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Sono nato e vivo in una città che odio e amo : Napoli

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venerdì 27 giugno 2008

Bjork & Sigur Ros in diretta Web

Un concerto tutto islandese e tutto ambientalista, sabato sera sul sito di NatGeo Music, in diretta da Reykjavik.

Lei è uno dei personaggi più stravaganti, creativi e influenti degli ultimi quindici anni.

Loro sono uno dei gruppi più apprezzati apparsi sulla scena musicale alternativa del Terzo Millennio. Entrambi arrivano dall'Islanda e proprio nella capitale della madre patria suoneranno domani sera, in un concerto gratuito organizzato per difendere il paesaggio naturale del paese dal crescente sfruttamento industriale. Il doppio show di Bjork e Sigur Ros si chiamerà "Náttúra concert", si svolgerà ai Giardini Botanici di Laugavegur, vicino al centro di Reykjavik e sarà trasmesso in diretta video sul sito di NatGeo Music, il canale "musicale" del network National Geographic. Il Webcast durerà tre ore e l'orario di inizio è fissato alle 19.00 GMT (le 21.00 in Italia).
Nelle prossime settimane Bjork e i Sigur Ros saranno anche protagonisti di alcuni concerti nel nostro paese. La camaleontica signora Gudmundsdottir sarà il 25 luglio all'Auditorium Parco della Musica di Roma e il 28 luglio all'Arena di Verona. I Sigur Ros suoneranno invece l'11 luglio a Firenze (Giardino di Boboli), il 12 a Roma (sempre all'Auditorium Parco della Musica) e il 13 a Milano (Arena Civica).

Ragazzi, attenti alle “trappole” di internet

Manca un’adeguata cultura sul corretto utilizzo e sulla prevenzione. L'allarme è stato lanciato da Telefono Azzurro che nel corso di un convegno realizzato il 26 giugno a Roma ha diffuso i dati di un'indagine a campione che evidenzia l'ampio uso tra i minori delle nuove tecnologie: il 33,6% dei bambini si collega ad internet senza il controllo di un adulto.

Giovani e computer: più che un rapporto in crescita si potrebbe ormai definire una sorta di “osmosi”. Il 93,3% degli adolescenti e l'82,2% dei bambini afferma infatti di utilizzare ormai il pc al pari di uno strumento familiare. L’utilizzo massiccio del computer non è tuttavia accompagnato da un’adeguata cultura sul corretto utilizzo e sulla prevenzione di “trappole” o insidie che soprattutto internet spesso presenta durante il suo utilizzo. Anche perché il 33,6% dei bambini si collega ad internet senza il controllo di un adulto. L'allarme è stato lanciato da Telefono Azzurro che nel corso di un convegno realizzato il 26 giugno a Roma ha diffuso i dati di un'indagine a campione che evidenzia l'ampia uso tra i minori delle nuove tecnologie.
Ebbene, internet, videotelefonini e videogiochi sono ormai compagni di vita della maggior parte dei nostri ragazzi. I numeri parlano chiaramente: il 48,2% dei bambini non nasconde di navigare in Rete per scaricare musica, il 52,6% cerca informazioni di proprio interesse, mentre il 40,2% lo utilizza per motivi di studio. Comunica tramite e-mail il 19,3, legge e scrive sui forum regolarmente il 16,5% e chatta il 15,9% dei bambini.
La maggioranza dei giovani navigatori (52,6%) comunica tramite la posta elettronica; il 48,9% comunica tramite chat, il 44,2% si intrattiene con i videogiochi; il 28,1% legge i blog , il 17,1% partecipa a giochi di ruolo, il 16,3% a forum. I ragazzi navigano per il 74,8% dei casi da soli.
Per arginare il fenomeno, durante l’incontro lo stesso Telefono Azzurro ha chiesto la protezione dei dati personali dei minori, sia durante le loro esperienze di navigazione online (così come nelle pronunce del Garante), sia quando sono oggetto di fatti di cronaca sul web e soprattutto un nuovo codice di autoregolamentazione degli operatori con una specifica attenzione al mondo dei videogiochi ed al web con l'adesione di tutti gli stati europei al sistema di classificazione dei videogiochi "Pegi".
Sarebbe poi auspicabile – sempre per Telefono Azzurro - la diffusione di una cultura dell'uso critico e consapevole della Rete, a partire dall'educazione e formazione di genitori, insegnanti ed educatori e con percorsi didattici elaborati con la scuola e nella scuola. L’associazione chiede anche che la Commissione Giustizia prenda in considerazione, contrariamente a quel che accade oggi, il reato di "pornografia minorile virtuale". Ma anche che la Commissione Europea prenda in esame la possibilità di cofinanziare tutti i servizi statali preposti alla raccolta di segnalazioni di contenuti on line illegali o potenzialmente dannosi.

Brian Eno al museo 'Madre' di Napoli

 

SUONI E COLORI

Due installazioni di Brian Eno
al museo 'Madre' di Napoli

Associare il movimento della luce alle infinite variazioni del suono. E' la poetica dell'artista-compositore inglese che pensa l'opera d'arte come qualcosa in divenire

 

Brian Eno Napoli, 24 giugno 2008 - 'Surrender lounge proposal. 77 milion paintings' e 'Aurelia', sono le ultime opere di Brian Eno, progettate appositamente per gli spazi del museo di arte contemporanea di Napoli. La prima già conosciuta al pubblico napoletano, mentre la seconda è composta da un incrocio di suoni di 8 campane non sincronizzate, trasmessi da riproduttori posizionati all'interno del cortile del museo.

Nell'esprimere le proprie emozioni, soprattutto attraverso i colori, si sente molto più mediterraneo che inglese  Brian Eno, il famoso compositore, musicista ed artista inglese, che sarà presente al museo 'Madre' di Napoli fino al 15 settembre. ''E' da tempo che associo il movimento della luce con le infinite variazioni del suono - afferma l'artista - . Le mie opere coniugano la staticità classica della pittura con il movimento della musica intrecciandole insieme e creando un luogo astratto dove l'anima trova un momento di riposo. L'arte - prosegue Eno - per natura sfida, mette in discussione chi la osserva creando emozioni contrastanti. Il mio obiettivo è trasmettere una serenità che nasce da un senso di 'resa' , una delle emozioni più importanti dell'essere umano''.

'Surrender lounge proposal. 77 milion paintings' propone un 'quadro' di plasma che mostra all'infinito una serie di combinazioni di colori e musiche gestite da un software che compone, appunto, 77 milioni di immagini diverse tra loro e 9000 sarebbero gli anni necessari per vedere tutte le possibili combinazioni tra suoni ed immagini. ''E' il futuro dell'arte - spiega - creare un'opera d'arte incompleta ma sempre in evoluzione. Pensate ad un giardino, l'uomo che semina vede solo in parte il suo lavoro che continuerà a vivere ed evolversi anche dopo la sua scomparsa''. Anche 'Aurelia' è in divenire, i rintocchi si sovrappongono ad intervalli irregolari realizzando un armonico/stonato intreccio di suoni. ''Ho provato un primo montaggio - racconta Eno - ma non mi ha soddisfatto. Anche l'attuale mescolanza di suoni non mi soddisfa. Probabilmente la cambierò''.

mercoledì 25 giugno 2008

Napoli, tutti in coda in tangenziale continua la protesta di Chiaiano

 

Lunghe file di auto per la manifestazione contro l'apertura della discarica
"Solidarietà con Agnano e Bagnoli dove sarà realizzato l'inceneritore"

Nella notte una cinquantina di roghi di spazzatura in tutta la provincia


Napoli, tutti in coda in tangenziale continua la protesta di Chiaiano

La tangenziale di Napoli durante la manifestazione contro la discarica di Chiaiano

NAPOLI - Continuano le proteste contro la futura discarica di Chiaiano, mentre si registrano ancora roghi di rifiuti a Napoli e in provincia.

