Informazioni personali

Sono nato e vivo in una città che odio e amo : Napoli

Benvenuto !

lunedì 31 marzo 2008

Premio XL

dieci anni di festival

Speciale Comicon

60 anni di Tex Willer, 40 anni dal ’68, 20 dalla morte di Paz. Sono molte le ricorrenze festeggiate quest’anno dal salone internazionale del fumetto (dal 24 aprile a Napoli), arrivato alla decima edizione. E poi ci siamo noi zombie di Xl...
PREMIO XL: VOTA IL FUMETTO MIGLIORE


Rosso è il sangue, rosse la passione e la rivoluzione. Rosso è il fuoco di Mattotti, l’erotismo di Pichard e quello più provocatorio di Wolinsky. Rosso è il colore attorno al quale ruotano mostre e ospiti del Salone Internazionale del Fumetto Napoli Comicon di quest’anno. «Siamo alla decima edizione, e raggiungere il traguardo dei dieci anni a Napoli è come aver superato i venticinque da qualsiasi altra parte», esordisce l’organizzatore Claudio Curcio, mentre fervono le attività per l’inaugurazione del 24 aprile a Castel Sant’Elmo. «Se inviti ospiti della parte opposta del mondo e ti senti rispondere “ma con la mondezza come facciamo?” capisci che stai facendo quasi un miracolo. Qui i bilanci delle istituzioni vengono chiusi a maggio-giugno, per cui il Comicon, che è ora, è un tuffo nel vuoto. Nessun contributo è certo. Ma questa difficoltà ci rende doppiamente soddisfatti. Quando ci siamo buttati in questa impresa eravamo un’associazione di appassionati che ruotava attorno a un negozio di fumetti. Dopo dieci anni ci ritroviamo tra le mani un festival che è un riferimento europeo».
Peculiarità fondamentale del Comicon è sempre stata la presenza di numerosi ospiti internazionali, tornati sempre con piacere per la gradevole atmosfera che circonda il Festival. «Lorenzo Mattotti fu il primo ospite d’onore nel ’98 e quest’anno torna con la mostra del suo capolavoro Fuochi. Torna Miguel Ángel Martín, anche lui ospite del primo Comicon e vincitore nel 2007 del premio XL». Tra gli ospiti statunitensi di quest’edizione Terry Moore, John Cassaday, creatore dell’epopea supereroistica Io sono Legione, e Frank Cho, celebre autore della saga di Liberty Meadows e dell’ultimo Iron Man.
«Ho un aneddoto su Cho», aggiunge Curcio. «C’è un ragazzino che ci chiama spesso e falsa anche la voce per non farsi riconoscere, per farci sempre la stessa domanda: “Avete mai pensato di invitare Frank Cho?”. Quest’anno lo abbiamo soddisfatto. Terry Moore invece venne a Napoli nel ’96, prima della nascita del Comicon, e fu ospite del negozio dal quale è partito tutto. Sarà bello rivedersi ora che il suo Stranger In Paradise è acclamato negli Stati Uniti».
Ma anche il “nostro” Alejandro Jodorowsky è un grande amico del Comicon. Ci sarà? «Certo, Alejandro è lo sceneggiatore di grandi capolavori del fumetto e torna dopo quattro anni, con un’importante mostra di tutti i suoi disegnatori, tra cui Juan Gimenez che sarà anch’egli presente al festival, coautore con lui della storica saga dei Metabaroni. Mi ricordo che salvammo Alejandro dalle pressioni di un suo lettore che voleva portarlo con sé per fargli operare una guarigione. Lo abbiamo tenuto nascosto, dopo che aveva cercato inutilmente di spiegargli che non è un santo guaritore». Rosso è anche il colore delle bandiere della stagione politica del ’68, al cui quarantennale il Comicon dedica la mostra di autori del progetto Futuro Anteriore, coordinato assieme al Centro Fumetto Andrea Pazienza.
«Anche questo ha una ricorrenza», ricorda Alino, altro organizzatore. «Sono venti anni dalla nascita del centro e dalla scomparsa del compianto Paz, a cui pure è dedicata una mostra. Mentre a festeggiare sessanta anni è Tex Willer, anche lui protagonista di un’esposizione». E di noi di IUK cosa ci dite? Visto che il tema è il rosso, vi forniremo un po’ di sangue grazie alla nostra mostra-installazione NecroComicon, che vedrà i personaggi di IUK defunti e “zombizzati”, come appaiono nei fumetti delle prossime pagine.
«Veramente voi siete l’unica nostra preoccupazione», aggiunge Claudio. «Lo scorso anno con le vostre follie pop e i vostri toys avete provocato le ire di Igort, altro amico del Festival. Quest’anno cosa ci aspetta? Intanto stigmatizziamo la storpiatura del nostro nome per questa operazione, che si annuncia di iattura visto il tema mortifero che avete scelto». Ti sbagli, sarà un onore per il Comicon. Lo scorso anno abbiamo presentato il progetto IUK, Italian Underground Komix, e quest’anno lo assassiniamo, sempre là da voi. Risorgerà come acronimo di International Urban Kulture. Come le formazioni politiche in Italia anche noi voltiamo le spalle alle nostre origini, cambiamo nome e simbolo, ma rimaniamo gli stessi. E mentre voi brinderete ai dieci anni il nostro NecroComicon griderà dal tunnel dell’orrore «ricordati che devi morire!», come il frate invasato nel film Non ci resta che piangere. «Eh sì, mo’ me lo segno!», mi rispondono in coro - come Massimo Troisi - i ragazzi del Comicon dall’altra parte della cornetta.

La Musica Del Cuore

Sono Silvia la moglie di Nick,ho deciso di parlarvi di lui, di dirvi che è una persona dai mille interessi intelligente simpatico e bellissimo. Ama la musica, la conosce tutta è un mostro. Ma non sa che LUI e SIMONE sono la musica più bella e armoniosa che io abbia mai ascoltato........................

Vi AMO

Silvia

domenica 30 marzo 2008

Simon's Cat - Ne combina una delle sue

Ecco un nuovo episodio del nostro "simpatico" gattino. Non so perchè, ma oltre ad avere lo stesso nome di mio figlio, ho la vaga impressione che abbia anche lo stesso carattere. Nick

Da Piazza Municipio a...

Quella di oggi è stata proprio una bella giornata di sole. Sono uscito verso le 11 del mattino da casa, armato della mia macchinetta fotografica e mi sono recato verso Piazza Municipio. Da Piazza Carlo III ho preso l'autobus n 201 che mi ha portato alla femato di via Medina. Una volta sceso dal mezzo pubblico ho proseguito a piedi da Piazza Municipio, Piazza Trieste e Trento, Piazza del Plebiscito, Via Chiaia e altre stradine e vicoletti interni. La giornata come ho detto sopra è stata davvero bella e con la mia HP da 4 MPX ho scattato diverse foto che volendo, potete ammirare cliccando sull'immagine di questo post. Nick

Da Piazza Municipio e per Via Chiaia - Napoli

giovedì 27 marzo 2008

Chi di spada ferisce...

image 

In questi giorni, sia in tv sia sui giornali nazionali ed internazionali, gli argomenti più trattati dalla stampa sono il caso Alitalia e “ la diossina nelle mozzarelle di bufala”.

Su quest’ultima questione, vorrei esporre alcuni punti di riflessione:

1) I contadini e gli allevatori di bufale, dov’erano, quando i camorristi versavano nelle loro terre i rifiuti tossici ( materiale proveniente soprattutto dalle industrie dell’Italia settentrionale) e soprattutto perché non hanno denunciato il tutto?

