mtv Italia manda in onda il reportage del concerto finale di "Rock in Rebibbia", il programma che ha raccontato la nascita e l'evoluzione di un neogruppo rock nel carcere romano, seguendo le lezioni degli insegnanti di musica e dei cantanti ospiti, intervenuti nelle scorse puntate.

Dopo quasi tre mesi di workshop con i due maestri di musica Grammo e Denis, dopo l'incontro con alcuni tra i maggiori musicisti italiani che hanno insegnato loro, ognuno con il proprio stile, i diversi modi di approcciare un brano musicale, di comportarsi su un palco, di riarrangiare una cover, per la band di Rock in Rebibbia il grande giorno e' arrivato: i ragazzi si sono infatti esibiti su un vero e proprio palco allestito per l'occasione nel cortile del carcere romano.

Un evento che ha visto insieme sul palco Francesco, Massimo, Matteo, Sandro, Nassik, Roberto, Rocco e Valentino. Per la prima volta, i componenti della Rebibbia Band sono usciti dalla piccola sala di registrazione creata per loro da Mtv e hanno suonato dal vivo con alcuni dei musicisti che sono andati ad incontrarli in prigione.

Dipinti del Seicento napoletano ad Ischia

 
di Achille della Ragione
Fig 6Ischia non è soltanto una località giustamente famosa in tutto il mondo per le sue bellezze naturali, ma anche uno scrigno di preziose testimonianze storiche, che spaziano dall'VIII secolo a.C. ai nostri giorni.

Le chiese, poco meno di cento, un numero enorme rispetto agli abitanti, costituiscono la punta di diamante di questo patrimonio artistico ancora poco esplorato dagli studiosi e pressoché sconosciuto alle centinaia di migliaia di frequentatori dell'isola.

Le condizioni per usufruire di queste ricchezze sono tutte presenti: i luoghi di culto e le opere esposte sono per la quasi totalità restaurati di recente e aperti dalla mattina alla sera a fedeli e visitatori, al di là degli orari delle funzioni religiose, una cosa impensabile a Napoli, dove chiese famosissime sono negate alla fruizione. I custodi dei luoghi sacri sono sempre gentilissimi e spesso appassionati studiosi.

L'unica pecca la mancanza, salvo rare eccezioni, di opportune targhette sotto i dipinti e le sculture ed all'ingresso delle chiese, che forniscano ai visitatori le necessarie informazioni sugli artisti e sulle opere esposte.

I dipinti del Seicento napoletano sono numerosi e per quanto poco noti anche agli stessi specialisti meritano di essere conosciuti. Sono disseminati nelle chiese di tutti i comuni isolani.


Sull'altare maggiore della chiesa di Sant’Antonio alla Mandra ad Ischia Porto troneggia una Madonna col Bambino, incoronata da due putti, con a sinistra San Francesco ed a destra Santa Chiara (fig. 1). Fu portata dalle Clarisse, che la conservavano nella loro chiesa, sita sul Castello. Stranamente nelle schede della Soprintendenza viene ritenuta opera accademica denotante i modi di Andrea Vaccaro,mentre è, a nostro parere, autografa del maestro con richiami alle delicatezze di un Pacecco De Rosa, in particolare nel volto dolcissimo della Vergine.


Presso la chiesa della Pietà a Casamicciola spettacolare è la pala d'altare  sempre di Andrea Vaccaro, siglata, una Pietà (fig. 2) percorsa da un brivido di luce calda e sensuale. Essa è una replica autografa, di differente formato, della tela, commissionata dal duca delle Pesche ed oggi conservata a Napoli, nella quadreria del Pio Monte della Misericordia. Il quadro è, senza ombra di dubbio, assieme al quadro del Preti conservato a Forio, la più importante opera seicentesca conservata ad Ischia. Impregnata da un palpitante caravaggismo, solo in parte addolcito dai preziosismi pittorici importati in area napoletana, intorno al 1635-40, dal Van Dyck. Il colore sembra sciogliersi nella luce che, con estrema delicatezza, avvolge pietosamente la figura del Cristo.
Va posta cronologicamente, come giustamente proponeva Raffaello Causa, dopo le altre Pietà eseguite dal Vaccaro ed oggi conservate nel museo Correale di Sorrento, nel palazzo Arcivescovile di Napoli e nel museo di Reggio Calabria.

Nel comune di Barano il gioiello della chiesa di Sant’Anna, che da solo merita una visita, è un quadro, frutto di una donazione e di recente restaurato, rappresentante San Giuseppe con il Bambino (fig. 3). La tela è generalmente assegnata a Niccolò De Simone, una attribuzione calzante, ma a nostro parere suscettibile di variazioni, sempre nell'ambito della scuola stanzionesca. Essa, proveniente dalla zona presbiteriale, è oggi collocata sulla parete destra, e raffigura un'iconografia alquanto rara: il Santo, a mezzo busto, ha in braccio il Bambino, avvolto in un candido panno, verso il quale volge un tenero sguardo, ricambiato dalle braccia protese verso di lui in uno slancio affettuoso.
La pennellata, densa è associata a preziosismi cromatici e fini dolcezze di modellato, mentre nel volto del San Giuseppe, possono leggersi tratti di bonaria severità, che hanno indotto erroneamente in passato a classificare l'opera nella scuola del Ribera o addirittura del Caravaggio Altri due pittori, che potrebbero tranquillamente essere gli autori del dipinto sono Agostino Beltrano e Nunzio Rossi. In ogni caso la tela, collocabile cronologicamente a metà del Seicento, è una delle più belle conservate ad Ischia del secolo d'oro della pittura napoletana.