Un centinaio di auto condotte dai cittadini di Marano, Mugnano e Chiaiano sono entrate stamane nella tangenziale di Napoli, percorrendola a bassa velocità per circa 15 chilometri, creando enormi disagi agli altri automobilisti. La protesta è nata contro la decisione del governo di aprire al discarica in una delle 13 cave di Chiaiano.

Il corteo era composto da 139 auto "tante quanti - ha spiegato Antonio, uno dei componenti del comitato - sono gli autocompattatori che ogni giorno passeranno da Chiaiano e Marano", per recarsi alla cava. Le vetture sono entrate dallo svincolo di Arco Felice, alle porte di Napoli hanno percorso una quindicina di chilometri scortate dalla polizia stradale poi, senza mai lasciare l'autostrada cittadina, hanno imboccato lo svincolo dell'Arenella ed hanno compiuto il percorso all'inverso.

Il 'muro' di auto era scortato, in testa e in coda, dalla polizia stradale. Le altre auto sono state tenute ad una distanza di circa 7-800 metri dalle vetture condotte dai manifestanti. La protesta ha avuto inizio alle ore 10,30 e secondo quanto riferito dalla Tangenziale di Napoli spa, si è conclusa alle ore 12,10.

"E' una forma di protesta - ha aggiunto il rappresentante del comitato - che è stata organizzata anche in segno di solidarietà con le popolazioni di Agnano e Bagnoli dove sarà realizzato l'inceneritore. Con noi oggi anche rappresentanti delle amministrazioni comunali toccate dalla discarica, a dimostrazione della forte unità della protesta".

Ieri alcuni rappresentanti dei comitati del 'no' avevano occupato la sede della ottava municipalità, che per oggi pomeriggio ha convocato un consiglio straordinario. Sempre nella giornata di ieri, la Camera ha approvato il decreto sui rifiuti: le misure contenute vanno dalla superprocura al rimborso da parte della Campania di parte dei soldi spesi per l'emergenza le misure contenute.

Intanto si segnalano ancora roghi di spazzatura: una cinquantina di interventi dei pompieri sono stati effettuati nel corso della notte a Napoli e in provincia. Un lavoro, quello dei vigili del fuoco, sul fronte degli incendi di rifiuti che va avanti ormai da tempo con una media di interventi che spesso supera i 100 nel corso delle 24 ore, considerato che molti roghi di spazzatura vengono appiccati anche in pieno giorno.

(25 giugno 2008)

sabato 21 giugno 2008

Ribaltoni napoletani / Salto a destra per Pino Daniele?

Ribaltoni napoletani / Salto a destra per Pino Daniele?
Ribaltoni napoletani / Salto a destra per Pino Daniele?

Prima il plauso alla Lega di Umberto Bossi, poi il lancio della campagna per la raccolta differenziata dei rifiuti a braccetto con il ministro Stefania Prestigiacomo, infine l’invito al neomelodico Gigi D’Alessio a duettare con lui in concerto. Cosa sta succedendo a Pino Daniele? In tanti se lo stanno chiedendo in questi giorni a Napoli, meravigliati da alcune prese di posizione assunte nell’ultimo mese dal cantautore, che sembrano cozzare con le precedenti convinzioni politiche e musicali dell’artista. Il primo segnale di quello che qualcuno ha già ribattezzato come “ribaltone in salsa napoletana” è arrivato poche settimane fa. “La Lega sta dimostrando di essere un partito più maturo, più equilibrato”, ha dichiarato Pino Daniele lo scorso maggio in occasione della riunione del consiglio dei ministri tenutasi a Napoli. “Berlusconi magari l'ha fatto per propaganda – ha aggiunto - ma credo ci sia della buona fede da parte sua. Ha dato un segnale forte alla malavita: che questo governo vuole davvero cambiare le cose”. E sull’emergenza ‘monnezza’ ha commentato: “Linea dura, sulla questione dei rifiuti, significa che hanno preso delle decisioni e secondo me hanno fatto bene”. Parole sorprendenti dal momento che il cantautore più volte in passato aveva rilasciato dichiarazioni cariche di disprezzo nei confronti del centrodestra e soprattutto del Carroccio e del suo leader. “Questa Lega è una vergogna” cantava nel 1991 nel brano “'O Scarrafone” e dieci anni dopo, durante il festival di Sanremo del 2001, a proposito di una visita compiuta in quei giorni a Napoli dal Senatur, Daniele dichiarò: “Bossi che canta ‘Maruzzella’? È un uomo di m... Bossi mi fa schifo e Fini che applaude il suo intervento, quando fino a poco tempo non voleva prenderci neanche un caffè, mi fa ridere”. Per queste affermazioni giudicate diffamanti, il leader leghista querelò il cantautore che proprio di recente, dopo sette anni di battaglie legali, ha finito per perdere la causa processuale.

Ha destato meraviglia nella città partenopea, inoltre, anche l’immagine di Pino Daniele, ieri, a fianco di Stefania Prestigiacomo in occasione della presentazione del progetto “Napoli non è una carta sporca”. Titolo che allude al brano forse più famoso dedicato dal cantautore alla sua città, nel quale denunciava "Napule e' 'na carta sporca/e nisciuno se n'emporta". Daniele è stato scelto dal ministero dell’Ambiente per fare da testimonial nella campagna di sensibilizzazione dei cittadini sul tema della raccolta differenziata dei rifiuti. “Possibile? L'irriducibile cantore della Napoli del nuovo rinascimento accanto a un'esponente della destra che, attraverso l'emergenza, vuol chiudere con il bassolinismo?” si domanda stupito Antonio Fiore nell’editoriale di oggi sul Corriere del Mezzogiorno. Ma ai “ribaltoni” politici si aggiungono anche le “conversioni” artistiche. Sempre ieri, infatti, Pino Daniele ha annunciato che al grande concerto con cui celebrerà i 30 anni di carriera, che si terrà l’8 luglio in piazza del Plebiscito, ha invitato Gigi D’Alessio assieme al quale, ha specificato, canterà due pezzi.

Probabile, a questo punto, che l’atteso duetto canoro sancirà la fine dello scontro interno al mondo musicale partenopeo tra i sostenitori di Pino Daniele e dei testi aperti al sociale e alle denunce civili e i fan della canzone neomelodica che hanno in Gigi D'Alessio il loro guru. E le storiche stilettate verbali tra i due artisti? Acqua passata. “Come fa un artista che si applica nella musica a non farlo anche nel sociale?” dichiarò Daniele nel 2001 riferendosi a D’Alessio e aggiunse: “La Napoli di oggi è quella dei 99 Posse”. La risposta dell’autore neomelodico non tardò ad arrivare. “99 Posse più uno, Pino Daniele, uguale cento: che a Napoli è la toilette”, fu la stoccata di D’Alessio. E ancora nel 2005, dopo che Antonio Bassolino aveva speso parole d’affetto per D’Alessio, Pino Daniele commentò piccato: “Ora che Bassolino ha abbracciato Gigi D'Alessio in piazza Plebiscito io posso finalmente abbracciare Fini o Alemanno. Un sogno si avvera. Non ci sono più confini fra idee diverse”. Anche in questo caso la risposta di D’Alessio non tardò ad arrivare: “Facciamo parte della stessa casa discografica e, forse, io vendo qualche disco più di lui. Invece di parlare male di me, fai la musica, quella che hai sempre saputo fare, concentrati sui dischi e forse continuerai a vendere delle copie in più”.

giovedì 19 giugno 2008

Monnezza Man

Dalla fertile mente di un team di grandi professionisti della fantasia disegnata ecco a voi un nuovo personaggio che mancava nel panorama dei supereroi.

