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giovedì 22 maggio 2008

Manara

Dove il fumetto erotico d’autore è firma di prestigio, il talento dell’illustratore come portavoce del raffinato comics di culto

 
 
Fumetti d’Arte: Milo Manara Fumetti d’Arte: Milo Manara Fumetti d’Arte: Milo Manara 



 
 

Parallelamente al movimento impressionista francese, che aveva sedotto il tradizionalismo pittorico dell’epoca coinvolgendo quella schiera "estremista" di pittori considerati più "liberali" per audacia evocativa, Vienna diviene la nuova capitale della pittura con il genio di un artista che ha saputo creare, dal classicismo teorico forgiato dalle regole accademiche suddivise tra studi e botteghe, quel nuovo movimento Secessionista che ha saputo unire il realismo con il simbolismo fantasmagorico riversato in temi erotico-culturali, fondato da Gustav Klimt (Baumgartner, 1862-Vienna, 1918). Origini plasmate nel nome del padre Ernst, orafo di professione, in una famiglia di sette fratelli di cui due seguiranno la vocazione artistica nello stesso Ernst pittore e Georg orafo. Qualità indiscutibili che segnano, quindi, il talento innovativo del giovane Klimt, che si iscriverà alla Scuola di Arti e Mestieri del museo austriaco per l’arte e l’industria, iniziando quel cammino riversato in quella maturazione di pittore che lo porterà a rinnovare quella concezione personale dell’immagine, nella trasfigurazione sapientemente dosata nelle tecniche stabilite dalla formazione e dalla sperimentazione. Una visione dell’universo femminile esplorato negli innumerevoli ritratti, che hanno saputo rievocare temi sapientemente elaborati, attingendo quasi da una forma di personale astrattismo, quest’ultimo sublimato dall’estro artistico di Piet Mondrian. Una carnalità spirituale dove l’erotismo non è mai associato al volgare, filtrando i cardini emotivi dell’artista con le imposizioni culturali dettate dal contemporaneo. Valori che possono essere accostati alla modernità illustrativa riversata nel fumetto d’autore associato al portavoce di quell’erotismo di culto firmato da Milo Manara.

Indiscutibilmente l’illustratore riconosciuto come padre di uno stile autentico che ha saputo mediare il fumetto con l’eros, Manara (Luson, 12 settembre 1945) ha plasmato la sua formazione tra il liceo Artistico e gli studi di Architettura, debuttando nel mondo del fumetto poco più che ventenne, come autore di una serie erotico-poliziesca pubblicata sulla collana Genius. Battesimo che lo ha poi iniziato in quella lunga serie di collaborazioni, che hanno segnato la produzione stimabile del disegnatore. Iniziamo con Tutto ricominciò con un’estate indiana, sui testi del suo maestro ispiratore Hugo Pratt, pubblicato sulla rivista Corto Maltese. Iniziazione a quell’esotismo intriso di avventura e verve filosofica, che può essere meno collegato all’estro pittorico di Klimt, non tanto nei soggetti trattati, ma nella ricercata chiave di lettura che può legare il culto dell’immagine realistica con la chiave di lettura simbolista che ha contraddistinto il genio del pittore austriaco. Riferimento ai primi lavori classici celebri dell’artista Klimt sono varie opere, tra cui L’interno del vecchio Burgtheater di Vienna, eseguito appena ventiseienne e vincitore dell’ambito Premio dell’Imperatore. Un capolavoro di realismo e tecnica pittorica che Klimt ha riversato anche in altre opere, quali Fanciulle con Oleandro (1890-1892) e l’altare di Dioniso (1886-1888), dove l’impressionante padronanza del talento lo ha poi portato a sperimentare ciò che lo stesso Van Gogh ha elargito nelle trasposizioni impressioniste curate nei ritratti d’ambiente, vedi il suo celebre I Selciatori (1889), accostabile a Viale nel parco dello Schloss Kammer di Klimt.

Si rivaluta dunque l’attinenza di Manara al vero simbolismo di Gustav, celebrato nel ritratto Amore, dove gli elementi esoterici e immateriali possono trovare delle analogie con il voyeurismo del disegnatore, certo più diretto a una sensualità a volte più spinta del necessario. Elementi che però conoscono la giusta dimensione nella stessa complice collaborazione con Federico Fellini, conosciuto nel 1985 e iniziatore a quel sodalizio di stima che ha portato alla realizzazione di manifesti di fondamentale importanza, quali L’Intervista e La voce della Luna, ultimo film del registra romagnolo. Uno stile, dunque, che ha visto Manara esprimersi nelle molte sfaccettature di un erotismo esplicito e denso di segnali elaborati, soprattutto per quanto riguarda le personali interpretazioni come riferimenti ai classici dell’arte di Klimt, vedi lo stesso Danae (1907-1908), mitica principessa fecondata nel sonno da Giove sotto forma di pioggia d’oro (ricollegabile al periodo aureo del pittore) e La Vergine (1912-1913), che ha conosciuto una personale versione di Manara, dove l’intreccio di corpi e il proprio dinamismo vengono reinterpretati dalla fantasia erotica del disegnatore.

Un talento plasmato dalla stessa rivista Playmen nel celebre Il Gioco versione Uno (1983) e Due (1991), che ha conosciuto, in seguito, una reinterpretazione cinematografica, accostato poi alla produzione considerata multimediale nei lavori Gulliveriana (1996) e Il Gioco del Kamasutra (1997). Milo Manara rappresenta, dunque, il cardine indispensabile tra cultura del fumetto e valore artistico, non sempre valorizzato da chi può stabilire i pregi di entrambi gli stili e le necessità, ma garanti di un talento che continuerà a devolvere produzioni di ineguagliabile maestria.

 

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