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Sono nato e vivo in una città che odio e amo : Napoli

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mercoledì 26 dicembre 2007

La Napoli che mi piace- La Napoli da Capire

Per non stare con le mani in mano, in questa giornata di pioggia, ho realizzato un videoclip con il moviemaker di xp. Il titolo è "La Napoli che mi piace" lo propongo qui sperando che piaccia anche a chi mi legge. Vi propongo anche un video di un gruppo hip hop napoletano che reputo molto interessante e che in questa clip ci parla di un altra Napoli. Volendo potete anche lasciare un commento. Nick

Piove

Vorrei sapere chi è che assicura che a Napoli c'è sempre il sole !Gallipoli mentre piove di Maria Rosaria Cristaldi

Stamani avevo intenzioni di uscire con mio figlio per fare una passeggiata verso il lungomare di Via Caracciolo, il tempo purtroppo non è adatto per questo proposito, infatti: Piove, piove come dio la manda. Questa giornata di Santo Stefano è iniziata all’insegna del cattivo tempo. E anche oggi, come ieri stiamo chiusi in casa. A volte penso che queste feste siano più un male che una cosa buona, brutta giornata a parte. Ieri sono venuti i parenti di mia moglie a festeggiare il Natale in casa nostra. Abbiamo mangiato come dei bisonti. In verità ho cercato di non esagerare, ma le pietanze cucinate con passione da mia moglie e da mia cognata sono state diverse e parecchie e per non fare la parte del guastafeste ho partecipato al lauto banchetto. Ho cercato di mangiare un po’ di tutto ma senza esagerare troppo con le porzioni, anche perché sono debole di stomaco e di passare la giornata a lamentarmi non mi andava proprio. Per la cronaca abbiamo messo la tavola per il pranzo verso le ore 14.30, e abbiamo finito di mangiare alle 20.30. Un vero tour de force culinario. Domani mi aspetta di nuovo il lavoro e per paradosso sono quasi contento. Si fa per dire. In realtà preferirei fare altro, tipo, la passeggiata che il cattivo tempo d’oggi mi ha negato. Sarà per un’altra volta. Nick

martedì 25 dicembre 2007

L'amore è un gioco perdente

Questa è la mia canzone preferita di questo fine anno. Auguri,Nick

lunedì 24 dicembre 2007

10 Woman song's for Christmas. by Nick




1) Patti Scialfa,Play around
2) Amy Winehouse, Love Is A Losing Game
3) Gabrielle,Show Me Love
4) India Arie,Beautiful
5) PJ Harvey,The devil
6) Diana Krall , Black Crow
7) Chloe,Around the clock
8) Imani Coppola,Black and white jingle 1
9) Joni Mitchell , Bad Dreams
10)Valerie Joyce,I say a little prayer for you

domenica 23 dicembre 2007

Buon Natale a suon di U2

Non potevo lasciare questo blog con la faccia del berlusca e del suo scagnozzo, che aprono i Post, cosi ho pensato di salutare, a quelli che sventuratamente si sono affacciati su questa pagina, con questo video degli U2 ( che stanno preparando il loro nuovo album proprio in questi giorni e che sembra sia un lavoro per molto versi "rivoluzionario", almeno dalle voci che girano sul web). Ciao a tutti gli amici e parenti che mi visitano e buon ascolto. Ci vediamo dopo le feste. Nick.

giovedì 20 dicembre 2007

La Confezione Regalo




Sotto il periodo delle feste, in questo caso, natalizie, è d'uso da parte di molta gente fare un "pensierino" ai loro avvocati, commercialisti, dottori, ecc. la maggioranza di questi regali sono confezioni contenenti uno spumante e un panettone o pandoro. Questa valigetta di cartone passa poi dal dottore al portiere del palazzo. Questi, ne ha già ricevute diverse, regalategli da altre persone del condominio, le ammucchia e poi le ricicla a sua volta. La famigerata valigetta passa di mano in mano, facendo chissà quanti giri. Provo ad immaginare: Il cliente del dottore, il dottore la passa al suo portiere che a sua volta la regala al commercialista, cha la passa al garagista, che la regala al benzinaio, che la porta all'avvocato che premuroso la regala (sigh) al portiere. Proseguendo ad libitum. P.S. Molto probabilmente, mi suggeriva un amico, finiscono di nuovo in fabbrica (detto scherzosamente, ho no?). Nico

mercoledì 19 dicembre 2007

Natale 2007



Il Natale si avvicina ed io mi sento triste. Come mai ? direte voi. Non lo so dico io. Vorrei saperlo, ma proprio non lo so. Non riesco a trovare in questa festa qualcosa che mi piaccia. Odio fare l'albero, anche se è una cosa che funziona ancora, per molti versi. A me non dice più niente. A mio figlio piace molto. Il fatto è che lui è un bambino e sotto l'albero aspetta i regali, specie quelli di gioco per la playstation o il Nintendo. Quindi per tirare una somma, direi che il Natale è fatto apposta per i bambini, per i grandi è una tappa successiva all'età che avanza e forse questo è un valido motivo per essere triste. Forever Young, cantava Neil Young, qualche anno fa, magari ! fosse cosi, magari.

Oggi per esempio, è uscita una bella giornata di sole. E per me quando c'è il sole c'è la vita. Ma, lo stesso non mi sento felice. Cosa mi sta succedendo ? perché non sono contento ? se tento di analizzare bene la cosa, posso trovare diversi motivi: il caro vita, il potere d'acquisto dello stipendio che si è dimezzato, potrebbero essere delle validi raggioni, credo però che i motivi siano altri e qui l'analisi si fa più difficile. Probabilmente è solo un giorno che non va. Magari domani sarò di buon umore e la vita mi sembrerà più bella. Un Nico che anche se triste non perde mai l'ottimismo.

martedì 18 dicembre 2007

Inverno - Estate


Una cosa che proprio non sopporto è l'Inverno. Non mi piace, non mi è mai piaciuto. Il fatto è che soffro di sinusite e l'umidità mi provoca dei lancinanti dolori di testa che curo con bustine di Aulin o Gocce di Novalgina. Si sa, questi medicinali sono efficaci, ma gli effetti collaterali incidono sul fegato e chissà su quali altri organi del corpo umano. Certo, se fossi ricco la cosa sarebbe diversa, non avrei bisogno di recarmi al lavoro con il motorino e beccarmi tutto quel freddo, pioggia e umido che l'inverno porta con se. Sono solo un comune mortale che purtroppo, per vivere, deve per forza lavorare e per adesso non posso cambiare. L'estate è tutta un'altra cosa. Amo l'estate e il perché non è difficile da intuire. Specie nei mesi di luglio e agosto a Napoli si sta benissimo. Tutti i miei concittadini vanno fuori per le vacanze estive e girare per la città semi vuota è un'esperienza che consiglio a tutti. Si possono apprezzare le cose belle che ci sono in giro. Il mare della riviera di Via Chiaia con il Vesuvio e il Castello dell'Ovo a fare da sfondo, il clima mite, e l'aria odora di malva rosa (piccola licenza poetica). Le passeggiate che spesso faccio con mio figlio diventano l'occasione per fargli apprezzare la mia città, con i sui palazzi antichi, la villa comunale, Posillipo, Marechiaro, Il Maschio Angioino, le strade di Spaccanapoli e chi più ne ha più ne metta. Come sarebbe bello, spesso mi chiedo, se tutte queste auto non ci fossero e tutta questa gente fosse di meno e più civile. Per me è fin troppo chiaro: Napoli non è fatta per l'Inverno e per la troppa gente. Troppo piccola per contenere la massa umana, troppo bella per sopportare l'inverno. Per amare Napoli, bisogna venirci e visitarla in estate. Durante l'inverno è meglio stare in casa. Nico