Un nuovo eroe è nato!

libererà la città di Napoli dalla spazzatura !

Si chiama SuperSilvio ?

NOOOOOOOOO!!!!!

Si chiama SuperBerlusca ?

NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!

E' Forse L'uomo Ragno ?

ma che dici...  Il suo nome è

MUNNEZZA MAN

Attenti inquinatori perche se vi acchiappa non ci sono santi !

(Sigh !)

 

monnezzaman

Chi tene 'o mare

Girando per le vie che affacciano sul mare, mi sono messo a scattare alcune foto che mostrano la città nella sua bellezza ( non dimenticando il problema della spazzatura). Penso al fatto che abbiamo una città, davvero con un paesaggio magnifico, e per dispetto ci stiamo ammazzando con le nostre stesse mani, quando potremmo invece fare invidia al mondo.
Con le foto ho realizzato questo video, con sottofondo la musica di un grande Pino Daniele (questo è sicuramente uno dei suoi brani più belli). A proposito è di oggi la notizia che il concerto ( per non dire “lo sconcerto” visto ciò che è successo, come ho gia spiegato in altri post ) si terrà in Piazza del Plebiscito, e questa volta la notizia sembrerebbe ( il condizionale è d’obbligo ) essere vera.
Nick

venerdì 13 giugno 2008

Comicsando di Nick

In questo periodo mi sto dedicando alla realizazione di un blog  (COMICSANDO)  dedicato al fumetto.  Una delle mie più forti passioni. Negli ultimi tempi avevo abbandonato questa grande forma di linguaggio.Per molti motivi che non vorrei stare qui ad elencare, ma spero di rifarmi, con questo mio nuovo impegno. Anche perchè ,credo ,che sia ancora uno dei mezzi espressivi  più efficace, ricco, complesso,ed emozionante. In barba a tutti quelli che ritengono che sia ancora una lettura disimpegnata. Non l'ho è, non l'ho è affatto. Credetemi.

P.S. Nel caso vogliate approfondire, ecco il link del sito

http://comicsando.wordpress.com/

Nick

X edizione per il NapoliFilmFestival

Milos Forman e Willem Dafoe tra le star che dal 6 al 16 giugno illumineranno Castel Sant’Elmo

Mario Monicelli, Milos Forman, Willem Dafoe (nella foto), Julien Temple, Toni Servillo, Alessandro Gassman. Sono loro gli ospiti della decima edizione del NapoliFilmFestival, la rassegna che si terrà dal 6 al 16 giugno al Castel Sant’Elmo. Una nuova sede che offrirà scenari di grande fascino alla kermesse cinematografica: le proiezioni si svolgeranno nel grande auditorium e in antiche sale del castello che per l’occasione si trasformeranno in moderni cinema e all’America Hall, la multisala sita a pochi metri dalla fortezza.

Diverse le novità dell’edizione 2008. Da quest’anno il NapoliFilmFestival, organizzato nell’ambito di VisioNa, la nuova annale delle arti visive a Napoli cominciata due mesi fa con Comicon, aprirà all’animazione ospitando un’anteprima di CartooNa.

Oltre ai concorsi Europa, Mediterraneo (lungometraggi di artisti della sponde europea e di quella nordafricana e mediorientale del bacino), Schermo Napoli Cortometraggi e Schermo Napoli Documentari (fiction o documentari girati a Napoli o diretti da registi napoletani), nasce la sezione Nuovo Cinema Italia, riservata alle produzioni italiane indipendenti e a basso budget che rischiano di non arrivare in sala. “Dopo il successo de “Il vento fa il suo giro” – spiega il direttore artistico del Mario Violinic’è un nuovo fenomeno nel nostro cinema indipendente: la proposta diretta in sala di film al di fuori dei listini delle normali case di distribuzione. Abbiamo creato quindi un’apposita vetrina che dia visibilità a questi film, offrendo inoltre al vincitore della sezione la stampa di cinque copie presso la Technicolor per favorirne la successiva diffusione nazionale”.

In programma le retrospettive che includono, oltre ai film dedicati agli ospiti, alcuni capolavori restaurati del nostro cinema. Un omaggio anche al compianto regista Cyrill Collard con la presentazione della versione integrale inedita in Italia di “Notti Selvagge”, tra le più dure e incisive denunce sul dramma dell’AIDS), e della videointervista “Hommage à Collard”.

Come sempre il NapoliFilmFestival dedicherà un ampio spazio alle filmografie di paesi lontani; quest’anno sarà la volta del Tibet, Di Cuba e dell’Africa nera.

Il NapoliFilmFestival estenderà la sua visione anche al teatro grazie alla collaborazione con il nuovo Napoli Teatro Festival Italia attraverso quattro percorsi cinematografici legati ad altrettanti spettacoli della rassegna teatrale, “Le Troiane”, “Medeè”, “Rendez-vouz chez Nino Rota” e “A causa mia”. Tra i film proposti “Le Troiane”, di Vittorio Cottafavi e tre diverse visioni di “Medea” nelle pellicole di Pier Paolo Pisolini, Lars Von Trier e Tonino De Bernardi, autore di “Medee Miracle”, inedito in Italia, con Isabelle Huppert.

 

Flatiron, il grattacielo d'acciaio raccontato in fotografia

Cultura


Il Flatiron tra la Fifth Avenue e Broadway
Sorge dal 1902 tra la Fifth Avenue e Broadway L'italiana Sorgente Group, nuova proprietaria dell'edificio, presenta domani a Roma il libro del sacerdote Peter Gwillim Kreitler che, in 15 anni di ricerca, ha raccolto 240 pagine di storia in scatti di una delle pietre miliari dell'architettura del XX secolo

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Roma, 11 giu. (Ign) - Raccontare con le immagini ill Flatiron, grattacielo di New York completamente costruito in acciaio che si erge dal 1902 tra la Fifth Avenue e la Broadway. E' quello che propone il libro di Peter Gwillim Kreitler, sacerdote episcopaliano, teologo, collezionista di foto e docente di Studi Ambientali, che in 240 pagine ha raccolto, dopo 15 anni di ricerche e di studi, testimonianze negli scatti di quello che oggi rappresenta una delle pietre miliari dell'architettura del XX secolo.

Il volume 'Flatiron. Il primo grattacielo in acciaio al mondo', presenta questa collezione fotografica organizzata in forma cronologica, con citazioni da fonti storiche e letterarie a fronte delle foto. Il risultato è una storia attraverso scatti e, allo stesso tempo, un saggio visivo del fotografare un lavoro di architettura tra i più famosi del mondo, "destinato – secondo Claudio Strinati, soprintendente speciale per il polo museale romano – a diventare un classico moderno. C’è chi vide in quell’edificio una specie di moderno Partenone che troneggia sulla città tumultuante garantendone stabilità e solennità e, in un certo senso, è un’impressione che permane ancora oggi e giustifica quella dimensione quasi classica che si percepisce bene nella forma e nei materiali dell’illustre edificio".