2) La magistratura e le forze dell’ordine, com’è che solo in questi ultimi tempi stanno indagando e controllando le terre e gli allevamenti di bufale e i caseifici, forse perché prima nessuno indagava o denunciava ?

3) I cronisti di radio tv e giornali, come mai si stanno occupando di tutto questo schifo, anche loro, solo in questi ultimi tempi, mentre sappiamo che il versamento andava avanti da almeno 15, 20 anni, prima perché non l’hanno segnalato con le loro inchieste come stanno facendo così alacremente adesso ?

4) I politici e gli amministratori locali, come mai hanno affidato alla camorra la gestione della raccolta dei rifiuti, non potevano affidarle a ditte non in odore di camorra, era troppo difficile ?

5) Chi ci assicura che la verdura e gli ortaggi che arrivano sulla nostra tavola siano sicuri ? perché non creare anche per questi prodotti, di vitale importanza un marchio di provenienza, prima di esserne contaminati ?

Ecco, mi piacerebbe che ci fosse qualcuno che potesse dare delle risposte a queste mie domande, che come normale cittadino mi sto ponendo ?

Pensiero finale (rivolto ai troppo furbi della mia regione): ricordatevi.

Chi di spada ferisce di spada perisce ! Meditate, SIGNORI CAMORRISTI e meditate, prima di compiere qualche altro scempio sulla salute dei nostri e anche dei vostri figli.

mercoledì 26 marzo 2008

Voodoo Chile

Ho realizzato questo "Video Comics" Composto dalle immagini, disegnate dall'Autore statunitense Bill Sienkiewicz, mentre la musica è di Jimi Hendrix. Il tutto è stato montato con il movie maker di Windows. Cosa ne pensate ?

martedì 25 marzo 2008

Google all'assalto dei 'white space' per creare la banda larghissima

 

TECNOLOGIA & SCIENZA

Usa, il motore di ricerca battuto da Verizon e At&T nell'asta sulle frequenze tv a 700Mhz
ma ottiene piattaforme aperte a qualsiasi terminale. Strada spianata per Android

Google all'assalto dei 'white space'
per creare la banda larghissima

Il colosso di internet chiede lo spazio bianco tra canali analogici. Già battezzato 'WiFi 2.0'
Permetterà di trasmettere dati a miliardi di bit al secondo invece che milioni come ora

<B>Google all'assalto dei 'white space'<br>per creare la banda larghissima</B>

WASHINGTON - Verizon e At&T hanno dominato le aste Usa sulle frequenze lasciate libere dalla tv nel passaggio dall'analogico al digitale. Anche Google ha partecipato alle aste ma non ha preso nessuna licenza. In compenso è riuscita ad ottenere una importante vittoria, convincendo la Federal Comunications Commision (FCC) ad inserire una clausola nel bando che obbliga gli assegnatari ad avviare delle piattaforme aperte, consentendo così l'utilizzo di qualsiasi terminale. "Google non voleva acquistare lo spettro. Quello che ha ottenuto è più economico e ugualmente utile. Si è trattato di una strategia molto efficace", ha affermato un analista.
L'asta statunitense per aggiudicare lo spettro a 700 MHz, lasciata libera dalla tv nel passaggio da digitale ad analogico, era iniziata il 24 febbraio scorso con 266 partecipanti. La conclusione è arrivata dopo 260 round di rilanci, con l'annuncio della cifra record di oltre 19 miliardi di dollari raccolti, contro le previsioni della FCC comprese tra i 10 e i 15 miliardi. Le frequenze saranno utilizzate per migliorare i servizi di traffico dati e voce esistenti e per supportare il WiMax e le altre tecnologie wireless a banda larga di terza e quarta generazione.
Verizon e At&T hanno conquistato la fetta più grande dello spettro, portando nelle casse statunitensi oltre 16 miliardi di dollari. Nello specifico Verizon Wireless, joint venture con il Gruppo Vodafone, ha speso 9,63 miliardi per ottenere il blocco 'C', pregiato perché copre le lunghe distanze ed è in grado di superare i muri più spessi, e 25 licenze del blocco 'A' dello spettro regionale. AT&T si è invece assicurata, con 6,64 miliardi, 277 licenze del blocco regionale 'B', che copre città come Washington e San Francisco.

Frontier Wireless, partnership controllata dalla società di tv satellitare Dish Network, ha investito 711 milioni per le licenze del blocco 'E', frequenze unidirezionali che potrebbero essere impiegate per offrire servizi video wireless su scala nazionale. Gli altri vincitori sono la californiana Qualcomm, specializzata in ricerca e sviluppo in ambito di telecomunicazioni senza fili, e il provider Cdma texano MetroPCS Communications.
Il grande escluso, Google, non ha conquistato alcuna licenza. Il motore di ricerca ha però ottenuto la sua vittoria, convincendo la Fcc a inserire una clausola nel bando che obbliga gli assegnatari dello spettro a consentire l'utilizzo di qualsiasi terminale. "I consumatori potranno presto godere della nuova libertà, in stile internet, di poter ottenere il massimo dai loro telefoni cellulari e dagli altri dispositivi wireless", hanno dichiarato i legali del motore di ricerca Richard Whitt e Joseph Faber. Secondo alcune voci, i primi cellulari con il sistema operativo Google Android, potrebbero arrivare in autunno.
Ma non è tutto. Il colosso di View Mountain, ha tirato fuori uno dei suoi classici colpi a sorpresa, chiedendo di utilizzare lo spazio tra i canali analogici. In un rapporto presentato alla Fcc, Google ha annunciato che proporrà un sistema rafforzato per impedire a dispositivi che operano nei cosiddetti "white space" di interferire con canali televisivi adiacenti e altri dispositivi wireless. La Fcc sta testando dispositivi prototipo per vedere se possano effettivamente impiegare questo spettro.
Il gigante del web lo ha già battezzato 'WiFi 2.0' (o banda larghissima) e permetterà di trasmettere dati a miliardi di bit al secondo invece che milioni, come ora accade con la banda larga. Le onde 'spazio bianco' dovrebbero essere disponibili dal febbraio del 2009. "Le onde radio possono offrire enormi guadagni in termini economici e sociali se vengono utilizzate con maggiore efficienza" si legge in una nota della società.
(25 marzo 2008)

lunedì 24 marzo 2008

Carlo Lucarelli è Cornelio.


Carlo Lucarelli, il famoso scrittore e autore del programma televisivo "Misteri d'Italia" è diventato anche un personaggio dei Comics : Cornelio, così si chiama il nuovo fumetto che la Edizioni Star Comics sta preparando. Il noto scrittore e presentatore di fatti "misteriosi" ora ci condurrà nei suoi casi anche dalla pagine delle strisce disegnate. Per saperne di più cliccate sul link del titolo del post. Nick

www.starcomics.com

domenica 23 marzo 2008

"Il mio cuore malandato...