lunedì 17 dicembre 2007

Sovrappopolazione

    • traffico Uno dei problemi che questo nuovo millennio porta con se è sicuramente e inevitabilmente (credo), la sovrappopolazione umana nelle metropoli urbane. Ogni giorno sono invase dai suoi cittadini e dagli abitanti delle periferie, anch’esse sempre più affollate e numerose, a cui si aggiungono anche i flussi emigratori di cittadini extracomunitarii, legalizati e non. Le città scoppiano d’individui sempre più numerosi e sempre di più sono le automobili e veicoli vari, da quelli di uso privato a quelli commerciali , intasando le strade, sia cittadine sia di periferia e sia extraurbane. Nella mia città questa problematica ha raggiunto ormai dei livelli, "inaccettabili", e in questa frase in cui ho messo tra virgolette, se ci penso bene, mi sembra quasi un eufemismo e forse dovrei usare una parola più adatta:" disperazione" Ecco, questa mi sembra più appropriata. La stessa disperazione che mi prende, quando specie in questi giorni, devo per forza girare per le strade di Napoli. Molte volte per sfuggire al caos del traffico, con il motorino sono costretto a salire sui marciapiedi e questa è una cosa che, mio malgrado, devo fare per forza , altrimenti resto imbottigliato... La parola che uso per definire quel che vedo è: "Siamo troppi. ", quasi a giustificare l'assurdità e la moltitudine di moto e autoveicoli che si trovano in strada, sia stiano marciando e sia si trovino in stato di parcheggio, magari in doppia fila e con l'allarme blindato inserito. Penso a questo punto che ci vorrebbe una sorta di Napoli 2, per riuscire a decentrare un po di persone e rendere più vivibile la città. Altre soluzioni non si riescono a vedere. Sui nostri politici locali è meglio stendere un velo pietoso, " l'intellighenzia borghese" è dedita solo a fare soldi - e non importa come-, il proletariato è sempre più sottomesso ad un salario magro che, di fatto, lo rende un poveraccio in perenne ricerca di denaro. A chi santo bisogna votarsi ? mi domando... Confesso che la vedo nera. Allora è meglio rinchiudersi in casa a scrivere i post di questo blog, ascoltare la tua musica preferita, leggere qualche buon libro, cercando di esorcizzare il pessimismo che mi assale, quando circolo per le strade di Napoli.

domenica 16 dicembre 2007

Amarcord

La Domenica mi alzo tardi dal letto, così cerco di recuperare un pò di forze lasciate durante il periodo lavorativo. Il freddo di questi giorni poi, aiuta a poltrire di più rispetto alle altre volte che passo in casa la mia giornata di riposo settimanale. Questa mattina sotto le coperte ascoltavo alla radio alcune canzoni italiane e straniere datate anni 70. Tra un pezzo e l'altro, pensavo a come mi era sfociata la passione per la musica. Ricordo che ero bambino e proprio alla radio avevo ascoltato un brano di Riccardo Del Turco dal titolo "Luglio".

del turco

Quella canzone mi piaceva un sacco, forse perchè era un bel ritratto di un'infanzia passata sulle spiagge di Marechiaro insieme ai miei amici, in una Napoli solare e spensierata. Mi torna in mente anche un altro pezzo di quel periodo che mi piaceva molto : "Ho scritto t'amo sulla sabbia" di Franco I & franco IV.

fraco

Era una canzone estiva, di quelle che accompagnavano i ragazzi sui lidi degli stabilimenti balneari e che potevamo ascoltare mettendo la 100 lire nel Jukebox.Il vero colpo di fulmine Musicale, quello che mi spinse a comprare il primo 33 giri, fu "Oye Como Va" e "Flor De Luna" di Carlos Santana. Quei brani li ascoltai a casa di Enzo Caputo, un amico che abitava dalle parti di Piazza Ottocalli. Quella sera lui aveva tenuto un festa di compleanno e io fui invitato insieme ad altri ragazzi. Era anche un occasione per fare amicizia con persone nuove e di poter invitare qualche ragazza a ballare uno "Slow". Enzo Prese un LP; "Abrax as".

abraxas-s

Lo mise sul giradischi-marca geloso-, con quell'Album conobbi il ritmo ballando come un matto, mentre con il secondo pezzo tratto dal disco "Moonflower"

flor de luna

invitai la mia prima ragazza ad un ballo, con la chitarra straordinaria di Santana che mi faceva da sottofondo. Nico, nostalgico.

venerdì 14 dicembre 2007

Vento Freddo & Spazzatura

Il titolo di questo post potrebbe sembrare il nome di un gruppo di R&B anni 70 versione "Trash", ma l'ho voluto intitolare così per i motivi che andrò a descrivere:

Questa mattina tirava un vento gelido e le strade di Napoli erano piene di spazzatura a causa del fatto che la raccolta non è stata effettuata e chissà ancora per quanto tempo lo sarà. Praticamente, se non si sbrigano, invece di "Natale in casa Cupiello", faremo Natale nella "munnezza". Per recarmi al lavoro uso un motorino 50 comprato 7 anni fà. Percorrendo la strada che mi porta al Vomero, all'altezza di Via S. Rosa ho trovato un ingorgo di auto,di moto e autobus. Il caos era dovuto al fatto che alcune auto stavano parcheggiate in divieto di sosta lungo un tratto di enorme importanza per coloro che salgono e scendono dalla zona collinare. Un vigile che mettesse un pò d'ordine non lo trovavi per niente. I miei, purtroppo, incivili concittadini se ne strafregano di tutto e di tutti. Le istituzioni latitano, le forze dell'ordine pure, evviva la tarantella ! Alle ore 19.30 ho rimesso in moto il cinquantino per ritornare alla casa mia, tutto infreddolito e cosa trovo nel percorrrere il tratto di rientro ? Uno schifo da vomito ! Ecco cosa vedevo: Cassetti della spazzatura rivoltati per terra da chissa quale mano di criminale, schifezze per tutta la strada, freddo sempre più gelido e... Vento. vento, vento che portava lo schifo dapertutto. Napoli mi sembrava Beirut. Bassolino dove sei ? Jervolino cosa fai ? Post di Nico, avvilito.Spazzatura

mercoledì 12 dicembre 2007

Amy Winehouse

L'artista che più mi ha colpito in quest' anno, in verità un pò avaro in fatto di novità musicali, è sicuramente, Amy Winehouse. Il suo cd "Black to Back" è un piccolo Gioiello. La voce leggermente graffiante, il genere che strizza l'occhio al R&B anni 60, stile "Blues Brothers" (tanto che, la Band che l'accompagna è sia negli strumenti che nell'abigliamento un diretto omaggio ai fratelli del blues), vestono un Album di canzoni che raccontano di una vita vissuta "borderline" e ritraggono non solo una bravissima cantante ma anche una persona "Vera", che sfugge completamente da ogni clichè di cantante pop attuale,come purtoppo c'è ne sono, tutte costruite a tavolino da un'industria musicale che bada più all'apparenza che alla sostanza. Di sostanza in questa straordinaria artista c'è ne molta e si sente. Inoltre, vorrei segnalare che In questi giorni è uscito un suo dvd live dal titolo "I Told You I Was Trouble" e raccoglie un bellissimo concerto suonato a Londra, registrato con una qualità audio davvero ottima. Consigliato a chi ama la musica che riesce a dare ancora delle "Good Vibration". Nicoamy_winehouse-i_told_you_i_was_trouble-(dvd)-2007-front

martedì 11 dicembre 2007

NicoMedia

Quando ho iniziato a creare questo Blog per prima cosa ho pensato al titolo. Come chiamarlo, mi sono chiesto ?... In verità non avevo un idea ben precisa, così, senza arrovellarmi troppo il cervello, l'ho chiamato Nico Blog, dal mio diminutivo. Poi , andando avanti realizzavo il tutto, mi sono accorto che avevo messo molti argomenti che mi piacciono e che appartegono al mondo della "multimedialità". Il passo successivo è stato di chiamarlo "NicoMedia", solo per il fatto che suonava bene e che rispecchiava il nome dell'autore e dei contenuti della pagina digitale. Una Gentil signora, professoressa di storia e geografia mi faceva notare che Nicomedia è il nome di una città della Turchia. La cosa all'inizio mi ha sorpreso perchè non conoscevo questo luogo (confesso la mia ignoranza), così sono andato in rete e ho provveduto a colmare questa mia lacuna. Prima di riportare sulla pagina il risultato della ricerca, vorrei raccontare di un piccolo aneddoto : Qualche anno fa, partecipavo alla creazione di una radio locale come autore di un programma musicale( ne ho parlato in un Vecchio Post ), dovevo trovare un titolo al programma da presentare in "seconda serata" e pensando affondo, realizzai che, 1) trattavo di musica jazz, blues, e fusion, 2)i pezzi musicali che proponevo partivano dalle note che nascevano dal Blues. Quindi pensai ;"Blu Note", ma, scoprii che era già un locale di Parigi dove, suonavano molti musicisti Jazz e inoltre era ed è ancora una casa discografica americana specializzata in musica Afroamericana.