A presentare domani a Roma il libro sarà l'italiana Sorgente Group, nuova proprietaria della struttura newyorkese. Valter Mainetti, amministratore delegato del gruppo, ha voluto realizzare questa coproduzione editoriale con la Leonardo International per far conoscere a un ampio pubblico internazionale il grattacielo che, come spiega lui stesso, "non è solo un prezioso edificio in stile Beaux-Arts, ma è stato ed è tuttora una celebrità di New York. Fra i più fotografati edifici al mondo, il Flatiron deve la sua fortuna non solo alla particolare forma ad angolo acuto, che sembra modellata dal vento, imposta dalla sua collocazione all’incrocio tra 5th Avenue e la Broadway, ma soprattutto a quel fascino che emana e che trascende le sue caratteristiche estetiche e architettoniche".

Dino Risi, sorridere anche alla morte

 

di Leonardo Jattarelli
ROMA (10 giugno) - Appassionante e profonda, come i suoi film. Sicuramente se ieri mattina Dino Risi avesse potuto sedersi in platea per assistere alla propria commemorazione, non avrebbe storto il naso come faceva sempre quando si trattava di celebrare e autocelebrare il suo cinema, il suo essere anticonformista, spietatamente dolce, non troppo dolcemente spietato, a volte. Mai addomesticabile. L’addio che gli hanno tributato alla Casa del Cinema i suoi parenti, gli amici, i colleghi, la gente, tanta, che ha apprezzato il suo modo di intendere la vita e l’arte è stato l’addio di chi ama: confidenziale e appassionato, aneddotico e stupito, commovente e sorridente, anche.

La gente è tantissima, si deve allestire un’altra sala, approntare altoparlanti all’entrata della Casa del Cinema tra la quiete di Villa Borghese. C’è tutto il cinema da Dino Risi, comprese maestranze, truccatori, macchinisti. C’è il vecchio e il nuovo, la tradizione e l’innovazione come pensiamo avrebbe gradito lui, tutti insieme all’interno, in sala, chi seduto in terra, chi su divanetti improvvisati, chi sui gradini, come in quei collettivi di una volta che adesso fanno tanto vintage. Ieri di collettivo c’era il sentimento di un’idea, di uno sguardo che Risi ha spalmato sull’Italia per cinquant’anni «quell’Italia che la nostra generazione - sottolinea un altro maestro, Mario Monicelli - ha preso per mano tirandola su dalle macerie, da una guerra stupida e infantile, da una dittatura stupida e infantile grazie alla solidarietà, allo stare insieme. Dino ha raccontato l’Italia fattiva e le prime insidie che stavano corrompendola attraverso film memorabili. Ha avuto una vita intensa e fortunata, ha fatto il cinema che voleva ottenendo grande successo. Ci ha lasciato - dice ancora Monicelli, commosso - una testimonianza del suo lavoro, che è anche una speranza. E una disperazione. Credo». Poi sorride a parla di una scommessa: «Sì, su chi sarebbe morto per primo e su chi avrebbe campato di più. Abbiamo vinto tutti e due ma lui la vera scommessa l’ha vinta con il suo modo di vivere».

Un pianoforte a coda proprio sotto il grande telone rimanda la colonna sonora di Profumo di donna, ad eseguirla un altro maestro e compagno di tanto cinema, Armando Trovajoli, silenzio raro, applausi trattenuti. Come per la poesia scritta dal fratello di Dino, Nelo Risi che ha letto passi di un incontro a tre «quella mattina di maggio al Verano, con Dino ricordando nostra madre, Giulia». «Il dolce tra noi era che ci vedevamo poco - continua Nelo Risi - e ci siamo salvati anche per questo. Ho letto i giornali in questi giorni, per l’Italia è come se fosse morto Gandhi. A volte i quotidiani sono ridicoli, non so se avrebbe fatto piacere a Dino ma credo di sì. La commedia all’italiana? No, lui ha fatto la commedia della vita».

Applausi, finalmente, come un tributo liberatorio, tributo che Risi, ricorda Ettore Scola, non avrebbe amato: «Esecrava le commemorazioni, diceva ”è tutta una passerella di gente che parla solo di sè. Lui non andava mai ai funerali e oggi non è venuto neanche al suo». Già, perchè ieri non c’era feretro alla Casa del Cinema; le ceneri di Dino Risi «verranno disperse a Murren, vicino Berna» dice il figlio Claudio, a Murren dove il regista conobbe la prima moglie, Claudia Mosca. «Papà - riprende Claudio Risi - quando ero piccolo ricordo che mi diceva sempre ”ma tu sarai il mio bastone della vecchiaia?”». Scola torna sul Risi compagno di cinema e di vita: «Con Dino si parlava di tutto, molto poco del film da fare, quello era un particolare. Chiacchieravamo di donne, politica, medicina, del gusto di vivere e anche della morte». «La sua carica a volte offensiva mi attraeva - confessa Manuel De Sica - ho sempre pensato a Risi come ad un secondo padre. Una volta litigammo, io gli mandai un mazzo di rose rosse e lui, stupito ”Cacchio, è la prima volta che ricevo rose da un uomo!”».

Ci si abbraccia sotto il grande telone, ci si bacia con affetto, si torna indietro nel tempo, piccoli crocchi di amici e colleghi, ci sono tra gli altri Raffaele La Capria e Sergio Castellitto, Silvio Orlando e i fratelli Vanzina («Quando morì mio padre - ricorda Enrico - Dino mi telefonò per chiedermi se mi servisse una sponda adulta e sicura. Ricorderò per sempre quella telefonata»), Citto Maselli e Valerio Mastandrea, Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Sorrentino e Villaggio, Silvio Orlando e la Archibugi, Gemma, Sgarbi, Haber...

Marco Risi accanto ai figli e alla moglie Francesca D’Aloja prende la parola, quasi fuggendo dal ricordo: «Le ultime parole di papà sono state “pensa al tuo film”. E allora adesso vado a Napoli sul set, a lavorare. Se Dino fosse stato qui ora forse non si sarebbe sentito a suo agio davanti a tanti elogi. Avrebbe detto, come faceva quando veniva gente a trovarci ”Se fossi a casa vostra, adesso andrei a casa mia”». E si ride, come è giusto, anche davanti alla morte. Ciao maestro.

ALLA GNAM IL GENIO DI SCHIFANO IN 130 OPERE

  di Nicoletta Castagni

ROMA - Dai primi cementi degli anni '50 ai bellissimi monocromi, dalla sala da pranzo dipinta nel '68 per la residenza romana di Gianni Agnelli alle tele emulsionate e agli ultimi smalti, l'intera opera di Mario Schifano è di scena alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, allestita fino al 28 settembre quale omaggio al suo genio a dieci anni dalla scomparsa. Capolavori mai visti, dipinti monumentali, disegni bellissimi, fotografie, in tutto 130 opere per raccontare, in un allestimento coinvolgente, quattro decenni d'arte italiana.

"E' stata un'impresa complessa - ha detto alla vernice per la stampa la soprintendente della Gnam Maria Vittoria Marini Clarelli - perché Schifano è un pozzo senza fondo, una figura in cui arte e mito si confondono". Senza contare, ha proseguito, che si è trattato di un artista "molto falsificato" ed è stato quindi difficoltoso mettere insieme opere capitali certamente autografe. Anzi, ha aggiunto il curatore Achille Bonito Oliva, il decennio intercorso tra la sua morte e questa esposizione è servito proprio come un "risanamento per prosciugare l'inquinamento intorno al suo lavoro".