Dodici poesie e una musicassetta dentro un vecchia busta: è il materiale che Enzo Decaro
ha riportato alla luce. Esce il 4 aprile "Poeta Massimo". Omaggio all'amico scomparso

"Il mio cuore malandato..."
i versi di Troisi diventano canzoni

di SILVANA MAZZOCCHI
Versi fatti riemergere trent'anni dopo con quella gioia sofferta e discreta che solo una grande amicizia permette. Dodici canzoni scritte da Massimo Troisi insieme con Enzo Decaro nel 1975, all'inizio del loro sodalizio artistico, prima del grande successo toccato alla Smorfia, quando il trio Troisi-Arena-Decaro conquistò la notorietà grazie alla radio e alla tv. Dodici poesie, rimaste finora sconosciute, che Troisi aveva musicato con il suo amico chitarrista Vincenzo Purcaro (in arte Decaro). Una sfida lanciata con ironia e dedizione, in una stagione lontana intrecciata di passioni, speranze e utopie. Il disco, Poeta Massimo, in uscita il 4 aprile, verrà presentato in contemporanea al ministero dei Beni culturali. "Eravamo due ragazzi che cercavano la loro strada. E le canzoni, la musica erano una delle tante possibili. Ci vedevamo dove capitava, Massimo buttava giù un'idea e se ne parlava, se ne discuteva".
"A volte - continua Decaro - i versi gli venivano di getto, altre volte preferiva tornarci su per conto suo, li cancellava, li correggeva, me li rimandava. E io a lui, all'infinito. Ho conservato queste nostre carte per così tanto tempo; poi, improvvisamente, è accaduto un piccolo episodio, qualcosa che mi ha fatto cadere addosso la necessità di affrontare quel capitolo della nostra vita. Ho sentito l'urgenza di rendere nota una pagina importante e ancora inedita della carriera artistica di Massimo. Per me è stato un po' come finire "un compito di testimonianza" di cui sono solo per caso il protagonista di servizio, il tramite per offrire al pubblico, soprattutto a quello più giovane, le prove del grande valore poetico di Massimo. Quello venuto fuori completamente con Il Postino".

Decaro, smaliziato attore di fiction e cinema, quando parla del Poeta Massimo, perde l'abituale disinvoltura. Ricorda con pudore quello che accadde tre anni fa e le ragioni che lo hanno convinto a riesumare quei versi altrimenti destinati al silenzio. "Una sera ero con i miei figli e guidavo lungo una superstrada quando mi sono trovato davanti un'auto che aveva imboccato in senso inverso la mia corsia di sorpasso. Evitai per miracolo l'incidente, ma in quel momento mi sono visto scorrere la vita davanti, compreso quello che ognuno sa, che siamo solo in affitto e che dobbiamo tenere sempre la valigia pronta, per lasciare tutto a posto. Mi venne un tarlo: e se mi fosse successo davvero qualcosa, chi avrebbe più trovato le carte di Massimo?". "Allora - continua Decaro - sono andato ad aprire la cassaforte degli affetti. I suoi manoscritti li avevo tenuti in una busta. Mi sono sorpreso che fossero tutti lì, intatti, nonostante le innumerevoli case che avevo cambiato e i tanti traslochi che avevo fatto. Ma la vera sorpresa è stato ritrovare una cassetta audio, una di quelle musicassette che si usavano all'epoca, con incisi i testi e le musiche che avevamo scritto insieme". Il disco artigianale di quei due ragazzi del '75, "quelli della foto". Grazie alla suggestione dei ricordi, cantando quei versi, Decaro si è sentito come "il ragazzo di allora". "Cose preziose, rare. Noi non scrivevamo mai niente: figuriamoci che, nel caso della Smorfia, abbiamo letto i nostri testi la prima volta solo quando li ha pubblicati Einaudi. La casa editrice li aveva presi dai canovacci che usavamo in teatro, prima di registrare lo spettacolo per la tv".
Dodici le canzoni. E una tredicesima rimasta inedita. "Ce l'aveva un nipote di Massimo, l'ha tirata fuori quando gli ho fatto sentire la cassetta ritrovata. Si chiama Ammore a prima vista. Mi sono subito ricordato quando ci avevamo lavorato e come l'avevamo abbozzata, ma il disco era ormai quasi finito ed era troppo tardi per inserirla. Realizzarlo è stato faticoso, anche se si è rivelata una straordinaria opportunità. Ho avuto il privilegio di mettermi in relazione con quella parte di Massimo alla quale sono stato sempre legato, quella poetica, quella che, con emozione e trasalimento, ormai tanti anni fa vidi coronata nel Postino". Assicura Decaro che ha osato riprendere i versi di Troisi "tanto tempo dopo la scomparsa di Massimo" proprio perché convinto di averci ritrovato dentro le stesse atmosfere del film più amato. "Altrimenti non sarei mai riuscito a farcela. Da una parte questa cosa mi dava una grande gioia, ma dall'altra anche una grande sofferenza; non mi sentivo ancora pronto al distacco, e non lo sarò mai. Alla fine mi sono messo al lavoro solo grazie ai compagni di strada eccezionali che ho incontrato. Nella cassetta del '75 c'erano già tutte le nostre canzoni, in diversi stati d'elaborazione. Io le cantavo accennando appena la musica con la chitarra. Ci sono servite come traccia, ma per svilupparle ho voluto trovare dei musicisti veri, in grado di rispettare lo spirito dell'epoca e di restituirle a una dimensione musicale più attuale. C'era il rischio che risultassero datate, sebbene i testi siano poesia pura e dunque senza tempo, soprattutto quelle che parlano d'amore o di sociale. Ho cercato i musicisti migliori, che hanno saputo trovare la giusta atmosfera. E tutti sono riusciti a dare un contributo mirato, prezioso e particolare. Anche se, per raggiungere lo scopo, i tempi sono diventati spesso lunghissimi; solo per avere Paolo Fresu ci sono voluti quattro mesi. Ma Quanta brava gente ha un assolo di tromba struggente, meraviglioso". Un lavoro scandito da pause ripetute e accelerazioni improvvise. "Ogni pezzo è stato un'avventura. Le canzoni di Massimo hanno funzionato un po' come il fuoco di Prometeo: i testi e le note della cassetta accendevano in chi si avvicinava una luce alla quale si aggiungeva sempre altro, in piena sintonia. E, alla fine, ogni musicista è riuscito a portare qualcosa di originale, pur rispettando la luce iniziale e quel filo a matita già così ben delineato. Le parole delle canzoni si sono rivelate poco importanti, mentre determinante è stato il loro potere taumaturgico; è stato come se ognuno di loro si fosse trovato a collaborare direttamente con Massimo. E siamo riusciti a garantire al disco testi originali e vena poetica".
Materiale grezzo, testi in bella copia e versi fitti di cancellature. "Alcuni, lo ricordo bene, erano venuti fuori in modo particolarmente sofferto. Rimpianto, è uno di questi. Massimo scrisse questa canzone una sera, dopo aver parlato a lungo con me di sua madre, che aveva perso da bambino. Fu l'unica, volta che mi confidò questo aspetto così privato di sé: dentro quei versi di ragazzo c'era già il Troisi del futuro, il geniale esploratore della grande tradizione napoletana, il raffinato interprete di "Ricomincio da tre", l'attore, lo sceneggiatore, il regista dei film successivi che avrebbe toccato l'eccellenza della sua vena poetica con Il Postino, generalmente considerato il suo testamento artistico. "La sua idea della scrittura, il suo atteggiamento rispetto alle cose era sempre diverso, profondo. E cercare di ritirarlo fuori è stato un esperimento. Quando eravamo insieme, era come se, con Massimo, non ci fosse mai tregua, mai pace. Lui era alla continua ricerca di un punto di vista personale sulle cose che contano, sulla vita. E, nei suoi versi, questa ricerca è evidente. Come avviene con la poesia che, quando è vera, non è mai banale".
Si commuove Decaro quando ricorda che "Il Postino" fu contemporaneo alla scomparsa dell'amico (Troisi morì il 24 giugno del 1994 a soli quarantuno anni, il giorno dopo aver terminato il film che avrebbe ottenuto quattro nomination all'Oscar). "Il Postino per me è la sua opera migliore; c'era dentro lo stesso Massimo che, con la sua poesia e il suo talento, ho ritrovato nelle nostre canzoni e il mio rammarico, anzi di più, è non sapere verso quale direzione sarebbe andato se non fosse morto. Perché da quel grado di poesia non sarebbe certo potuto tornare indietro. E allora avrebbe dovuto fare i conti con la sua grandezza, la stessa che emanava da ragazzo, quando l'ho conosciuto, la stessa che mi aveva sedotto e conquistato. Erano rimaste silenziose quelle canzoni; da allora nessuno le aveva mai più ascoltate, né gli amici ne avevano mai più parlato. "Ho ritrovato anche un paio di testi di Lello Arena, glieli devo restituire, gli appartengono. È che ci lasciammo tutto alle spalle e la canzone era per noi un'esperienza finita. Due anni dopo esplose La Smorfia, arrivò il successo e ci travolse. Improvvisamente venivamo pagati per fare quello per cui normalmente pagavamo noi. Eravamo entusiasti e non avevamo tempo per altro. In seguito ci siamo visti in modo discontinuo, purtroppo. Mentre adesso, con queste canzoni, attraverso un percorso circolare e perfetto, si è finalmente chiuso in cerchio il ciclo poetico di Massimo.
(23 marzo 2008)