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Questo mi ha fatto pensare che ora come allora alcune analogie avvengono per le mie passioni che trovano poi riscontro con storie di altri persone e luoghi, mentre quella di Nicomedia credo che sia davvero solo un caso, o no ?

Per la ricerca sulla città turca, ecco cosa ho trovato su Wikipedia :

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Nicomedia è il nome con il quale è stata maggiormente conosciuta nell'antichità la città turca corrispondente all'attuale Izmit. Sorge sul golfo di Izmit del Mar di Marmara, e si trova a circa 100 km a oriente di Istanbul; è la capitale della provincia di Kocaeli e conta circa 210.000 abitanti.

Izmit è un importante centro commerciale e industriale. Possiede un porto molto attivo e si trova sulla più importante strada turca, quella che unisce Istanbul ad Ankara. Possiede una grande raffineria, industrie del cemento e della carta e un grande impianto della industria automobilistica Ford. Essa è anche un notevole città turistica, grazie a quanto rimane dei monumenti del suo glorioso passato.

Nell'antichità la città era chiamata Astaco o Olbia. Dopo una distruzione fu ricostruita intorno al 264 a.C. dal re ellenistico Nicomede che le diede il nome di Nicomedia. Fu scelta nel 284 da Diocleziano come capitale della parte orientale dell'Impero per la sua posizione strategica, nelle vicinanze dello stretto dei Dardanelli e dl Bosforo. Sotto Diocleziano venne molto arricchita e nel 303-304 vi fu costruita un'arena in occasione dei Vicennalia. Perse il ruolo di centro dell'Impero nel 330, con il trasferimento della capitale a Costantinopoli. Fu distrutta da un terremoto nel tardo IV secolo. Nel V secolo fu un centro dell'Arianesimo. Della città antica oggi resta solo qualche rovina del Palazzo imperiale di Diocleziano, tracce dell'acquedotto, una fontana del II secolo e resti nelle vicinanze del porto.

Il 17 agosto 1999 un terremoto di magnitudo 7.4 ha devastato la sua regione causando ben 14.000 morti.

Ultima Cena ad alta definizione

Sul sito: http://www.haltadefinizione.com/it/cenacolo/look.asp (potete anche cliccare il link) si raggiunge un portale che presenta alcune opere artistiche che si possono visionare con una tecnica di alta definizione tra cui l'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. La cosa interessante è dovuta dal fatto che puntando il mouse, si può indagare il capolavoro nei minimi dettagli. Consigliato a tutti quelli che hanno letto il romanzo di Dan Brown e non.

ultimecena

lunedì 10 dicembre 2007

Daniele Sepe - Musicista

Sono diversi anni che ascolto Daniele Sepe e devo dire che gli album che ho comprato non mi hanno mai deluso. Quello che più apprezzo dei suoi lavori è la varietà degli stili musicali che utilizza, in base ai quadri musicali che compone, senza mai essere banale o irriverente. Mi piace anche il suo modo di essere, ironico e allo stesso tempo pieno d' impegno sociale. Nei suoi album e nei suoi concerti, credo di avere scorto non solo un musicista valido, ma soprattutto un uomo, che probabilmente ne ha visto tante in questo mondo e con la sua musica tenta di descrivercelo,facendoci ora sorridere, ora riflettere e ora gustare la sua bravura compositiva e dei musicisti-quasi tutti campani-che suonano con lui. Nico. Il suo sito: http://www.danielesepe.com/ è ricco di altre storie e link utili.Daniele_Sepe.tif.big

domenica 9 dicembre 2007

http://sikym.blogspot.com/

Girando per i diversi blog di Blogger, il network che ospita il mio blog, ho scoperto il sito: http://sikym.blogspot.com/ . Fateci una capatina ci sono delle fotografie meravigliose, una vera delizia per gli occhi e per la mente. La foto che vi propongo qui sotto è Il mio sfondo del desktop. La trovate sul sito in questione. L'ho battezzata "beautiful Home". Magari le nostre città avessero questo tipo di architettura, sarebbero certamente più vivibili e la gente sarebbe di sicuro più felice. Nicobeautiful home

sabato 8 dicembre 2007

YouTube - Virus - Antonio Rezza


Ho Girato per You Tube e mi ha molto divertito questa clip di Antonio Rezza.
Cosa ne pensate ?


YouTube - Virus - Antonio Rezza

Niente è come sembra

Ho comprato alla FNAC un cofanetto contenente tre cose: libro, un film dvd e un cd live, prodotti da Franco Battiato, il titolo è; "Niente è come sembra". Lo consiglio, perchè con solo 17,00 euro ti porti a casa un bel pò di roba di qualità.

Il Film è una riflessione sui tempi che viviamo e sulle possibilità che abbiamo per poter cambiare il nostro indirizzo di vita. Battiato ci sugerisce con la lettura, l'ascolto e la visione, il suo punto di vista su cosa potremmo fare per vivere in modo più decente su questo mondo. Indirettamente e senza nessuna nessuna morale ci porta per mano e ci fa capire in sostanza che tutti noi esseri umani che tanto ci arabattiamo per sopravvivere, abbiamo invece una speranza, sta solo a noi volerla e tenderle una mano. Nel film c'è un bel cast di attori e le musiche sono bellissime. In particolare sono rimasto colpito da una scena di un imitatore di versi di usignolo, tanto che sembravo lui stesso un uccello e sono rimasto affascinato dalla lettura dei tarocchi fatta da Alejandro Jodorowsky che già conoscevo come regista e come sceneggiatore di fumetti insieme al grande Moebius. Per uscire dal grigiore che ci circonda ecco un bel raggio di luce composto da tre elementi : Suono, Visione e Letterattura. Nicobattiato_album Sito di Battiato

venerdì 7 dicembre 2007

e-songenapoli.com

Per trovare notizie inerenti alla classica canzone napoletana andate sul sito del mio amico Ciro Daniele.

per contatti: cirodaniele@libero.it

Il sito ve lo consiglio caldamente per il semplice motivo che il mio amico è un mostro d'informazioni su tutto

quello che riguarda i poeti e gli autori della canzone napoletana e non. Cliccate qui a fianco . Nico :Vincenzo Russo Poeta del popolo.Piccola biografia di Ciro DanieleVincenzoRusso

giovedì 6 dicembre 2007

Nicola-Klaus



Oggi è il mio onomastico S. Nicola che viene il 06.12. E a proposito di questa ricorrenza voglio ricordare una storiella (vado a memoria) che ho letto qualche anno fa: avevo tra le mani un fumetto di “Martin Mystere - Bonelli Editore- e nell’episodio si narrava di una leggenda che “forse” potrebbe avere più verità che fantasia. Il racconto era in parte questo: S.Nicola Vescovo di Bari, da giovane era un monaco errante dopo di molti e molti anni di girovagare e oramai stanco, decise di trascorrere un lungo periodo per riposarsi da quei tanti viaggi, in un paesino scandinavo. Siccome era abile a costruire con dei pezzetti di legno figure di animali e burattini e siccome amava molto anche i bambini, pensò di unire le due cose e si mise a regalarli ai loro genitori, che poi li regalavano a loro volta ai loro figlioli. Nicola era così bravo che la voce si sparse per tutta la regione del paese. I bambini, felicissimi, arrivavano con i loro genitori da ogni posto, per recarsi alla casa del costruttore di quei famosi giocattoli. Diversi anni dopo, quando Nicola si mise di nuovo in cammino per raggiungere la sua Bari, gli abitanti del posto pensarono bene di continuare quella tradizione e di dedicare quel luogo in suo ricordo e addirittura di continuare la produzione di quei giocattoli che rendevano e ancora adesso renderanno felici coloro che li ricevono in dono. Questa è più o meno, la storia di S. Nicola di Bari o se volete di Santa Klaus ( sembra che Nicola in scandinava si dica Klaus). Questa storia vera o finta che sia a me piace molto. Nico

lunedì 3 dicembre 2007

Il Presepe napoletano

Il presepe napoletano è una delle tradizioni natalizie più consolidate e seguite che si è mantenuta inalterata per secoli.