Il risultato (anche grazie alla collaborazione dell'Archivio Schifano) è una "mostra su Schifano, contro Schifano, attraverso Schifano", ha detto il critico sottolineando che "solo io potevo esserne curatore, perché Mario è stato il mio nemico più intimo, con il quale ho vissuto un'avventura ludica ed emozionante". Punto di partenza per realizzare una retrospettiva che realmente rispecchiasse la personalità del pittore, è stato districarsi "dall'aspetto bulimico" di Schifano, che, ha proseguito il critico, "lavorava per desiderio o bisogno, sottraendosi all'aurea romantica dell'artista". Pienamente contemporaneo, Schifano è stato capace di affrontare i più diversi linguaggi espressivi, sperimentando e assecondando la sua tensione creativa. Arrivando a rompere contratti importanti che gli avrebbero assicurato fama mondiale, perché era "un nomade, un don Giovanni della pittura, un superficialista che che odiava la nicchia, la sosta".

"Era frettoloso - ha ricordato Bonito Oliva - per riuscire a fermare nella forma il suo impulso creativo". "Mostra liquida, scorrevole", la retrospettiva della Gnam si sviluppa "attraverso una vera e propria scrittura espositiva", che affronta l'opera di Schifano articolandola in decenni (dai '60 ai '90), a loro volta focalizzati sui cicli che li hanno contraddistinti. Il percorso si apre con i magnifici monocromi, le opere più celebrate, per sviluppare poi tutti i temi dominanti in quegli anni. Che l'artista riesce straordinariamente a sintetizzare nella sala da pranzo dipinta nel '68 per l'avvocato Agnelli. Prestito eccezionale, l'ambiente é interamente ricostruito al centro della sezione iniziale. Una "sala beat", con le palme, i cavalli, i paesaggi anemici, rimescolati "in una dinamica di forte tensione". Ecco poi il periodo della fotografia e il ritorno alla pittura, negli anni '80, il continuo tributo ai grandi, a de Chirico, al futurismo di Balla, una ricerca, pero', vissuta sempre nel segno di "una smodata coerenza". E ovunque l'impegno. "Schifano - ha concluso Bonito Oliva - aveva un occhio all'arte e due alla vita".

Rifiuti, Bertolaso a Pili: ''Stop navi da Campania verso Sardegna''


L'assicurazione del sottosegretario al deputato del Pdl in Commissione Ambiente

 


L'ex governatore: ''Spero che mai più la Regione si presti ad azioni che niente hanno a che vedere con la solidarietà, ma che si stigmatizzano come sudditanza politica e istituzionale''

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Cagliari, 11 giu. - (Adnkronos) - '' Non ci saranno altre navi di rifiuti verso la Sardegna''. Lo ha detto il sottosegretario della Presidenza del Consiglio all'emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, incontrando in Commissione Ambiente il deputato del Pdl ed ex presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili, che gia' la settimana scorsa aveva chiesto al rappresentante del governo di porre fine alla decisione del precedente governo Prodi di inviare rifiuti campani nell'isola.

''La scelta scellerata del governo Prodi e della giunta Soru di inviare e ricevere i rifiuti campani in Sardegna -ha detto Pili- e' definitivamente scongiurata dalla decisione del Governo Berlusconi, indicata con chiarezza nel decreto legge, di affrontare l'emergenza nel luogo dell'emergenza. Si tratta di un'inversione di strategia rilevante -ha sottolineato Pili intervenendo in commissione- L'assunzione di responsabilita' da parte del territorio interessato all'emergenza rappresenta il fulcro dell'azione del governo e consente di affrontare alla radice quella che si configura come una vera e propria calamita'''.

''Spero -ha detto Pili- che mai piu' la regione si presti, come e' avvenuto con il governo Prodi, ad azioni che niente hanno a che vedere con la solidarieta', ma che si stigmatizzano come sudditanza politica e istituzionale''.

sabato 7 giugno 2008

kosanost chill e' nu buon uaglion

Domenica 8 giugno al Pepe bianco di piazza Bernini ad Aversa, alle ore 22,00 show case di presentazione del disco
e del video
'Nun ce stà ammore cchiù' (Non c'è più amore) dei Kosanost, Ndrè, Nirò e dj Murano: 20 tracce prodotte dalla
Vivi Records e distribuito dal primo giugno scorso dalla Self di Milano, in tutti i migliori negozi di musica italiani,
come Feltrinelli e Fnac. I Kosanost sono una storia di amicizia di tre ragazzi della Masseria Cardone, una zona del
quartiere
Secondigliano, cresciuti tra criminali, preti coraggio, intolleranza, rassegnazione, abbandono, e voglia di riscatto
difficile da trasformare in volontà. I Kosanost sono l'altra faccia della medaglia, il nome scelto significa "'robba nostra',
strettamente personale, sonorità e concetti nuovi, o meglio fatti a modo nostro - raccontano - senza imitare, per creare
originalità e apparire (non abbiamo studiato al conservatorio) come musicisti che possono benissimo stare su un palco
, allo stesso livello di chi suona rock, pop o musica leggera".
Andrea Ciervo in arte Ndre', Davide Strino alias Niro' e Gianluca Murano aka Dj Murano dal 2000
a oggi trasformano le loro storie in rime Rap. Ispirati alle melodie della West coast e alle dure denunce dell'Est coast americana
, i loro pezzi sono stati raccolti per la prima volta in un cd autoprodotto, 'RaPresente' nel 2004, dopo un demo 'Dint' a 'sti vicoli'
pubblicato l'anno precedente insieme al video. Il primo fan è Roberto Saviano che ha come sottofondo delle sue pagine web una
sua intervista ai Kosanost e le canzoni dei tre di Secondigliano. "'Dìnto a 'sti vicoli' racconta la quotidianità feroce e limitata di
chi vive nei ghetti napoletani, dove i luoghi, i tempi e le persone appartengono alla camorra. Poco importa se non condividi le regole,
quella gente è violenta e la tua vita è nelle loro mani. Camminano sempre armati e anche un semplice sguardo curioso, o una parola
male interpretata, può istigare la loro violenza. Per chi è dentro 'o sistema queste regole sono di vita, per chi ne è fuori sono utili a
sopravvivere", racconta 'Ndrè.
Per Andrea, Davide e Gianluca, far nascere i Kosanost è stata la soluzione: ogni giorno una rima in più per allontanarsi da
una vita criminale. La scelta è tra sangue e sudore, lo rappano nella canzone 'So' nato buono'. Loro hanno scelto il sudore,
il sole e i colori della città partenopea. E cantano: "Siamo noi, siamo il sud, siamo i bravi ragazzi. Siamo la voce della speranza,
la voce di chi pratica l'amore, gente di cuore dentro le paure. Troppo grandi già da piccoli. Le storie nostre nelle canzoni: storie
vere, storie nuove".

I KOSANOST PRESENTANO IL LORO NUOVO CD

 

07/06/2008, ore 13:53

 