Sempre a Barano, donato alla chiesa Di San Giovanni Battista nel 1886 da don Mattia Baldino, come recita una lapide sita nella zona presbiteriale, vi è un quadro molto interessante raffigurante il Santo, con i fianchi avvolti da un manto rosso, seduto, con la mano destra rivolta verso l'alto ed un agnello in basso che gli fa compagnia (fig. 4). Il quadro, anche se rovinato e di difficile lettura, può essere assegnato a Massimo Stanzione, in una fase molto antica e poco documentata della sua attività, intorno agli anni Venti, quando ancora si potevano riscontrare nella sua pittura echi battistelliani.

In località Piedimonte nel comune di Barano, descriviamo una tela raffigurante l'Immacolata(fig. 5), conservata nella navata destra della chiesa di Santa Maria la Porta e indicata nelle antiche guide come opera della prestigiosa scuola del Murillo. L'opera è viceversa di scuola napoletana e, nonostante le devastanti ridipinture ne falsino la lettura, riteniamo di poterla assegnare a Giuseppe Marullo, uno stanzionesco attivo fino al 1685.

Nella chiesa di San Francesco d’Assisi nel comune di Forio vi sono numerosi  tesori d'arte conservati, tra questi vi è la pala d'altare, di notevoli dimensioni, rappresentante la Vergine che dà la regola a San Francesco (fig. 6), firmata da Giuseppe Simonelli, un allievo ancora poco studiato del grande Luca Giordano. L'opera presenta una iconografia alquanto rara ed è collocabile cronologicamente all'ultimo decennio del XVII secolo. L'artista venne molto lodato dal De Dominici, il famoso biografo settecentesco, il quale raccontava che molti forestieri compravano a caro prezzo i suoi quadri, scambiandoli per autografi dell'illustre suo maestro.

Ed inoltre una Sacra Famiglia (fig. 7), che la Rolando Persico ha voluto attribuire al pennello di Anna Maria Manecchia, una poco nota pittrice, moglie di Nicola Vaccaro, presente a Forio nella chiesa di San Vito con la sua unica opera firmata e datata (1680).

Ma la chicca più preziosa della chiesa è custodita in sacrestia, visitabile a richiesta, grazie alla gentile disponibilità di padre Armando, un colto francescano, che sogna di allestire alle spalle dell'altare maggiore una piccola pinacoteca. Parliamo di una spettacolare Pietà (fig. 8), dai colori lividi e cianotici, da assegnare senza ombra di dubbio alla mano virtuosa di un gigante del secolo d'oro della pittura napoletana: Mattia Preti.

In passato la critica si è occupata del dipinto foriano ed ha adombrato l'ipotesi che potesse trattarsi di una copia. Ma sia le figure femminili che il volto del Cristo mostrano una morbidezza di tocco ed una preziosità materica che, vanamente, potremmo pretendere dalla mano di un copista, anche se molto abile. Se vogliamo invece vedere una copia di questa tela autografa, dobbiamo recarci al Prado, dove potremo ammirare lo stesso soggetto, ma di minore qualità, replicato da uno dei più noti allievi ed imitatori del Preti: lo spagnolo Pedro Nugnez de Villavicencio. Quanto siamo ricchi e spreconi noi napoletani! Conserviamo chiusa e non visitabile una tela di uno dei grandi maestri del Seicento europeo, mentre all'estero, in uno dei più celebri musei del mondo, espongono la copia....

La tela foriana va, viceversa, collocata nel primo periodo maltese dell'artista, poco dopo il 1660, quando il Preti, non potendo reggere la rivalità con il più giovane Giordano, si ritira nella tranquillità dell'isola di Malta, da dove, con inesausta fertilità, continuerà per quasi quaranta anni ad inviare le sue opere in Italia ed in Europa.

La chiesa forse più nota non solo di Forio, ma dell’isola, è quella del Soccorso, immortalata in un francobollo e posta su di un promontorio dal quale aiutandosi con un po’ di fantasia si può intravedere il mitico raggio verde. Nella seconda cappella vi è, firmata e datata, 1633, da Cesare Calise, una grossa tavola con Sant'Agostino, Santa Monica e San Nicola da Tolentino (fig. 9). Il quadro, del tutto ignaro della doppia permanenza a Napoli del Caravaggio e della sua rivoluzionaria lezione, gronda retrivo tardo manierismo e pregnanti rimembranze della pittura di Raffaello, ma ci permette di conoscere un pittore indigeno che le fonti ci rammentano attivo anche nel capoluogo.

Nel Duomo, intitolato a San Vito, di Forio alla sinistra dell’ingresso è collocata una splendida tela di autore ignoto rappresentante il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria (fig. 10) e più precisamente il momento in cui, miracolosamente la santa si libera del supplizio ed un vento divino scaraventa lontano gli aguzzini. Il quadro tradisce la mano di un abile tardo manierista protrudente nel Seicento, mentre il volto ed i capelli della martire richiamano i modi pittorici fracanzaniani. Dello stesso sconosciuto autore sono conservate in sacrestia due lunette  con differenti scene di martirio.
Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio di leggere il mio libro Ischia sacro, guida alle chiese di Ischia consultabile sul web
http://www.guidecampania.com/ischiasacra/

28/5/2008
FOTO GALLERY
Fig 1 Fig 2 Fig 3 Fig 4
Fig 5 Fig 7 Fig 8 Fig 9
Fig 10

Collezione Dylan Dog -in ottimo stato - Un vero affare by Nick

Contatta il 3313495073

Gioca con Felix

Google Map

Il Minollo, Il sito del Buonumore

Comicsando - Tutto Sul Mondo dei Comics, clicca !