Origini

Il primo presepio a Napoli viene menzionato in un documento che parla di un presepio nella Chiesa di S. Maria del presepe nel 1025. Ad Amalfi, secondo varie fonti, già nel 1324 esisteva una "cappella del presepe di casa d'Alagni".

Nel 1340 la regina Sancia d'Aragona (moglie di Roberto d'Angiò) regalò alle Clarisse un presepe per la loro nuova chiesa, di cui oggi è rimasta la statua della Madonna nel museo di San Martino.

Altri esempi risalgono al 1478, con un presepe di Pietro e Giovanni Alemanno di cui ci sono giunte dodici statue, e il presepe di marmo del 1475 di Antonio Rossellino, visibile a Sant'Anna dei Lombardi.

Nel XV secolo si hanno i primi veri e propri scultori di figure. Tra questi sono da menzionare in particolare i fratelli Giovanni e Pietro Alemanno che nel 1470 crearono le sculture lignee per la rappresentazione della Natività.

Le prime figure in terracotta appaiono nel XVI secolo, come viene confermato da un documento notarile del 1532. In questo documento viene descritto un presepe con pastori in terracotta e dipinti che furono realizzati per un nobile di Sorrento, Matteo Mastrogiudice.

L'età d'oro

Un presepe allestito in una casa napoletana










Un presepe allestito in una casa napoletana

Nel Seicento il presepe allargò il suo scenario. Non venne più rappresentata la sola grotta della Natività, ma anche il mondo profano esterno: in puro gusto barocco, si diffusero le rappresentazioni delle taverne con ben esposte le carni fresche e i cesti di frutta e verdura e le scene divennero sfarzose e particolareggiate (Michele Perrone fu tra gli artisti principali in questo campo), mentre i personaggi si fecero più piccoli: manichini in legno o in cartapesta saranno preferiti anche nel Settecento.

Il secolo d'oro del presepe napoletano è il Settecento, quando regnò Carlo III di Borbone. Per merito della fioritura artistica e culturale in quel periodo anche i pastori cambiarono il loro sembiante. I committenti non erano più solo gli ordini religiosi, ma anche i ricchi e i nobili.

La scena si sposta sempre più al di fuori del gruppo della sacra famiglia e più laicamente s'interessa dei pastori, dei venditori ambulanti, dei re Magi, dell'anatomia degli animali. Benché Luigi Vanvitelli definì l'arte presepiale "una ragazzata", tutti i grandi scultori dell'epoca si cimentarono in essa fino all'Ottocento inoltrato. Goethe descrive il presepe italiano nel suo Viaggio in Italia del 1787:

.Ma il Museo della Certosa di San Martino è certamente il punto di riferimento per gli studi sul presepe Napoletano, oltre ai ricchi presepi ancora conservati integri a Napoli e altrove. Forse il più celebre e acclamato esempio di presepe napoletano è il presepe Cuciniello realizzato tra il 1887 e il 1889 ed esposto a San Martino; un altro celeberrimo, esposto talvolta a palazzo reale, è il Presepe del Banco di Napoli.

Nel Novecento questa tradizione è gradualmente scomparsa, ma oggi grandi presepi vengono regolarmente allestiti in tutte le principali chiese del capoluogo campano e molti napoletani lo allestiscono ancora nelle proprie case.

San Gregorio Armeno

San Gregorio Armeno

Oggi alcuni pastorai producono anche pastori che rispecchiano le personalità dei nostri tempi, quindi non c'è da meravigliarsi se si trovano personalità conosciuti nelle vetrine della caratteristica via San Gregorio Armeno, nel centro storico di Napoli, che è famosa in tutto il mondo per la produzione artigianale di presepi. Sono presenti mostre permanenti e negozi artigiani, che permettono di comprare e quindi costruire il presepe personale a proprio piacimento. Inoltre maestri artigiani costruiscono, oltre alle classiche statuette, pastori raffiguranti personaggi moderni, come ad esempio Totò, Pulcinella o altri personaggi del costume italiano.

In molti luoghi della Campania ci sono associazioni e gruppi di persone che ogni anno ripetono il rituale: agli inizi di Novembre danno l'avvio alla costruzione di presepi all'aperto che invitano a visitarli durante una passeggiata. Esistono anche esposizioni che vengono allestiti proprio in quel periodo.

Ricerca a cura di Simone Musella.

Napoli - Report


Oggi ho due cose da dire: 1) La mia squadra - Il Napoli- deve ridimensionare le sue ambizioni, visto che ieri ha subito una sonora sconfitta in casa dell'Atalanta. 5 pappine a 1 ( il gol del Napoli segnato da Sosa è -magra consolazione- stato sicuramente il più bello della partita). Ora bisogna che non perdano il morale e che facciano tesoro di questa "mazziata".










2) Su RAI tre dopo aver assistito alla trasmissione " Che tempo che fa", ho visto "Report" il settimanale (forse l'unico) della terza rete che si occupa di storie che vanno a scovare nei malaffare del nostro bel paese e che questo programma fa vedere come viene purtroppo, troppo spesso saccheggiato. Le inchieste di questa trasmissione stanno diventando lo specchio di un'Italia in mano ai sciacalli e la cosa assurda, come a detto anche la Litizzetto in una puntata di Fabio Fazio; è che il giorno dopo la trasmissione, uno si aspetterebbe delle iniziative da parte del governo e degli organi giudiziari, ma niente sembra trapelare dai giornali o da altri programmi televisivi. Milena Gabanelli, che è oltre come autore anche la presentatrice della trasmissione, in questa puntata ha sottolineato che questo pensiero della comica televisiva ( e anche un po di tutti quelli che seguono il programma) è vera solo in parte e che -non tutte- ma diverse iniziative nei confronti dei fatti denunciati sono state prese. E in questa puntata, che aveva come inchiesta la Moda italiana le ha dimostrate. Per il resto, il sottoscritto è convinto dell'idea che il governo e la magistratura dovrebbero ancora con più attenzione seguire il programma, perché lo schifo in cui stiamo precipitando è davvero troppo. Per chi volesse approfondire : http://www.report.rai.it

sabato 1 dicembre 2007

Inferno 5° Canto - Benigni


Giovedì su RAI UNO ho assistito allo spettacolo di Roberto Benigni, il primo di 13 puntate.
Nella prima Puntata ha raccontato con dovizia di particolari il 5° Canto dell' "Inferno", da "La Divina Commedia" di Dante Alighieri. Poi ha recitato tutto il passo a memoria, facendomi emozionare. Benigni è stato di una tale bravura che ho pianto e a voglia Vittorio Sermonti a criticarlo male. Qui vi propongo di leggere con attenzione il Canto che come dice benigni e di una bellezza strugente.

Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia

3 e tanto più dolor, che punge a guaio.
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;

6 giudica e manda secondo ch’avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;

9 e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte

12 quantunque gradi vuol che giù sia messa.
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,

15 dicono e odono e poi son giù volte.
"O tu che vieni al doloroso ospizio",
disse Minòs a me quando mi vide,

18 lasciando l’atto di cotanto offizio,
"guarda com’entri e di cui tu ti fide;
non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!".