Domenica 8 giugno al Pepe bianco di piazza Bernini 
ad Aversa, alle ore 22,00
 show case di presentazione del disco
e del video
'Nun ce stà ammore cchiù' (Non c'è più amore) 
dei Kosanost,
Ndrè, Nirò e dj Murano: 20 tracce prodotte dalla
Vivi Records e distribuito dal primo giugno scorso
 dalla Self di
 Milano, in tutti i migliori negozi di musica italiani,
come Feltrinelli e Fnac. I Kosanost sono una storia
 di amicizia 
di tre ragazzi della Masseria Cardone, una zona del
quartiere
Secondigliano, cresciuti tra criminali, preti coraggio,
 intolleranza, 
rassegnazione, abbandono, e voglia di riscatto
difficile da trasformare in volontà. I Kosanost 
sono l'altra faccia della medaglia, 
il nome scelto significa "'robba nostra',
strettamente personale, sonorità e concetti nuovi, 
o meglio fatti a modo 
nostro - raccontano - senza imitare, per creare
originalità e apparire (non abbiamo studiato al conservatorio) 
come musicisti che possono benissimo stare su un palco
, allo stesso livello di chi suona rock, pop o musica leggera".
Andrea Ciervo in arte Ndre', Davide Strino alias Niro'
 e Gianluca Murano aka Dj Murano dal 2000
a oggi trasformano le loro storie in rime Rap. Ispirati alle melodie
 della West coast e alle dure denunce dell'Est coast americana
, i loro pezzi sono stati raccolti per la prima volta in un cd autoprodotto,
'RaPresente' nel 2004, dopo un demo 'Dint' a 'sti vicoli'
pubblicato l'anno precedente insieme al video.
Il primo fan è Roberto Saviano che ha come sottofondo
delle sue pagine web una
sua intervista ai Kosanost e le canzoni dei tre di Secondigliano.
  "'Dìnto a 'sti vicoli' racconta la quotidianità feroce e limitata di
chi vive nei ghetti napoletani, dove i luoghi, i tempi e le persone 
appartengono alla camorra. Poco importa se non condividi le regole,
quella gente è violenta e la tua vita è nelle loro mani. Camminano sempre 
armati e anche un semplice sguardo curioso, o una parola
male interpretata, può istigare la loro violenza. Per chi è dentro
 'o sistema queste regole sono di vita, per chi ne è fuori sono utili a
sopravvivere", racconta 'Ndrè.
Per Andrea, Davide e Gianluca, far nascere i Kosanost è stata
 la soluzione: ogni giorno una rima in più per allontanarsi da
una vita criminale. La scelta è tra sangue e sudore, lo rappano 
nella canzone 'So' nato buono'. Loro hanno scelto il sudore,
il sole e i colori della città partenopea. E cantano: "Siamo noi,
 siamo il sud, siamo i bravi ragazzi. Siamo la voce della speranza,
la voce di chi pratica l'amore, gente di cuore dentro le paure.
 Troppo grandi già da piccoli. Le storie nostre nelle canzoni: storie
vere, storie nuove".

Dove si terrà il Concerto di Pino Daniele ?

La farsa, purtoppo è di scena nella mia amata e odiata città, e questa volta ha colpito il Pinotto nazionale. Alcuni dicono che sia un "tiro" dei nuovi governanti (leggi la Lega), che non hanno ancora digerito le aperte "critiche" che il nostro blusman fece in occasione della visita di Bossi e la Mussolini a Napoli. Altri dicono che non ci sarebbe stato un accordo tra gli organizatori del concerto e le amministrazioni locali. Le ultime notizie, che ho letto sul quotidiano "Il Napoli" ,dicevano che "anche Agnano non aveva dato l' OK" e poi : che in questi giorni sarebbe intenzione del comune di farlo suonare al San Paolo, ma in una zona meno accessibile dalle migliaia di fan's.  Povero Pino e poveri noi...

Speriamo che qualche potente di "buon senso" lo faccia finalmente suonare, per la buona pace di tutti quelli che come noi amano la buona musica.

Nick

venerdì 6 giugno 2008

Ecomafia 2008: una Campania da record negativo. Aumentano i reati ambientali


Crescono i reati ambientali in Campania
Crescono i reati ambientali in Campania
Sono aumentate le persone denunciate, e i reati commessi. Ma anche i sequestri effettuati nel 2007. Secondo “Ecomafia 2008” l'annuale rapporto di Legambiente è la Campania ad avere il triste premiato della regione con più illegalità ambientali: dai rifiuti alla multifunzionalità del clan dei Casalesi che spazia dal business del cemento al racket degli animali, all'agricoltura, a quello infinito dei rifiuti.

Crescono in particolare gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti. E' stato calcolato che è sparito nel nulla una montagna di rifiuti speciali alta poco meno di 2.000 metri. E sono stati 83 i reati perpetrati contro l'ambiente al giorno: come dire oltre tre reati ogni ora.

Salgono poi i clan dell'ecomafia: 36 in più rispetto allo scorso anno, sono ora 239, e il loro giro d'affari stimato per il 2007 si attesta sui 18 miliardi e 400 milioni di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all'anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro.

 Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente
Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente

"Le ecomafie gestiscono nel nostro Paese una vero e proprio sistema eco-criminale, estremamente flessibile e diversificato - ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente-- al quale dobbiamo contrapporne uno legale ed eco-sostenibile e dobbiamo saperlo difendere con strumenti adeguati".

I dati sono intanto impetuosi: gli illeciti accertati dalle forze dell'ordine nel corso del 2007 sono 30.124, il 27,3% in più rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (più 19% rispetto al 2006).

La Campania per il 14° anno consecutivo si conferma leader a livello nazionale per il numero di reati ambientali: nel 2007 sono stati bene 4.695 gli illeciti accertati(+56% rispetto lo scorso anno) alla media di tredici reati al giorno, uno ogni due ore.

In Italia, quasi un reato su sei viene commesso in Campania. Nel 2007 sono state 3289 persone tra denunciate ed arrestate(+16% rispetto lo scorso anno) e ben 1.463 sequestri effettuati.

O’ sistema illegale è gestito da ben 75 clan, che hanno il monopolio sul ciclo del cemento, rifiuti e racket degli animali. La provincia di Napoli con 1.456 infrazioni accertate, 1.645 persone tra denunciate e arrestate e 864 sequestri effettuati si conferma leader a livello regionale, seguita da Salerno con 1336infrazioni accertate, 788 persone tra denunciate ed arrestate e 295 sequestri effettuati. A seguire la Provincia di Avellino con 889 infrazioni accertate, 448 persone denunciate e arrestate e 87 sequestri effettuati.

Dopo 14 anni di denunce siamo davanti ad un unico risultato - ha denunciato Raffaele Del Giudice, direttore Legambiente Campania- un territorio dove legalità ed illegalità sono la faccia di una stessa medaglia, dominio di una criminalità imprenditrice che fa mercato, sa essere aggressiva al momento giusto, e ha convivenze in tutti settori dell’economia. Un crimine subdolo e vigliacco quello degli ecomafiosi, che approfittando della latitanza della politica,sta mettendo in ginocchio intere comunità e le loro economie.”


La Campania continua ad essere appestata dai trafficanti di rifiuti, avvelenata da una rete criminale trasversale che non esitano ad avvelenare una regione intera pur di riempire le loro casse.

E in testa alla classifica a livello nazionale nel ciclo dei rifiuti non poteva che esserci la Campania, che ha dimostrato un “sistema” perverso di gestione illegale di rifiuti urbani e speciali che ha impressionato il mondo intero per le sue conseguenze disastrose. Solo nel 2007 sono state individuate ben 222 discariche abusive. Di tutte le dimensioni.

A livello nazionale la Campania è maglia nera con 613 infrazioni accertate, +36% rispetto lo scorso anno, 575 le persone denunciate e arrestate e 296 sequestri effettuati.

A livello provinciale maglia nera alla Provincia di Napoli con 203 infrazioni accertate, 192 persone denunciate o arrestate e 136 sequestri effettuati, segue Caserta con 123 infrazioni accertate e 94 persone arrestate o denunciate e 50 sequestri effettuati.

Grazie all’introduzione del delitto ambientale di organizzazione di traffico illecito di rifiuti (ex art 53bis decreto Ronchi oggi art260 del codice dell’ambiente) dal 2002 ad oggi in Campania sono arrestate ben 189 trafficanti, 346 persone denunciate e oltre 92 aziende coinvolte con il coinvolgimento di sette procure a livello regionale.

E che dire della “catena montuosa” dei rifiuti scomparsi. In Italia, nella differenza tra la quantità di rifiuti speciali prodotta e quella complessivamente gestite, in nove anni sono scomparsi nel nulla 143milioni di tonnellate di rifiuti. O meglio quantità di rifiuti certamente prodotti, ma di cui non hanno notizie né di attività di recupero, né di corretto smaltimento.