sabato 22 marzo 2008

Vauro

OLIMPIADI IN CINA

19 Marzo 2008

il manifesto - quotidiano comunista

Acqua bene comune

 

Acqua bene comune, ma 2,5 miliardi di persone non ne hanno

Rubinetto acqua, 220, foto Ansa, 10/7/2007

Per la sedicesima volta, si celebra il 22 marzo la Giornata mondiale dell'Acqua: quest'anno la Giornata è dedicata al tema dell'importanza dei servizi igienici, a cui non hanno ancora accesso 2,6 miliardi di persone, esposte a diversi rischi sanitari. Di questi, 980 milioni sono bambini.
Non si tratta di scarsità di risorse, ma di una vera e propria «mancanza di volontà politica». Lo denuncia il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon: «Siamo ancora ben lungi dal raggiungere gli obiettivi del Millennio – ha spiegato – gli esperti prevedono che nel 2015, ancora 2,1 miliardi di persone non avranno strutture igieniche di base; al ritmo attuale, nell'Africa subsahariana, l'obiettivo non sarà raggiunto prima del 2076».
Insomma, altri settant’anni per veder realizzato un diritto fondamentale. Che quando è negato porta morti, giornate scolastiche perse, malattie, malnutrizione e povertà. E che può diventare causa di «conflitti internazionali». Lo spiega, in occasione della Giornata mondiale, il sottosegretario allo Sviluppo del governo britannico, Gareth Thomas che decrive per il futuro scenari ancora più minacciosi: «L'aumento delle temperature, unito a rigidità atmosferiche – infatti – determinerà una maggiore richiesta di risorse idriche».
In Italia la campagna è seguita in particolare dalla Sinistra Arcobaleno. Il candidato premier Fausto Bertinotti ha inviato una lettera al quotidiano Il Manifesto, in cui ricorda che «l'accesso all'acqua deve essere garantito, non può essere negato, né comprato e venduto perché non si può comprare e vendere la sopravvivenza». Secondo Bertinotti – che nel suo programma di governo ha inserito la proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica, già sostenuta da 400 mila firme – «molti, troppi, in Italia hanno idee diverse e spingono per la privatizzazione, nelle destre e nel Pd. La Sinistra Arcobaleno no, in modo netto e inequivocabile».
Anche Angelo Bonelli dei Verdi rinnova l’impegno e ricorda che «l'acqua - aggiunge - è un bene pubblico di tutti il cui accesso deve essere garantito a tutti. È necessaria una grande opera infrastrutturale per ristrutturare le condutture e gli acquedotti in modo da abbattere le dispersioni e gli sprechi delle risorse idriche in modo da garantire i diritti di tutti i cittadini. Non è concepibile - conclude - che ancora oggi ci siano parti dell'Italia o zone di grandi città dove l'acqua deve esser portata con le autobotti».

Amy nuda per la battaglia contro il cancro

Clicca sull'immagine per andare avanti

Amy Winehouse ha accettato di apparire nuda. La foto compare sul numero di aprile della rivista britannica "Easy Living" e la diva soul-jazz è ritratta mentre suona la chitarra, con lo strumento che le copre il pube e del nastro isolante che cela i capezzoli. In altre parole, si indovina molto ma non si vede quasi nulla. La cantante si è fatta immortalare dalla fotografa Carolyn Djanogly per una campagna di prevenzione del tumore

Strumenti

Vai Mò 2008 Live
































Si intitolano «Acqua ’e rose», «O munn va», «L’ironia di sempre» e «Anima e cuore» i quattro inediti al centro di «Ricomincio da 30», il cofanetto di tre cd di Pino Daniele in uscita il 16 maggio. Un’operazione-kolossal che culminerà l’8 luglio nel megaconcerto allo stadio San Paolo di Napoli: «Vaimò live 2008» vedrà il mascalzone latino, come su disco, nuovamente al fianco della sua storica band del 1981, formata da Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni, James Senese al sax, Rino Zurzolo al basso e Joe Amoruso alle tastiere. Un ritorno alle origini - con dedica all’amico Troisi - per celebrare il trentennale di carriera dell’uomo in blues, sottolineato dalla decisione della Emi di ristampare, in versione rimasterizzata, i suoi primi tre album: «Terra mia» (1977), «Pino Daniele» (’79) e «Nero a metà» (’80). Un ritorno alle origini che, dicono i titoli di due degli inediti, è anche un ritorno alla scrittura in dialetto, innescato dalla colonna sonora del nuovo film di Alessandro Siani, «La seconda volta non si scorda mai», nelle sale dall’11 aprile. Anticipato dal singolo «Anima e cuore» nelle radio e in vendita nel formato digitale, «Ricomincio da 30» affiancherà agli inediti 46 brani del repertorio di Daniele, tra versioni originali e rinnovate. Ci saranno, tra l’altro, ««Napule è», «Che Dio ti benedica», «Yes I know my way», «’Na tazzulella ‘e cafè», «’O scarrafone», «Je so pazzo», «Anna verrà» e «Quando». All’origine dell’operazione un’idea di Daniele e del suo nuovo manager, Michele Torpedine. Il box è stato prodotto da Pino con Humberto Gatica (già alle spalle del successo di Celine Dion, Michael Bublé e Josh Groban). Al disco hanno collaborato anche Al Di Meola e Chiara Civello. Al supergruppo ritrovato del 1981 si uniranno l’8 luglio a Napoli ospiti internazionali e nazionali.

venerdì 21 marzo 2008



Buona Pasqua a tutti quelli che per caso o per libera volontà, capitano sul mio blog.
Auguri ! . Nick

giovedì 20 marzo 2008

Il boss scrisse: mai con gli ex comunisti come Veltroni

Da leggere su l'Espresso

"Caro Salvo, ti ringrazio per il pensiero e mi auguro che quando leggerai questa mia anche tu starai splendidamente bene". Inizia così la missiva che il boss della Stidda Salvatore Grassonelli, morto l'anno scorso suicida nel carcere di Secondigliano a Napoli, mandò nel gennaio 2003 all'amico Salvatore Madonia, boss di Cosa Nostra incarcerato nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila.