21 E ’l duca mio a lui: "Perché pur gride?
Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote

24 ciò che si vuole, e più non dimandare".
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto

27 là dove molto pianto mi percuote.
Io venni in loco d’ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,

30 se da contrari venti è combattuto.
La bufera infernal, che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;

33 voltando e percotendo li molesta.
Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;

36 bestemmian quivi la virtù divina.
Intesi ch’a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,

39 che la ragion sommettono al talento.
E come li stornei ne portan l’ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,

42 così quel fiato li spiriti mali
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,

45 non che di posa, ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,

48 così vid’io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga;
per ch’i’ dissi: "Maestro, chi son quelle

51 genti che l’aura nera sì gastiga?".
"La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper", mi disse quelli allotta,

54 "fu imperadrice di molte favelle.
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,

57 per tòrre il biasmo in che era condotta.
Ell’è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:

60 tenne la terra che ’l Soldan corregge.
L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;

63 poi è Cleopatràs lussurïosa.
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi ’l grande Achille,

66 che con amore al fine combatteo.
Vedi Parìs, Tristano"; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,

69 ch’amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ’ cavalieri,

72 pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I’ cominciai: "Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,

75 e paion sì al vento esser leggeri".
Ed elli a me: "Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega

78 per quello amor che i mena, ed ei verranno".
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: "O anime affannate,

81 venite a noi parlar, s’altri nol niega!".
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido

84 vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,

87 sì forte fu l’affettüoso grido.
"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l’aere perso

90 noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,

93 poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,

96 mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende

99 per aver pace co’ seguaci sui.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona

102 che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,

105 che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense".

108 Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,

111 fin che ’l poeta mi disse: "Che pense?".
Quando rispuosi, cominciai: "Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio

114 menò costoro al doloroso passo!".
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri

117 a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore

120 che conosceste i dubbiosi disiri?".
E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice

123 ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,

126 dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;

129 soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;

132 ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,

135 questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

138 quel giorno più non vi leggemmo avante".
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangëa; sì che di pietade

141 io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

giovedì 29 novembre 2007

David Bowie Ziggy Stardust


All'alba degli anni 70, in Inghilterra, il rock diventa un ballo in maschera. Sotto le sgargianti luci dei neon, impazzano i giovani "dudes": neo-fricchettoni che trasformano i barbosi raduni eco-pacifisti dei loro cugini hippie in uno sfrenato festival del kitsch. Che sia "peace and love", insomma, ma senza più vincoli ideologici o politici di sorta. Trionfano così il disimpegno, il travestitismo e l’ambiguità sessuale, in un profluvio di lustrini e paillettes, piume e rimmel, stivali e tutine spaziali. E' il tempo del "glam-rock" e di una nuova ubriacante Swingin' London. "Rock'n'roll col rossetto", lo definirà John Lennon. In questo carnevale delle vanità, David Bowie centra la maschera perfetta: Ziggy Stardust. Un alieno androgino dalle movenze sgraziate, truccato come una drag queen e munito di parrucca color carota. E' lui "l'uomo che cadde sulla terra", il messia ("a leper messiah") di una rivoluzione rock che dura una stagione sola, il tempo che passa tra la sua ascesa e la sua caduta ("the rise and fall"). E in questa parabola c'è tutta la rappresentazione dell'arte di Bowie: la messa in scena del warholiano "quarto d'ora di celebrità", l’edonismo morboso di Dorian Gray, la parodia del divismo e dei miti effimeri della società dei consumi e, non ultimi, i presagi di un cupo futuro orwelliano.

venerdì 23 novembre 2007

The Darknight's Return


“Il Ritorno del cavaliere oscuro” in originale "The Darknight's Return", creato è disegnato da Frank Miller. E’ il primo fumetto che lessi dell’autore americano d’origine anglosassone. Mi recai dal “Supermarket del Fumetto” in Via Montesanto a Napoli. In quel periodo, più o meno una dozzina di anni fa, il fumetto americano stava attraversando un periodo molto fertile sia come quantità sia come produzione artistica. Sulla scena dei comics nuovi disegnatori e soggettisti provenienti soprattutto dal mercato inglese, davano linfa ai fumetti dei supereroi della Marvel e della DC Comics le due più grosse case di comics americani. Altre case editrici come per esempio la Dark Horse, si facevano conoscere sul mercato per una produzione che mirava soprattutto alla qualità degli autori. Erano diversi anni che i fumetti dei super eroi non si rinnovavano e la rivoluzione in questo settore la doveva soprattutto ad Alan Moore con il suo “Watchmen” che tratterò alla fine in un “post” dato che è un capitolo da affrontare con cura di dettagli ed analisi approfondita. Miller non è così facile, ma qui ci voglio provare. Dicevo sopra, che mi recai da Riccardo Siena, il proprietario del negozio di fumetti, che conoscendo la mia passione per i disegnatori, mi propose di leggere il volume in questione. Mi resi conto che mi trovavo davanti ad un lavoro che avrebbe cambiato il mio modo di leggere i supereroi. I disegni non erano di mio gusto, ma apprezzavo l’uso originale che ne faceva: le proporzioni esagerate dei corpi (scuola Jack Kirby), le scene dal taglio cinematografico, la cura dei dettagli, l’uso dei colori e il ritmo serrato dei dialoghi creavano un’opera che faceva tabula rasa di tutto quello che c’era prima. I personaggi principali anche loro sono completamente cambiati: Batman & Robin, il primo è un vecchio e l’altro un bambino. La storia si svolge in una Ghotam City cinica e corrotta dove i nostri due eroi, come novelli giustizieri cercheranno di portare ordine e giustizia. Dovranno affrontare diverse battaglie per poterlo fare e soprattutto dovranno affrontare la battaglia più dura: lottare per trovare se stessi, in un mondo che non li considera più. Finendo, posso affermare che l’opera di F.Miller è tra 'l’altro anche un’allegoria su di una società che tende ad emarginare chi è più debole e isola le persone che non fanno parte del mondo dei “Giovani e Forti”. Una denuncia ad un America edonista e Reganiana.Nico

giovedì 22 novembre 2007

La stazione della speranza.


Questa mattina ho raccontato una storiella a mio figlio. In sintesi, è la trama di un piccolo film o se vogliamo dire meglio, di un “corto”, che ho visto qualche anno fa. Il personaggio principale è un signore che per comodità chiamerò Vincente e abita in una piccola cittadina del sud francese. Il nostro riceve una telefonata d’assunzione lavorativa che gli dovrà cambiare la vita, anche perché si trova senza lavoro e con diversi debiti da saldare. Si precipita quindi, alla stazione del paese per prendere il treno che dovrà portarlo all’appuntamento (la ditta che dovrà assumerlo si trova in un altro luogo e Vincente non dispone di un automobile). Dopo un po il treno arriva e il nostro amico vi ci salta su tutto contento. Poco più tardi Vincente , si accorge che alcune fermate di altri posti che lui ben conosce, non vengono effettuate. Subito un dubbio lo assale: “ Mio Dio ! Vuoi vedere che ho sbagliato treno ?”. Preso dall’ansia si reca subito dal guidatore per avere la certezza che la "Sua fermata" sia effettuata, e l'autista gli dice: “Mi dispiace signore, questo è un diretto, doveva prendere un locale…”. Vincente si dispera e si mette a piangere, vede il suo sogno di poter cambiar vita, svanire come fumo davanti agli occhi. Questa scena fa impietosire il macchinista che preso dalla commozione, gli propone un’idea: “Senta signore, una volta che stiamo per arrivare alla sua destinazione, io rallenterò la corsa e le aprirò le porte”. “Mi raccomando salti subito a terra, perché il treno non posso assolutamente fermarlo”. La speranza si riaccende nell’animo del nostro protagonista. La "Sua" stazione si sta avvicinando. Il macchinista incomincia la manovra di rallentamento. Vincente è pronto per saltare. Salta…, ma…, che succede ? Nello stesso istante un'altra persona (che sempre per comodità chiamerò Paul,) si aggrappa al braccio di Vincente e sale sul treno ringraziandolo di averlo aiutato a salire e gli dice : “se avessi perso questo treno non me lo sarei mai perdonato, grazie, grazie, amico, grazie”. Il Treno si allontana velocemente dalla stazione, portando con se due anime agitate ma con due destini diversi. Morale: Stiamo attenti a non perdere il nostro treno. Nico

mercoledì 21 novembre 2007

Come un killer sotto il sole

Curiosavo tra lo scaffale dei libri nuovi in uscita alla FNAC http://www.fnac.it/it/ , quando i miei occhi si sono piombati su di un titolo: "Come un killer sotto al sole". l'ho sfogliato con avidità. Mi sembra un ottimo lavoro sulla produzione musicale e cronistoria ragionata dei testi di Bruce Springsteen. Da una prima impressione, il libro sembra scritto con criterio e competenza. Mi sono promesso di comprarlo anche per il fatto che seguo da tempo i lavori musicali del "Boss". Credo che questo libro sia utile, per capire meglio i testi delle canzoni ed il contesto in cui sono state realizzate, ma anche per riflettere sul pensiero di un americano che racconta di un "altra America". Nico - qui sotto trovate un'introduzione che ho preso dal sito della casa editrice del libro.