Al via ‘Napoli Teatro Festival Italia’

2.000 spettacoli in citta’ fino al 29 giugno

Al via ‘Napoli Teatro Festival Italia’


Il direttore artistico, restituiamo alla citta’ la condizione di capitale europea che le spetta

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Napoli – Taglio del nastro venerdì 6 giugno per il Napoli Teatro Festival Italia, la rassegna internazionale in programma nel capoluogo partenopeo fino al 29 giugno. Con la direzione artistica e organizzativa di Renato Quaglia, la kermesse accende i riflettori sull’arte e la cultura, regalando al pubblico 200 spettacoli che vedono coinvolti 2mila artisti, provenienti da 15 Paesi e 38 debutti. Il festival realizza inoltre anche un progetto produttivo e promozionale che costituisce una compagnia teatrale del Festival europea, che produce tra l’altro nuove creazioni ideate per il Festival.

Trenta i siti in cui si snoderà la kermesse, che ha promosso partnership con organismi teatrali e culturali partenopei: la prima edizione elenca collaborazioni con 35 realtà e istituzioni napoletane.

In particolare, il Napoli Teatro Festival Italia intreccia una relazione con il Napolifilmfestival, diretto da Davide Azzolini e Mario Violini.La programmazione di questa sezione sarà collegata alla messinscena dei tre spettacoli: Rendez-vous chez Nino Rota, Médée, Le Troiane.

Nel corso della rassegna sono previsti anche incontri con attori, registi e autori teatrali, grazie alla collaborazione della Fondazione Premio Napoli, presieduta da Silvio Perrella. In una formula innovativa, a metà tra la conferenza stampa e la conversazione, giornalisti, addetti ai lavori, membri dei comitati di lettura del Premio Napoli, docenti e studenti universitari saranno invitati a discutere con gli artisti del Festival. Tra i moderatori Luca Scarlini, Gabriele Frasca e Sabina Ciuffini. Le sedi, oltre alle sale del Premio Napoli a Palazzo Reale, saranno il Gran Caffè Gambrinus, sul lato di via Chiaia, e per alcuni incontri anche la Libreria Guida, il centro culturale Grenoble, l’Accademia di Belle Arti.

Ma il Napoli Teatro Festival abbraccia anche la causa ambientalista, aderendo alle normative europee di eco-sostenibilità e producendo autonomamente tutta l’energia di cui ha bisogno, grazie alla disponibilità della Regione Campania e con un progetto di produzione di energia fotovoltaica, già attivo da giugno.

“Dal 6 al 29 giugno si terrà a Napoli un grande festival internazionale – spiega Quaglia - che cercherà di riportare la città alla condizione di capitale europea che le spetta e che rappresenta la vera complessità di un luogo che non è solamente quella capitale del degrado che si sta rappresentando in questi mesi. Questo festival nasce su un presupposto: che oltre ad essere una vetrina di spettacoli straordinari ed eccezionali vuole anche essere un’occasione di sviluppo per questo territorio, che ha già una sua capacità, quasi imparagonabile, di produrre talenti e cultura, nonostante la condizione di emergenza che caratterizza da sempre questa capitale. Il festival proseguirà annualmente in questa città – aggiunge Quaglia - il percorso che si inizia oggi è un percorso che dovrà portare nel tempo Napoli ad avere il suo festival internazionale”.

La kermesse partenopera inaugura inoltre un Master europeo di perfezionamento organizzativo promosso con la collaborazione delle Regioni del Sud Italia, che durerà un anno, si terrà all’Università di Salerno e per una fase di studio a Parigi.

lunedì 2 giugno 2008

Le Vignette di Altan

L'imprenditore ucciso doveva deporre contro i clan

 

 
L´avvocato: "Orsi temeva per la vita perché le sue confessioni erano state pubblicate"
di Raffaele Sardo
CASAL DI PRINCIPE - La campagna di sangue del clan dei Casalesi non si ferma. I killer lanciano un segnale inequivocabile a chi volesse collaborare con la giustizia. Colpisce un uomo che conosceva i segreti di clan, politica e rifiuti. Ieri, poco dopo le 12,30, a cadere sotto i colpi di pistola è stato Michele Orsi, 47 anni, già coinvolto insieme al fratello, Sergio, nell´inchiesta sullo scandalo del Consorzio Eco 4, attivo nello smaltimento dei rifiuti in diversi comuni del casertano. Una pista principale per gli inquirenti: a compiere il delitto sarebbe stata la fazione legata a Francesco Bidognetti. Lo stesso gruppo che due giorni fa ha tentato di uccidere la nipote di Anna Carrino, la pentita; lo stesso gruppo che ha ucciso il padre di un altro pentito, Umberto Bidognetti, e l´imprenditore Domenico Noviello.

Michele Orsi era uscito dalla sua abitazione, in corso Dante, al numero civico 20, a Casal di Principe, per comprare alcune bibite al «Roxibar», distante poco più di dieci metri da casa sua. Secondo una prima ricostruzione, i suoi assassini lo aspettavano al bar e per lui non c´è stato scampo. Per gli inquirenti Orsi sarebbe stato attirato in una trappola, chiamato da qualcuno che lui conosceva bene. Lo hanno finito con due colpi al torace e uno alla testa. Una esecuzione in piena regola.

C´erano già stati segnali minacciosi nei suoi confronti. Poco dopo Pasqua avevano sparato colpi di pistola contro il portone della sua abitazione. «Nelle settimane scorse qualcuno lo aveva seguito in auto - dice il suo avvocato, Carlo De Stavola - e non una sola volta. Michele aveva paura perché un quotidiano casertano pubblicò ampi stralci degli interrogatori che aveva reso nell´inchiesta in cui era stato coinvolto». Anche il fratello, Sergio, conferma che potrebbe essere stato attirato in una imboscata. «Né mio fratello né io frequentiamo i bar di Casal di Principe - dice Sergio in lacrime -. Non escludo che qualcuno l´avesse chiamato per incontrarlo. Qualcuno di cui si fidava. Mio fratello stava collaborando con i magistrati. Stava dicendo quello che sapeva. Proprio ieri stavamo discutendo sul divano di come pagare i debiti. Ci hanno sequestrato tutto. Stavamo tentando di recuperare qualcosa per far fronte alle incombenze. Piangeva perché sembrava non ci fosse via d´uscita. Io dicevo sempre all´avvocato di andare a parlare col giudice perché senza alcuna protezione quella di mio fratello era una morte annunciata. E così è stato».

Orsi aveva testimoniato qualche tempo fa nel processo che vede imputati alcuni imprenditori in una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. Aveva risposto alle domande del giudice durante l´udienza preliminare e fatto dichiarazioni accusatorie, ricostruendo il sistema politico-camorristico che sarebbe dietro lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Inoltre avrebbe dovuto deporre giovedì in un altro processo, sempre sullo stesso tema, i cui imputati sono a piede libero. Ma al momento Orsi aveva solo una vigilanza delle forze dell´ordine, con un´auto che passava sotto casa in alcune ore del giorno e della notte. Tecnicamente per gli inquirenti Orsi non si poteva definire un classico pentito ma un "imputato dichiarante", che con le sue ammissioni stava fornendo un importante contributo.