Nella lettera, dopo i convenevoli, il padrino di Porto Empedocle spiega le sue nuove simpatie politiche: comunista come il padre, dice di aver cambiato idea dal lontano 1983. "Non posso dirti per lettera perché mi sono dimesso, un giorno se ci incontriamo te lo dirò...Mi dici che sei un comunista. Mi parli di garantismo. Beato te che sei così ottimista, io nell'ultimo decennio con le sinistre al potere non l'ho visto. Ti ricordo solo cosa disse Scalfaro: 'Io non ci sto'. Io non arrivo dove arriva Augusto, io mi sento un liberal democratico". Il messaggio sembra chiaro: non votare a sinistra, per nessun motivo.

Grassonelli attacca i leader, uno per uno. "Volevo ricordarti" scrive "che anche Veltroni ha detto di non essere mai stato comunista. Il signor D'Alema una volta nella trasmissione di 'Pinocchio' disse che lui non sarebbe mai andato a fare il presidente del Consiglio se non fosse stato eletto dal popolo. Dopo qualche mese, con un colpo di mano per non dire di Stato, eccolo presidente". Ce ne è per tutti: Rutelli e Mastella sono quelli "che hanno girato tutti i partiti", mentre al boss risulta incomprensibile come mai Giuliano Amato, "braccio destro di Craxi, è uscito illeso da Tangentopoli. Pensa bene chi sono i truffaldini".

Se il comunismo è stato "un'utopia" e dopo gli anni Sessanta non c'è stato "più bisogno di comunismo nel mondo", Grassonelli esaltava in un crescendo la sua inversione a U. "Ti faccio sapere che sto con Oriana Fallaci. Sto con l'Occidente. Viva l'America, compresi i nostri alleati. Sono per la globalizzazione. D'altronde i comunisti erano per l'Internazionale, oggi sono diventati no global. Chi sono i truffaldini?".

martedì 18 marzo 2008

Simon's Cat 'Let Me In!'

Girando su you tube ho scovato questo simpatico gattino, che guarda caso si chiama come mio figlio. E sotto sotto gli somiglia pure. Nick

domenica 16 marzo 2008

Quando il fumetto fa pensare

di MATTEO TONELLI


"Guerra, ironia e pregiudizi
Quando il fumetto fa pensare"
ROMA - Si parla di guerra. Sia di quelle moderne che di quelle del passato. Si sorride, si pensa. Tutto in punta di matita. Grapich novel, ovvero romanzi a fumetti. Dall'America che si interroga sulla guerra in Iraq e ne capisce l'assurdità, al massacro nel Ruanda. Dall'oggi all'antica Roma. Da Bush a Oliver Twist. Con un unico filo conduttore: il legame con il mondo reale, raffigurato in punta di matita.

Uno sberleffo alla guerra. Firmato da David Reees. Quelle strisce che dopo l'11 settembre iniziò a disegnare sul suo blog e che, nel giro di poco, divennero un fenomeno di culto. Umorismo tagliente, critica feroce all'amministrazione di Gorge W. Bush. Cinismo, parolacce e ironia. Leggere "E vai con la guerra" (Isbn Edizioni. Traduzione Guido Baldoni. Euro 13,50) è come leggere un trattato sul perché la guerra in Iraq è stata un fallimento. Divertendosi e apprezzando il ruvido cinismo di Rees: "Dichiarare guerra? E chi ha tempo di farlo quando ci sono così tante bombe da sganciare'". E via così. "Un'arma di derisione di massa" che non fa vittime. Ma fa ridere e pensare.

Quasi un'opera di riparazione quella di Will Eisner. Tocca alla penna di uno dei maestri del fumetto moderno, scomparso nel 2005, ridare giustizia alla figura di "Fagin l'ebreo" (Fandango Libri, 121 pagine. Trad. Andrea Plazzi. Euro 20), di cui Charles Dickens parla (in termini tutt'altro che lusinghieri) nel suo Oliver Twist. Colpito dal modo in cui lo scrittore raffigurò Fagin, critico verso quella caratterizzazione negativa data alla figura "dell'ebreo malvagio nei comportamenti", Eisner decise di dare vita a questa storia a fumetti. Una lezione contro il pregiudizio, per combattere "la diffamazione anche per immagini", per smentire quei luoghi comuni che sono e sono stati fonte di persecuzioni e vessazioni.

Intorno al 200 avanti Cristo, Roma si misura con l'esercito di Annibale. Che batte i legionari a Piacenza e a Canne. Decio è un giovane romano con tre fratelli impegnati in guerra. Due di loro moriranno sul Trebbia, Roma ha bisogno di tutti i suoi uomini per sventare la minaccia. Anche di Decio che passerà dai campi di grano al mattatoio di Canne. Cinquantamila romani caddero uccisi, altri cinquemila furono fatti prigionieri. Non Decio però, a cui il destino riserva altro. Nasce dalla scrittura dell'archeologo Giorgio Albertini e dalla matita di Giampiero Casertano questa graphic novel (Decio. Edizione ReNoir. 64 pagine. Euro 14). Casertano è la mano da cui hanno preso forma Ken Parker, Martin Myster e adesso Dylan Dog e che adesso fa vivere l'antica Roma. Tavole e tavole in cui la guerra è descritta per quello che realmente è. Dolore, morte e sofferenza. Nulla a che vedere con l'epica di 300 di Frank Miller. Qui più che il soldato c'è l'uomo. Con le sue debolezze.

Infine l'Africa. Quella delle pulizie etniche, dei conflitti dimenticati, delle migliaia di morti invisibili. C'è tutto questo in "Abc Africa. Guida pratica per un genocio" (Jean Philippe Stassen. Edizioni Becco Giallo. Euro 15). Aprile 1994 le truppe delle Nazioni Unite lasciano il Ruanda. E' l'inizio di un genocidio di proporzioni immani. Innocenti sterminati. Vicini di casa che si trasformano in carnefici. Con la comunità internazionale che resta a guardare.

Che Bella Classe di Governanti

Il nipote Alex mi manda questa mail ,ed io pubblico :

La scelta della data del 13 aprile per il voto in
> alternativa a quella
> del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è
> affatto:
> votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla
> prima legislatura
> non rieletti non avrebbero maturato la pensione,
> votando invece come
> stabilito dal Consiglio dei Ministri il
>
> 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno
> la pensione''.
>
> ''E poi parlano di voler fare l'election day per
> ridurre i costi della
> politica.Ben altri saranno i costi di queste
> pensioni, non solo in
> meri termini quantitativi, ma anche per il messaggio
> dato al Paese,
> perché questo è il tipico esempio di come fatta la
> legge viene subito
> trovato l'inganno''.
>
>
> MORALE DELLA FAVOLA 300.000.000 DI COSTI PER QUESTA
> GENTACCIA CHE DOPO
> POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA GIA' HANNO UNA
> PENSIONE DI PLATINO
> (7-10.000 euro al mese) ALLA FACCIA DEI PENSIONATI
> CHE DOPO UNA VITA
> DI LAVORO ADESSO PER MANGIARE RACCATTANO LA VERDURA
> RIMASTA A TERRA
> NEI MERCATI
>
>
> FATE GIRARE QUESTE INFORMAZIONI, TUTTI DEVONO SAPERE
>
> I TG CORROTTI E PREZZOLATI NON LO DICONO, I GIORNALI
> NEMMENO, SOLO
> INTERNET PERMETTE DI CONOSCERE QUESTA SCHIFEZZA..