Bruce Springsteen - Come un killer sotto il sole
Il grande romanzo americano (1972 - 2007)
Aggiungi al carrello
«Tutti hanno un segreto, Sonny,
qualcosa che non riescono a guardare in faccia.
Alcuni passano tutta la vita a cercare di nasconderlo,
se lo portano addosso a ogni passo,
fino a che un giorno se ne liberano,
se ne liberano o lasciano che li trascini sul fondo,
là dove nessuno fa più domande
né perde tempo a guardarti in faccia,
nel buio ai margini della città.
»


I testi originali di cento e più canzoni, dal 1972 fino al 2007, con traduzione a fronte e note dettagliate.

Biografia di Springsteen, discografia, videografia e bibliografia complete, aggiornate fino all’ultimo album MAGIC.

Con un avvincente e documentato saggio introduttivo.

Prefazione di Ennio Morricone

Bruce Springsteen è uno dei musicisti più amati al mondo – e l’Italia non fa eccezione - ma è un musicista d’un tipo particolare: perché è prima di tutto uno storyteller, un “raccontatore di storie”.

Ogni sua canzone racconta la vita, o l’episodio decisivo della vita, di un ragazzo, di una donna, di una coppia, di un padre e un figlio; ogni sua canzone racconta un angolo degli Stati Uniti d’America, una strada, un deserto, un paese, una città.

Ecco perché Leonardo Colombati ha voluto dare a questa raccolta di canzoni il sottotitolo Il Grande Romanzo Americano, selezionando e traducendo di persona cento e più testi di Springsteen. Con questo libro coloro che hanno sempre amato l’opera del Boss potranno finalmente collocarla a buon diritto nella loro libreria accanto a libri di poesia come l’Antologia di Spoon River di Lee Masters, a grandi romanzi come Furore di Steinbeck, o Underworld di DeLillo.

E nel suo appassionato saggio introduttivo, Colombati mostra come sia possibile considerare questo “menestrello”, cantore della società americana così industriale e insieme così prossima alle radici popolari, alla pari dei grandi della letteratura.

Nel sontuoso apparato di note ai testi, Colombati ricostruisce le circostanze - spesso raccontate dallo stesso Springsteen - nelle quali le canzoni furono composte, e ne illumina il senso profondo ricostruendo il fitto reticolo di rimandi alla cultura popolare e “alta” così come alla storia sociale e politica degli States.

È on line il sito appositamente dedicato al libro: www.killerinthesun.com.



Codice ISBN: 978-88-518-0091-8
Pagine: 663
Prezzo di copertina: € 24,00
Prezzo scontato 10%: € 21,60


Leonardo Colombati è nato a Roma nel 1970. Il suo primo romanzo, Perceber (Sironi 2005); finalista al Premio Viareggio), è stato salutato come uno tra i più significativi degli ultimi anni. Il secondo, Rio, è uscito nel marzo 2007 per Rizzoli.
Redattore di «Nuovi Argomenti», collabora con «Il Giornale» e «Vanity Fair».
www.medicine-show.net è il sito della rivista musicale diretta da Colombati, alla quale collaborano, tra gli altri, Alessandro Piperno, Mario Desiati, Giulio Mozzi.
el libro.

James Senese ed Io. By Nico



Da ragazzo ho partecipato con alcuni amici alla costruzione di una radio locale (un po di anni fa ehm...). l'emittente si chiamava "Radio Saturno" - La cosa divertente e curiosa era perché credevo che il nome della radio fosse dato dal fatto che suonava bene, invece era il "diminutivo" di Saturnino cioè il nome del proprietario. La sede si trovava nei pressi di piazza G.Vico. Erano giorni frenetici per le radio emittenti, infatti il governo con la legge Mammì (l'allora Ministro) aveva emendato una norma che regolarizzava le frequenze e chi ne occupava il segnale doveva mettersi a posto denunciando per l'appunto la frequenza che occupava. Successivamente, una volta che il segnale era nostro, incominciammo la fase operativa. Al sottoscritto venne dato un programma musicale che battezzai "La Banda del Sole". Il titolo lo "presi in prestito" da un Album di Toni Esposito e proponevo come ascolto pezzi di artisti locali che tutta la stampa di critica musicale aveva definito come: "Neapolitan Power". Il capofila ed elemento trainante era Pino Daniele e su questo non ci sono dubbi. I musicisti napoletani in quegli anni era ambiti da tutto il sistema discografico italiano. Artisti di livello Internazionale partecipavano ai progetti di molti lavori di artisti partenopei. Insomma, era un periodo molto fertile per Napoli e per certi versi per tutto il sud musicale. In quel contesto Radio Saturno muoveva i primi passi. Un giorno venimmo a sapere che all'interno del Palazzo Fuga si organizzava un concerto di James Senese. Il direttore della radio mi inviò per fargli un intervista. Allora al pensiero di intervistare uno dei musicisti che aveva contribuito con la sua creatività al lancio di tutto il movimento, mi suscitava non poca emozione. L'intervista a dire il vero non andò benissimo, feci un errore, un errore da ingenuo: gli chiesi letteralmente - se la memoria non m'inganna-: " nell'ascoltare il concerto ho avvertito in alcuni pezzi "l'influenza dei Wehater Report specie nei giri di basso" lui si indispettì da quella domanda- anche se credo fosse più che altro una considerazione del tutta personale- e mi apostrofò in modo piuttosto veemente : "ma tu suoni?" e poi : " ma tu componi musica?". Dopo quelle risposte non dissi più niente. Turbato dal fatto che le mie parole lo avessero infastidito. In realtà faccio autocritica e dico che feci un peccato di superbia a fargli quell'appunto e lui fece bene a ricordarmi che non potevo, anche se le pensavo, fare quel tipo di domande. Dopo quella volta lo rivisto solo suonare in vari concerti dal vivo e la mia stima per lui, nonostante l'episodio non è mai finita, anzi continuo ad apprezzare sempre di più il vero "Nero a Metà" della musica Italiana ed internazionale. Carattere a parte. Nico
.

Sfondo - Napoli al tramonto


Cercavo nel web qualche sfondo per il desktop e ho trovato questo che vi propongo qui sopra e che rappresenta Napoli al tramonto. Cliccandoci sopra potete utilizzarlo anche voi per il vostro PC. A me è piaciuto, spero anche a chi ha letto questo post. Volendo potete lasciare un commento (che fa anche rima...). Certo, sarebbe bello che la mia città fosse sempre bella e serena come da questa foto. Purtroppo, diciamolo francamente: molti napoletani non se la meritano una città così bella. Le istituzioni locali stanno facendo poco e male per il rilancio della città. Bassolino e Company, fanno acqua da tutte le parti e la camorra in molte zone periferiche la fa da padrone. Il grosso della Borghesia napoletana è assente e complice di un degrado davvero demoralizzante. Spero solo che qualcosa succeda, che le nuove generazioni abbandonino il mito del danaro facile e puntino al rispetto del luogo dove vivono, cercando di valorizzarlo e non come fanno adesso - tanti,troppi-, trascurandolo. Se volessi tirare una conclusione potrei dire che Napoli è come una bellissima fidanzata che se non le vengono date le giuste attenzioni, prima o poi ti tradisce. Anche se in questo caso a tradire sono molti-troppi-napoletani.Nico

martedì 20 novembre 2007

La Sirena Parthenope

Questo bell'articolo su la sirena partenopea simbolo di Napoli lo trovate sul sito http://www.ilportaledelsud.org


La Sirena Parthenope

di Ciro La Rosa

Prima di trovare la sistemazione in Palazzo San Giacomo, la statua di Marianna a capa e' Napule si trovava abbandonata in un cantone di Piazza Mercato (vicino al mare); poi fu posta su di un piedistallo per volere di un anonimo cittadino nel XVIII secolo.

Ha assistito a tutta la storia di Napoli, partecipandovi anche. I Napoletani avevano con lei un rapporto affettivo contraddittorio, sfogavano su di lei tutti i malumori di un popolo oppresso, poi tornata la calma rimediavano i danni riportati; durante la rivolta di Masaniello, del luglio 1647, nel periodo dei Vicerè spagnoli, le venne rotto il naso. Un altro pericolo serio lo corse all’epoca della Repubblica Partenopea del 1799, stato satellite della Francia, invisa al popolo fedele a Casa Borbone, il quale la identificò con la “Marianna” simbolo della Repubblica Francese, nome che le rimane tutt’ora; ma a salvarla fu quell’atavico e misterioso senso di rispetto dovutole che la faceva ritenere sacra. Infatti, era, 20 secoli prima, parte di una statua che rappresentava la Sirena Parthenope (dal greco arcaico: vergine dalla voce di fanciulla) che aveva dato il suo nome al primo nucleo di quella che sarebbe stata la città di Napoli.

Napoli è una delle città più antiche d’occidente, le sue memorie risalgono al IX secolo a.C., quando approdarono sull’isolotto di Megaride (Megharis), dove ora sorge Castel dell’Ovo, i primi coloni greci creando un insediamento, nel IV secolo a. C., chiamato Palepolis, tra l’isolotto, Monte Echia e il leggendario fiume Sebeto. Essi provenivano dall’isola di Rodi portando con loro il culto orientale delle Sirene (esseri mitologici con la testa di donna e il corpo d’uccello e poi rappresentati metà donna e metà pesce) che si diffuse in tutto il sud del Mar Tirreno.

Gli scogli delle Sirene, delle quali si parla anche nell’Odissea, sarebbero, secondo la leggenda, quelli di fronte Positano oggi chiamati “Li Galli”, il cui primitivo nome era Sirenusse (ultimo proprietario fu il ballerino Rudolf Nuraiev), così le origini di Napoli si intrecciano con la storia, la leggenda ed il mito di Ulisse, la terra Campana è indissolubilmente legata al nome di Omero, e dello stesso Ulisse, delle cui più memorabili avventure è stata teatro.

Isolotto “Li Galli”

La Maga Circe (il cui sito, secondo il mito, è posto nel Basso Lazio, oggi Parco Nazionale del Circeo) aveva messo in guardia Ulisse contro il canto delle Sirene, ma se avesse voluto ascoltarle, avrebbe dovuto turare con la cera le orecchie dei suoi compagni e farsi legare all’albero maestro della nave. Nella luce abbagliante del mezzogiorno facevano sentire la loro melodiosa voce, nascondendo tra i fiori i resti dei marinai che non avevano resistito al loro richiamo lasciandosi morire sugli scogli. Seducendo non solo con il canto ammaliante ma anche con le parole, promisero ad Ulisse che avrebbero rivelato i segreti della conoscenza e di tutto quello che avviene in ogni tempo e luogo della terra, egli cercò di liberarsi ma i suoi compagni lo legarono più strettamente, così la nave passò oltre e si salvarono.

Il canto delle Sirene ad Ulisse

Le Sirene erano divine, ma non immortali, fallendo il loro potere di incantatrici nei confronti di Ulisse, si uccisero precipitandosi dagli scogli, queste erano le figlie nate dall’unione di Acheloo, divinità fluviale, con una delle Muse: Leucosia (la bianca), Parthenope (la vergine) e Ligea (dalla voce chiara).

Il corpo di Parthenope fu portato dalle correnti marine tra gli scogli di Megaride, e lì gli abitanti trovarono la dea, con gli occhi chiusi nel bianco del viso e i lunghi capelli che ondeggiavano nell’acqua. Venne posta in un grandioso sepolcro, diede nome al villaggio di pescatori e divenne la protettrice del luogo, venerata dal popolo e onorata con sacrifici e fiaccolate sul mare. Non si sa dove possa essere la sua tomba, (vera o leggendaria), studiosi, archeologi hanno creduto di localizzarla sulla collina di Sant’Aniello a Caponapoli, sotto le fondamenta della chiesa di Santa Lucia, costruita sul tempio dedicato a Partenope, sull’isolotto di Megaride, nel sotterraneo di Castel dell’Ovo. Megaride è un luogo incantato della città dove confluisce la storia, il mito, il primo approdo dei Greci e del ritrovamento del corpo della dea, che continua con la leggenda del mago poeta Virgilio….dove collocherà qui le sue ossa.

Concludo con le parole della scrittrice napoletana Matilde Serao: “… Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene, ….quando vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante, quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate è la sua voce che le pronunzia, quando un rumore di baci indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i baci suoi, quando un fruscio di abiti ci fa fremere è il suo peplo che striscia sull’arena, è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non muore, non ha tomba, è immortale ...è l’amore.

Ciro La Rosa

Fuorlovado -http://www.rinozurzolo.it/



Oggi voglio parlare di un musicista napoletano che ammiro molto, sia come artista che come uomo. Parlo di Rino Zurzolo. Molti lo conoscono come bassista di Pino Daniele e a giusta ragione è definito un eccellente Musicista. Ma non tutti conoscono i sui lavori da solista e qui vorrei parlarvi di un cd che ho avuto modo di comprare ed ascoltare un po di tempo fa (1990) e che credo sia ancora attuale nel panorama della Word Music. Il Lavoro di Zurzolo si chiama "Fuorlovado" e consiglio a tutti di trovarlo nei migliori negozi di dischi. Intendiamoci, Zurzolo a prodotto diversi album da solista e diversi ho avuto modo di ascoltarli, ma questo che è il suo primo lavoro, è per me un vero capolavoro. Nel caso volete approfondire vi segnalo il suo sito che tra l'altro è molto bello. Addirittura se passate il mouse sul pentagramma potrete suonare il suo Contrabbasso.Nico

Syberia - Videogames per PC.