NYC 2123 - Video Comics

Ho realizzato questo " Video Comics" con Il Movie Maker (che si trova di default su XP). La storia è ambientata in una New York del futuro ( è la prima di 6). Spero di essere stato abbastanza bravo, e soprattutto che vi sia piaciuta . Per il seguito delle puntate, rimando a visitare il blog delle prossime settimane. Nick

giovedì 13 marzo 2008

Ce la farà Internet a sopportare l'enorme traffico digitale ?













LONDRA
- E' l'incubo che corre sul web. L'idea che internet continui a gonfiarsi di traffico, informazioni, utenti, fino a scoppiare. La preoccupazione che la tecnologia per far marciare la rete non stia al passo della quantità di materiale che la percorre. "C'è il pericolo di un blackout del sistema?" è una domanda ricorrente fra gli addetti ai lavori, ripresa stamane dall'Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times, e dal Daily Telegraph di Londra.

La minaccia, secondo gli esperti, proviene principalmente dalla ricchezza visiva delle comunicazioni e dell'intrattenimento "on line": video clip, film, network sociali, giochi di gruppo. Tutte quelle immagini in movimento, assai più delle parole e dei suoni, sono come dei fiumi in piena di bit digitali che attraversano le tubature e le autostrade della rete. Immagini che appesantiscono la "banda" su cui trasmette internet e che a un certo punto, ecco l'allarme, potrebbe intasarsi, spezzarsi, andare in tilt. Lo scorso anno, per fare un esempio, il traffico su YouTube, il sito di video acquistato da Google, ha consumato più banda larga dell'intero traffico su internet nel 2000.

In un rapporto del novembre scorso, una società di ricerche del settore ha predetto che la richiesta di accesso degli utenti potrebbe superare l'offerta di accesso di Internet nel 2011 - l'anno di una possibile apocalisse digitale, il momento in cui il web potrebbe fermarsi. E' il titolo di una conferenza tecnologica in programma il mese prossimo a Boston: "La fine di Internet?" Ma secondo i più ottimisti l'aumento del volume e del tipo di traffico in rete è più una sfida che un preavviso di inevitabile catastrofe.


Che il traffico sia in vertiginosa crescita, è innegabile. Secondo una stima della Nemertes Research, l'uso di internet sale del 100 per cento o più all'anno. Una stima più prudente, fatta da Andrew Odlyzko, docente della University of Minnesota, afferma che il traffico globale sul web sta aumentando del 50 per cento all'anno, ma anche questo è un dato incredibilmente alto. Tuttavia anche la tecnologia necessaria a ospitare tale traffico cresce a un ritmo impressionante. I computer che trasmettono dati sono sempre più veloci, le fibre ottiche sono sempre migliori e il software sempre più intelligente. "La crescita del 50 per cento del volume di traffico corrisponde sostanzialmente al progresso della tecnologia in questo campo", osserva il professor Odlyzko.

Per chi scruta il futuro, due considerazioni sono importanti di fronte alle prospettive di Internet. Una è che il maggiore sforzo per amministrare un traffico più intenso e più "pesante" dovrà essere fatto a livello locale. Non tutti sanno che i timori su una congestione digitale non riguardano le grandi vie d'accesso del web, l'equivalente delle autostrade e superstrade, bensì le strade provinciali e urbane che devono portare quel traffico in ogni città e in ogni casa. E' in questo settore che i margini di miglioramento sono più ampi e i costi di trasmissione ancora relativamente troppo alti.

La seconda considerazione, che l'Italia farebbe bene a tenere presente, è che il network di comunicazione ad alta velocità è, e sarà sempre di più, la spia dorsale dell'innovazione economica e scientifica, creando nuovi business, posti di lavoro e mercati. I paesi che restano indietro in questo campo, pagheranno un prezzo in termini di declino economico. "La domanda che oggi ci dovremo porre", dice il professor Odlyzko all'Herald Tribune, "è da dove verrà il prossimo Google, YouTube, eBay o Amazon".

mercoledì 12 marzo 2008

Alex Britti Milano

Alcuni giorni fa, giravo facevo zapping con il telecomando della TV, nell'intervallo della partita di Coppa dei Campioni Inter - Liverpool (vinta dal Liverpool per 1 rete a 0), sono incappato in una rete di videoclip musicali ( Credo che fosse All Music). Mi sono gustato la clip di Alex Britti, che in questo brano che propongo sul blog, ci dimostra di essere davvero un ottimo musicista. Peccato che non tutte le canzoni che propone sono all'altezza di questa che canta in questo filmato (se non sbaglio il testo dovrebbe essere di Maurizio Costanzo) e della sua bravura tecnica, che come si può vedere è notevole. Nick

Corrado Guzzanti - Don Pizzarro #01

A proposito della proposta di Giuliano Ferrara (con la supervisione di Ratzinger)di riformare la legge sull'aborto, ecco come Don Pizzarro (Alias Corrado Guzzanti) risponde al sudetto riformista. Ha ! Ha! Una risata lo seppellirà... Sperem. si sa le vie del signore... Nick

domenica 9 marzo 2008

Elezioni

Questa video intervista a Moni Ovadia fu fatta nel periodo delle precedenti elezioni governative. Molte cose sono successe d'allora ed è inutile stare qui a ripeterle, tanto tutti sanno come è andata a finire, ma una cosa è certa : molti concetti che Ovadia esprime in questa intervista sono ancora validi.Il nostro paese non può permettersi un governo che guardi solo alle leggi del mercato, dimenticandosi dei diritti di chi lavora e dei pensionati, come purtroppo sta già avvenendo. Il duopolio che vede il Berlusconismo e il Veltronismo ( che sono quasi la stessa cosa - e sottolineo "quasi"), sarebbe una vera iattura per gli italiani onesti e lavoratori. Dico a tutte le persone che vogliano difendere il pluralismo e la democrazia nel nostro paese, di pensare bene a chi votare. Per quando mi riquarda un pensiero già ce l'ho: No Passaran !

Programmi Elettorali



A proposito di programmi elettorali ed elezioni, ecco un bell'esempio di programma elettorale promosso da un politico del tutto speciale: Cetto La Qualunque.

P.S. Questo video è un po datato, ma ancora incredibilmente attuale. Nick

sabato 8 marzo 2008

8 Marzo























La festa dell'otto Marzo se fosse ricordata per quello che fu ideata veramente ( cioè il ricordo delle donne rimaste vittime nell'incendio di una fabbrica di New York- e questo giorno è rappresentativo di quel tragico incidente, per tutte le donne che sono rimaste vittime e che non avevano quei diritti che negli anni si sono faticosamente conquistate), non sarebbe questo triste spettacolo che è diventato, grazie al commercio e alla scarsa memoria che abbiamo. Poi, che bisogna "per forza" fare un gesto, come quello di portare le mimose, che tra l'altro sono allergico, è una cosa che mi urta fortemente. Per non parlare del fatto che trovo assolutamente ridicolo, che bisogna aspettare, appunto questo giorno per ricordarsi che alle nostre donne piace avere dal suo uomo un gesto carino. E per tutto l'anno che si fa ? ... ricordo che l'Italia ha un triste primato per quanto riquadra il maltrattamento e la violenza sul genere femminile, specie tra le mura domestiche. Sarebbe auspicabile, evitare questa festa, che più per le donne è per i fiorai e i dolciari, e sarebbe meglio distribuire nell'arco dell'anno, tutte le attenzioni che le nostre compagne meriterebbero. Volendo, poi, si potrebbe anche aprire un'altra pagina, che riguarderebbe il potere dell'uomo, che in passato ha avuto, e che oggi vorrebbe continuare ad avere sulle donne. Come ho già detto, nel corso della nostra storia le donne hanno dovuto lottare duramente per vedersi riconosciute i loro diritti, per cui ritengo che questa festa è solo una cartina di tornasole di una cultura maschilista, che si ricorda che esse esistono - ipocritamente- solo in questa occasione. Nick