Alcuni mesi fa ero in vacanza e mi sono portato per il tempo libero un gioco che avevo trovato alla FNAC di Via Luca Giordano. Syberia, il titolo e la protagonista avevano uno sfondo grafico invitante, così, l'ho comprato ed insieme a mio figlio Simone abbiamo passato delle ore davvero divertenti con questo gioco dalla grafica eccezionale e dalla trama coinvolgente.
Il belga Benoît Sokal è considerato oggi come uno dei maggiori personaggi nel mondo del fumetto. Illustratore raffinato e non banale, oltre che inventore di personaggi molto caratterizzati, Sokal pochi anni fa ha esplorato anche il mondo dei videogames grazie al suo Syberia del 2002, un'avventura grafica dal fascino e dalla qualità vincenti, oltre che fornito di una trama coinvolgente.
Qui una scheda ben dettagliata spiega di cosa si tratta:
Il suo sequel, Syberia II, riporta dunque l'atmosfera incantata e sognante dei paesaggi fantasy, dei mammouth e dei personaggi bizzarri, ma simpatici e fascinosi.
Torna soprattutto Kate Walker, l'avvocatessa americana che, dopo una lunga ricerca era riuscita a trovare Hans Voralberg, il vecchio artigiano di giocattoli e di congegni meccanici, che alla fine le aveva venduto la sua azienda.
Ma Voralberg ha un'ossessione: quella di trovare l'isola dimenticata di Syberia, una terra lontana dai confini del mondo abitato, dove i mammouth scorrazzano liberi e selvaggi…
Syberia rappresenta l'Isola che non c'è di Peter Pan, un mondo incantato a cui la fredda razionalità impone di non credere. Figurarsi quello che può significare per per un serissimo avvocato…
Eppure a Kate Walker manca qualcosa, in fondo non è soddisfatta come persona. E qualcosa le dice che Siberia esiste davvero. Poi c'è quell'atmosfera incantata, quella neve sulle colline, quei buffi personaggi non usuali per lei. Il treno lascia così Aralbad sotto una fitta nevicata. Kate, Hans e l'automa Oscar, arrivano infine a Romansbourg nell'estrema periferia della Russia, prima tappa di una ricerca forse impossibile, ma che schiude tutto ad un tratto le ali della libertà.
La trama del gioco è senz'altro molto affascinante e ricca di spunti, e si adatta abbastanza alla tipologia di gioco, un'avventura punta e clicca dai comandi semplici e poco complessi. In sostanza, ci si troverà a gestire i movimenti di Kate, risolvendo enigmi, esplorando l'ambiente circostante e parlando con i vari personaggi per trovare informazioni ed oggetti che possano condurre alla fine a Syberia. Certo, va detto subito che si tratta di un tipo di gioco forse più adatto ad un PC che una PS2, con alcuni spunti interessanti, ma anche con una limitata interattività, cosa che per utenti della console Sony non è certo usuale.
Graficamente, il gioco è di buon livello, sebbene la gran parte del comparto visivo sia prerenderizzato. I fondali statici sono comunque di ottimo livello visivo e lasciano trasparire l'impronta francese dei disegni originali di Sokal. I protagonisti sono tutti ben caratterizzati e piacevolissimi da vedere, da Hans a Kate (vagamente somigliante a Lara Croft, per le forme generose ed i tratti del viso) dall'automa-umano Oscar ai tanti personaggi di contorno che contribuiscono a rendere l'atmosfera del gioco magica e ricca di fascino.
In più, è evidente la cura per i dettagli che traspare dagli alberi che si muovono spinti dalla brezza invernale, dalla neve che ricopre le colline, dalle impronte che si lasciano al passaggio e da tante altre piccole cose che fanno la differenza fra una bella grafica ed una eccellente.
Anche le animazioni di Kate Walker e dei vari personaggi sono di buon livello e rendono le loro movenze credibili e quasi sempre prive di "scatti".
Non mancano comunque un paio di note stonate nel comparto. Innanzitutto, il non tempestivo aggiornamento dei fondali fra un settore ed un altro. Per comprenderci, il meccanismo è quello di Resident Evil fra una stanza ed un'altra. Qui non ci sono le porte divisorie, ma anche in questo caso fra le varie locazioni dei livelli l'aggiornamento non è immediato e dura un paio di fastidiosi secondi. L'altra lacuna riguarda la cattiva gestione delle telecamere, che spesso non riescono tempestivamente ad inquadrare le fasi dell'azione, impedendo così una visione ottimale degli ambienti. Una lacuna importante, dato che per la risoluzione di molti enigmi sarà necessario visionare attentamente i fondali alla ricerca dell'oggetto giusto.
Il sonoro del gioco è di un livello più che discreto e riesce ad accompagnare bene le ambientazioni e gli scenari di gioco. Il parlato -essenziale per capire i personaggi e le ambientazioni e conseguentemente risolvere vari enigmi e proseguire nell'avventura- è doppiato in un buon italiano, comprensibilissimo e privo di strafalcioni linguistici. Azzeccata anche la scelta delle voci dei personaggi.
La colonna sonora che accompagna le azioni di gioco appare qualitativamente raffinata ed anche parecchio suggestiva e coinvolgente. Più che sufficiente anche il livello degli effetti sonori, realistici e generalmente appropriati.
La giocabilità è sempre un fattore da valutare attentamente ma più che mai in questo caso, data la tipologia di gioco. Diciamo subito che, essendo il gioco un'avventura punta e clicca, in Syberia II ovviamente l'azione non è frenetica e non si hanno repentini colpi di scena o missioni a velocità mozzafiato. Nel gioco il ritmo scorre lento, ed il piacere di scoprire qualcosa in più momento per momento è forse la sua attrattiva principale. Più che il fattore divertimento immediato, qui si stimola l'attività cerebrale, come quando si legge un buon libro e le pagine scorrono una dopo l'altra svelando a poco a poco trama ed intrecci della storia.
Per questi motivi, è ovvio che coloro che preferiscono gli arcade tutta velocità ed azione non troveranno grandi soddisfazioni nel gioco ed anzi lo troveranno frustrante e noioso. La meccanica di gioco è infatti piuttosto semplice e ripetitiva: interagendo con i vari personaggi presenti bisogna cercare di risolvere i vari problemi pratici e le missioni che di volta in volta il gioco propone, generalmente del tipo: "trova l'oggetto X per attivare il congegno Y" e così via.
Detto questo, una parola va spesa per il sistema di controllo, facile ed immediato, sebbene spesso non calibratissimo per quanto riguarda le azioni con i vari oggetti. La levetta analogica sinistra gestisce i movimenti Kate, la X serve come tasto azione, il quadrato per correre ed il cerchio come scelta dell'oggetto da usare. In più, Kate ha sempre con sé il suo telefono cellulare che serve per comunicare all'esterno con determinati personaggi.
La longevità è sufficientemente ampia, sebbene non si parli certo di decine di ore per il completamento del gioco. Quattro "mondi" compongono l'universo di Syberia II, e certo non sarà facile arrivare a completarli tutti, data anche la discreta difficoltà nella risoluzione di alcuni dei puzzle indispensabili per proseguire nell'avventura. Certo, una volta che il gioco è concluso, sarà difficile che lo si riprenda per una nuova partita dato che il fattore rigiocabilità è quasi inesistente, a meno di non voler solo immergersi nell'atmosfera fatata che il gioco contiene in sé.
Concludendo, Syberia II è uno di quei giochi che si amano o si odiano, senza mezze misure. Si tratta infatti di un'avventura stile PC con un suo intrinseco fascino e un'ambientazione nella quale ci si immerge senza riserve, ma anche senza grande libertà di azione (l'esplorazione dei vari livelli è infatti basata su schemi ben precisi). E - come già sottolineato prima- certo rappresenta un videogame privo di quelle caratteristiche che vanno di moda oggi, ossia velocità, azione ed effetti speciali.
Insomma, un titolo adatto forse a pochi amanti del genere, per i quali la sua valutazione sarà senz'altro buona. Ma per chi ama qualcosa di più immediato e ricco di azione, Syberia II rappresenterà solo un titolo irritante e assolutamente inutile da giocare. Il voto finale è dunque solo indicativo, e rappresenta un premio alla bella ambientazione ed al fascino di quest'avventura atipica.

La Kriptonite nella borsa

Ho letto questa mattina sul "ilNapoli" edizione digitale, il lancio di questo nuovo libro dello scrittore Ivan Cotroneo, dal titolo "La kriptonite nella borsa". Il romanzo si svolge a Napoli è la cosa mi ha incuriosito. Ho fatto una piccola ricerca sul web ed ho trovato alcune cose che qui propongo. Resta sospeso il fatto che il libro bisognerà leggerlo per poterne dare la giusta critica.
Ivan Cotroneo



Ivan Cotroneo è nato a Napoli nel 1968. Diplomato in sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia,ha vinto tra gli altri il premio Solinas e il premio Moravia.
Per il cinema ha scritto sceneggiature per Pappi Corsicato e Daniele Luchetti, fra gli altri. Per la televisione ha scritto diverse fiction ed è autore di spettacoli comici come L'Ottavo Nano e del talk show Parla con me. Ha scritto radiodrammi e ha adattato romanzi per il teatro.
Da quattro anni tiene un laboratorio di sceneggiatura cinematografica e televisiva presso il DAMS, Terza Università di Roma.
Èil traduttore per l'Italia delle opere letterarie di Hanif Kureishi e Michael Cunningham.
Collabora inoltre con diverse riviste, fra le quali Rolling Stone e Rodeo.
Ha pubblicato nel 1999 la raccolta Il piccolo libro della rabbia e nel 2003 il suo primo romanzo Il re del mondo.

In una Napoli surreale

con il libro di Cotroneo

1973. E si pensa Napoli al

tempo del colera, in una rovente

fine di agosto. La città in pochi

giorni fu in ginocchio. Il sistema

sanitario si trovò impreparato,

e arretrato. Lallarmismo

ingigantì isteria e paure

ancestrali. Napoli ritornò, in un

soffio, ad essere una città di inizio

ottocento. Invece, nel 1973,

cera anche unaltra Napoli, dove

un tale si crede Superman e

cerca di fermare un autobus in

corsa a Piazza Municipio. Si

chiama Gennaro, ovviamente

ha paura della kriptonite, ed è

uno dei personaggi del nuovo

libro di Ivan Cotroneo: la krip

tonite nella borsa (Bompiani)

Qui sotto la copertina


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