Democrazia
















Venerdì, cioè ieri, sono andato ad assistere ad un dibattito di carattere seminariale sul "pericolo di una deriva della democrazia in Italia", proposto da una sezione del partito dei socialisti democratici di Napoli. L'invito mi è stato inviato per e-mail da un amico di vecchia data, che reputo una persona perbene, e quindi essendo io abbastanza scettico su questi dibattiti - per un mio personale scetticismo, non per altro-, ci sono andato per il rispetto che nutro per questo mio amico, che nell'occasione era anche il coordinatore del dibattito. Devo dire che ho avuto modo di assistere a qualcosa che mi ha fatto riflettere: Il problema che andiamo ad affrontare in questi giorni per la battaglia elettorale è piuttosto serio, e il fatto che questo duo partitismo possa convergere in una sorta di grande coalizione di centro, che tiene ai margini le altre voci delle cosiddette "minoranze politiche" è un fattore tutta'altro che da trascurare. L'impressione è che tutto sia stato organizzato dai cosiddetti "poteri forti", per poter tener lontano dalle scelte politiche e legislative tutti coloro che in qualche modo non fanno i loro interessi. Per altri versi, la reazione dei partiti più piccoli a questa "novità" elettorale che li tiene esclusi dai poteri decisionali, si può anche leggere come una sorta di rivalsa verso i due grandi partiti che di fatto li esclude e che li ritiene , per dirla terra terra : dei rompi coglioni. Il sottoscritto, personalmente ritiene che "i rompi coglioni" siano il sale della democrazia - a meno che non siano dei pazzi fanatici, ma questa è un'altra storia-. Morale: prima di andare a votare, riflettiamo bene sullo stato di democrazia nel nostro paese e dove andremo a finire se scegliamo male i nostri referenti. Il rischio serio di un " Nuovo Fascismo" è alle porte, sperando che una volta aperte non ci facciano sprofondare in un baratro ancora più profondo di quello che stiamo già vivendo, specie nel nostro martoriato Sud. Nick

venerdì 7 marzo 2008

Nokia Work's

Nel periodo che andava da settembre novembre del 2007, sul sito della Nokia ci fu un concorso per vincere un telefonino 76Si trattava di disegnare le cover del cellulare che state vedendo Questi wallpaper sono il prodotto di quel concorso. Inutile dire che è tutta farina del mio sacco, con un piccolo contributo di mia moglie mio figlio Volendo potete anche esprimere un giudizio... cliccate sull'immagine nel riquadro, vi condurrà sullo spazio di Picasa web album, dove potete"ammirare" la collezione autunno 2007 by Nick.

Nokia Works N 76 Art Design
P. S. come software per creare le cover, ho usato "Pixia" un programma freeware niente male.
Nick

giovedì 6 marzo 2008

Il segno misterioso

Questa notizia è arrivata tramite una e-mail inviatami da mio nipote Ale, trovo che sia una cosa divertente. Provate a seguire i consigli che il nipotino ci dice. Nick

Dopo i disegni nei campi di grano di Stonehenge in Scozia del 2002,
dopo i cerchi segnati nelle campagne italiane delle Marche nel 2006,
ecco l'ultimo 'misterioso' messaggio lasciato in Italia, nei pressi di
Gorizia

http://maps.google.it/

Copiate e incollate questo indirizzo:
Strada dei Campi, 34072 Gorizia
e cliccate 'cerca nella mappa'

Dopo, cliccate su 'SATELLITE' e zommate più vicino possibile!

lunedì 3 marzo 2008

Un Giorno In Pretura


Quella di oggi, per me è stata una giornata che per usare un eufemismo diremo "Kafkiana".
Sono stato chiamato come teste in un processo penale a carico di una persona di mia conoscenza (niente di grave, nel senso che si tratta di una questione di divorzio, e non altro). Il fatto è questo:
mi sono recato alla sezione penale del tribunale di Napoli che si trova nei nuovi edifici del centro direzionale, alle ore 9,00 del mattino, e ne sono usciti alle 19,10. Come dire... "Un giorno in pretura" per parafrasare la nota trasmissione televisiva. Solo che il giorno io l'ho passato nel vero senso della parola, e per poco non ci passavo anche la notte... Insomma, siccome non sapevo quando mi avessero chiamato per udirmi, e siccome dall'edificio una volta entrati non si può uscire se non a udienza conclusa, sono restato e mi sono adattato. Per prima cosa ho fatto colazione al bar, e con mia piacevole sorpresa il cappuccino l'ho pagato solo 50 centesimi (si trattano bene gli avvocati e i magistrati), più tardi sono salito per sincerarmi della mia posizione, ma la cosa era ancora lontana. Per non tirarla troppo per le lunghe. 1) ho fatto colazione, 2) Ho pranzato (sempre ad un prezzo modico - ho sbagliato tutto nella vita dovevo fare l'avvocato o il giudice -), 3) ho preso diverse volte il caffè, 4) ho incontrato mia cognata (avvocato anche'essa) e alla fine , come ho detto sopra, ne sono uscito sul tardi. Non sapevo se era tutto vero ho era solo un sogno, mi sembravo come Tom hanks che interpretava il ruolo di quel barbone che si trova a vivere la sua vita nell'aeroporto. Nick

domenica 2 marzo 2008

L'altra Napoli - La Cappella San Severo

Questo post di oggi è intitolata L'altra Napoli , ho pensato , che l'immagine della mia città in questo periodo è continuamente danneggiata dalle questione dei rifiuti e dai delitti della camorra, facendo dimenticare che la mia terra è ricca di storia e di cultura. E che quindi (nel mio piccolo creando dei post che rimandano, appunto all' "Altra Napoli"), spero di rendere più diversificato è più giusto quello che la mia regione e la mia città possono offrire a chi viene a visitarla, ma anche ai miei stessi concittadini che vedo e sento parlare ( mi ci metto pure io) male del nostro territorio, dimenticandoci molte volte le bellezze, l'arte, la cultura che ci offre. Voglio però sottolineare che dei fatti incresciosi continuerò ad occuparmene, perché va bene tutto, ma non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
P.S:
Vorrei segnalare a chi è capitato sul blog, se nel caso volesse, può approfondire il tema in questione cliccando sull'immagine qui sotto, è possibile vederne ancora delle altre, mentre se lo si fa sul titolo del Post si può leggere un bella biografia del Conte di San Severo (da Wikipedia). Nick


CAPPELLA SAN SEVERO

Secondo la testimonianza dello storico Cesare d’Engenio (1624) la fondazione della cappella potrebbe fissarsi intorno al 1590, quando Giovan Francesco di Sangro duca di Torremaggiore, avendo fatto voto durante una grave malattia, fece costruire in una parte del giardino del suo palazzo una «piccola cappella» per venerare un’immagine della Vergine della Pietà. Nel 1608 Alessandro di Sangro, figlio di Giovan Francesco, ampliò l’ambiente primitivo «perché non era capace al concorso di molti, che la frequentavano per gli infiniti miracoli» e destinò la cappella, oltre che ai compiti di culto, a luogo di sepoltura per la sua famiglia.
Il periodo seicentesco è alquanto oscuro perché l’attuale sistemazione dell’ambiente, voluta da Raimondo di Sangro nel secolo successivo, scompaginò in gran parte l’assetto originario per far posto alle nuove opere da lui stesso coordinate. Non si conosce il nome dell’architetto che diresse l’edificazione della struttura originaria, ma probabilmente egli dovette seguire le idee del committente, poiché la semplicità della pianta rettangolare, priva di una vera e propria abside, e volta a dare il massimo risalto alle sculture celebrative ed alla decorazione, escludono un momento ideativo reale.
Ma un primitivo fasto seicentesco dovette esistere nella cappella in quanto Pompeo Sarnelli annotò nel 1697 che la cappella è «grandemente abbellita con lavori di finissimi marmi, intorno alla quale sono le Statue di molti personaggi di essa famiglia co’ loro elogi».
Qualcosa di questa decorazione rimane nel rivestimento in marmi policromi della parete di fondo, ai lati del grande altorilievo settecentesco.
Dei molti monumenti ricordati anche dal Celano nel 1692 ne restano solo quattro: quello di Paolo di Sangro posto dal figlio Giovan Francesco nel 1642 - attribuito con felice intuizione da Marina Picone a Giulio Mencaglia, e per il quale solo molti anni dopo è emerso il documento di conferma - è collocato nella prima cappellina della parete sinistra. Il suo ritratto a figura intera è da considerarsi uno degli esempi più insigni di ritrattistica seicentesca. L’effige con gli attributi militari in primo piano riflette lo spirito eroico di quella ampia parte della nobiltà napoletana che cercò glorie e onori al seguito degli eserciti spagnoli sui campi di battaglia di tuttoil mondo.
Vi è poi il Monumento ad un altro Paolo di Sangro (1569-1626), quarto principe di Sansevero, scultura attardata nei modi ancora cinquecenteschi, benché databile al secondo quarto del secolo XVII, posto nella prima cappella a destra. Il Monumento a Giovan Francesco Paolo di Sangro (1524-1604), fondatore della cappella, è collocato dopo quello del Mencaglia e fu voluto dal figlio Alessandro di Sangro, patriarca di Alessandria, il cui ritratto a mezzo busto freddamente stilizzato è posto nella parete sinistra del presbiterio.
A partire dal 1742 iniziano le vicende settecentesche della Cappella. Il principe Raimondo di Sangro (1710-1771) che da quell’anno fino alla morte sovrintese costantemente alle trasformazioni dell’ambiente, incarnò in pieno lo spirito del secolo di cui era figlio: singolare figura di uomo d’arme, letterato, sperimentatore, e alchimista dall’inappagata curiosità, fece fiorire, ancora in vita, numerose leggende sul suo personaggio.
Nel 1749 il pittore Francesco Maria Russo concluse il grande affresco della volta raffigurante la Gloria dello Spirito Santo, e la decorazione con finte architetture dove nelle vele sono inseriti medaglioni dipinti in monocromo verde che raffigurano sei Santi della famiglia.
Il Russo disegnò anche il monumento a Raimondo di Sangro posto all’imbocco della cavea sotterranea.
Tuttavia il maggiore interesse è destato dal gran numero di sculture eseguite da artisti napoletani e di altre regioni, che, caso forse unico nella città in quel momento, si travarono a lavorare affiancati in virtù delle scelte del Principe.
Ai lati del presbiterio, al centro del quale troneggia la vasta scenografia Deposizione di Francesco Celebrano, realizzata secondo il principio del quadro di marmo, sono collocati a sinistra La Pudicizia di Antonio Corradini, e a destra Il Disinganno di Francesco Queirolo. La prima scultura fu eseguita nel 1751 quando lo scultore, famoso in tutta Europa, giunse a Napoli ormai molto anziano (morirà infatti l’anno successivo). È stato notato come quest’opera per la sua sensualità si adatti più ad una «galleria» che non a rappresentare la principale virtù di Cecilia Gaetani, madre del principe, ma la fusione tra gusto profano e sacralità costituì la cifra di questo particolare periodo artistico.
La seconda scultura opera del genovese Francesco Queirolo è basata su un virtuosismo esecutivo stupefacente: un’autentica sfida alle difficoltà opposte dalla materia nella resa della rete che avvolge la figura maschile in atto di strapparla.
Va infine ricordata l’opera più celebre della cappella al punto da essere diventata un po’ il simbolo del monumento: il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino.
Fino al recente ritrovamento del bozzetto orginale si riteneva che la scultura, eseguita nel 1753, fosse stata realizzata su un modello del Corradini. La paternità dell’opera va quindi completamente riconosciuta allo scultore napoletano che, secondo i dettami del committente, la concepì per essere posta nella cavea illuminata dall’alto dalla lampade eterne inventate dal Principe, e non dove oggi la si ammira, al centro della navata. L’originaria destinazione orientò lo scultore verso una ricerca luministica tesa a rivelare le infinite serpeggianti pieghettature del sudano che ricopre il corpo abbandonato sui cuscini. In un fluttuare di luci ed ombre non è percepibile il distacco doloroso della morte, ma solo l’intima poesia dell’opera - sostenuta da una prodigiosa abilità tecnica che avrà modo di affiorare più volte nella lunga carriera dello scultore in quegli anni quasi agli esordi - nella quale vibra un precorrimento di languido romanticismo.
Sintomatico in proposito è il tentativo, fortunatamente fallito. di Antonio Canova, di acquistarla durante il suo soggiorno napoletano.

Scheda tratta da ‘Napoli città d’arte’
Edizione Electa Napoli (1986)


La Cappella San Severo


sabato 1 marzo 2008

Il Blog di Roberto Saviano



Il Blog di Roberto Saviano è un altro strumento narrativo dello scrittore campano per cercare di descrivere cosa succede nella mia tanto martoriata regione. E' il punto di vista di uno scrittore e giornalista (ora scrive una rubrica settimanale sull'Espresso), che non si ferma davanti alla minaccia della camorra (si ricorda che è sotto scorta armata), e questo è dovuto al fatto che il suo libro "Gomorra" ha avuto, come molti sanno, un enorme successo. Le minacce gli sono arrivate anche per le sue denunce nei confronti dei capo clan del "Clan dei Casalesi". Spero che la sua bravura di scrittore possa riversarsi anche sul blog ,è con questa sua iniziativa, far capire al mondo cosa succede e chi sono i colpevoli dello scempio che vediamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi. Certamente non possiamo far cadere tutto sulle spalle di questo giovane e straordinario scrittore, anche il resto del giornalisti e dei vari intellettuali che tengono in sorte il nostro territorio devono fare la loro parte, e non lasciare assolutamente Saviano da solo. Nick

Paradisi artificiali | L'espresso | Multimedia


Una veduta notturna della città vecchia di Sana'a. Pier Paolo Pasolini fu tra i primi a battersi per la sua salvaguardia

Paradisi artificiali

Almeno metà della popolazione dello Yemen è dipendente da una droga, il qat. Che all'inizio stimola il desiderio sessuale e dà un senso di benessere. Ma alla lunga provoca impotenza o, peggio, il cancro. Nonostante gli allarmi, uomini e donne masticano questa erba. Che fa prosperare una perversa economia. Foto di Pablo Trincia. L'articolo
[26 febbraio 2008]

Collezione Dylan Dog -in ottimo stato - Un vero affare by Nick

Contatta il 3313495073

Gioca con Felix

Google Map

Il Minollo, Il sito del Buonumore

Comicsando - Tutto Sul Mondo dei Comics, clicca !