Proprio ieri, in mattinata, nel cimitero di Casal di Principe era arrivata una delegazione di 24 ragazzi di Libera-Piemonte, insieme ai testimoni di giustizia, per portare un fiore sulla tomba di Domenico Noviello. Alle 13,30,si erano ritrovati in un ristorante di San Cipriano d´Aversa quando un agente del servizio di scorta, appena ricevuta la notizia dell´agguato a Orsi, ha invitato tutti ad alzarsi e ad andare via: «Non possiamo più proteggervi ora, c´è una emergenza in atto». Un´ora prima la camorra aveva ucciso Michele Orsi.

Agguato a Casal di Principe Ucciso un pentito "eccellente"

CRONACA
raggiunto da colpi di pistola davanti a un bar nella roccaforte dei Casalesi
Era stato coinvolto in uno scandalo legato allo smaltimento dei rifiuti

 

Roberto Saviano, Gomorra: "Era il Salvo Lima della malavita napoletana"
Il coordinatore della Dda: "E' un salto di qualità della strategia del clan"


<B>Agguato a Casal di Principe<br>Ucciso un pentito " src="http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/ucciso-pentito-camorra/ucciso-pentito-camorra/stor_13078992_52320.jpg" width="230" />
NAPOLI - Da mesi, stava ricostruendo il sistema politico-camorristico che si nasconde dietro lo scandalo dei rifiuti in Campania. La camorra lo ha fatto tacere per sempre. Davanti ad un bar di Casal di Principe, roccaforte del clan dei Casalesi, la più potente organizzazione criminale campana e forse la più ricca cosca italiana, due sicari hanno ucciso l'imprenditore Michele Orsi, 47 anni, coinvolto nello scandalo dello smaltimento dei rifiuti nei comuni del basso casertano.

Era un ingranaggio importante nell'organizzazione criminale; conosceva i segreti del clan e i cognomi dei vertici. Molto sapeva e molto ha detto ai giudici: giovedì avrebbe testimoniato ancora una volta in un processo contro l'emergenza spazzatura. La camorra non gliel'ha permesso. "E' un salto di qualità della strategia dei Casalesi l'attacco ai soggetti che collaborano per contrastare i clan", ha detto il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia.

La denuncia di "Gomorra". Da anni le forze di polizia e la magistratura stanno sferrando una battaglia senza tregua contro la famiglia egemone nel Casertano. Il recente successo editoriale di "Gomorra" e dell'omonimo film ha costretto i padrini dei Casalesi a vivere sotto i riflettori. Ma non è bastato al clan per abbassare la guardia. Centinaia sono gli affiliati all'organizzazione finiti in prigione. Due mesi fa, in occasione dell'arresto di Giovanni Lubello, genero del boss Francesco Bidognetti, la procura sequestrò al clan beni per oltre venti milioni di euro. Un colpo duro ma, come fa notare l'antimafia, il clan reagisce cambiando tattica.

Commistione camorra- politica.
La società Eco4 di Michele Orsi e del fratello Sergio, aveva vinto la gara per lo smaltimento dei rifiuti in 18 comuni del basso casertano. Un'indagine della Guardia di Finanza dimostrò che dietro l'aggiudicazione della gara e la gestione dell'appalto si nascondeva la mano della criminalità. Una commistione tra politica e camorra che coinvolse anche Claudio De Biasio, uno dei tre vicecommissari di Guido Bertolaso nello staff del commissariato per l'emergenza rifiuti. Fatture false, vendite simulate, voti di scambio: un patto tra imprenditori e vertici dei Casalesi che rendeva milioni di euro.
le prime initimidazioni erano arrivate a Michele Orsi nelle scorse settimane: ignoti avevano sparato colpi di pistola contro la porta d'ingresso della sua abitazione. Giovedì Orsi avrebbe dovuto deporre in un altro processo sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti.

Saviano: "Era il Salvo Lima della Camorra".
Roberto Saviano è lo scrittore di Gomorra. Vive scortato dalla polizia da quando ha dato alle stampe il suo libro sulla malavita napoletana: "E' un gesto grave quello che è accaduto oggi a Casal di Principe. Il clan ha alzato il tiro. La vittima era il Salvo Lima della Camorra", come dire l'anello di congiunzione tra la politica e la malavita organizzata. "L'omicidio - spiega Saviano - è un messaggio chiaro in vista della conclusione del processo Spartacus, paragonabile per importanza al maxiprocesso di Falcone e Borsellino. La camorra ha paura delle condanne e dell'indignazione che le sentenze potrebbero sollevare. Una reazione che finirebbe per rallentare i suoi loschi affari".

Vendetta trasversale. Appena ventiquattro ore fa, i killer hanno sparato a Villaricca, nel Napoletano, contro Francesca Carrino, 25 anni, nipote di Anna Carrino, la compagna del capo storico dei Casalesi Francesco Bidognetti, anche lei collaboratrice di giustizia. Una vendetta trasversale decisa dalla camorra per far tacere "chi parla troppo e tradisce il clan". "La camorra deve essere sconfitta", aveva detto al Tg1 Anna Carrino. E rivolgendosi al compagno Francesco Bidognetti: "Non pensare più a te stesso, devi pentirti. Porta via da Casal di Principe i nostri figli".

"Morte contro i pentiti". L'episodio è solo l'ultimo di una campagna avviata negli ultimi mesi dai Casalesi contro chiunque si metta di traverso: una vera e propria strategia del terrore che vuole fare terra bruciata attorno ai pentiti. Il 2 maggio scorso, a Castelvolurno, fu ucciso Umberto Bidognetti, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, mentre il 16 maggio a cadere sotto i colpi dei killer fu l'imprenditore Domenico Noviello, testimone di giustizia, che nel 2001 aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un'estorsione ai danni della sua azienda.

"Con la camorra o con la legalità". Proprio ieri, a Castelvolturno, si è svolta una marcia in ricordo del sacrificio dell'imprenditore. "Casal di Principe, Castelvolturno, l'Agro Aversano, la provincia di Caserta, - hanno detto i manifestanti - devono scegliere se voler continuare a rappresentare il popolo della camorra o il popolo di Domenico Noviello e don Peppe Diana", il sacerdote impegnato nella lotta contro il dominio della camorra, ucciso 14 anni fa nella sacrestia della chiesa di Casal di Principe.

Società civile in piazza? L'appello tormenta gli intellettuali

La reazione di Napoli L'invito di Panebianco alla «borghesia» della città

 

Mirella Barracco: siamo disperati, ma non troviamo l'intesa. Il rettore Trombetti: facciamo il nostro dovere di cittadini

MILANO — Disorientata, priva di punti cardinali. Oppure scossa, delusa, ma attraversata da un fiume carsico di energie destinato presto a tornare in superfice. Napoli si dipinge così nei suoi giorni più duri, quando l'emergenza rifiuti sembra un nodo inestricabile e la città resta sospesa in bilico tra rabbia e rassegnazione.

Le parole di Angelo Panebianco sul Corriere di ieri, il suo stupore dinanzi all'apatia degli intellettuali e, più in generale, della società civile, hanno lasciato il segno: perché la borghesia continua a tacere? Perché non riesce a trascinare in piazza chi è stufo di vivere sepolto dall'immondizia? «La spiegazione, forse, è nel fatto che manca un punto solido su cui poggiare la leva — confessa Mirella Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanove, protagonista di quella stagione culturale che una decina d'anni fa accese tante speranze —. Il tessuto sociale non è torpido: ci sono decine di associazioni che si muovono sul territorio, elaborano progetti, ma alla fine di questo gran discutere non rimane granché. Siamo tutti disperati, ma non tutti vogliamo le stesse cose. È difficile trovare un'intesa sui tre punti nodali della crisi: fare diventare legale ciò che è illegale; rendere pulito quello che è sporco; dare credibilità a chi non è più credibile.

L'unico modo per risollevarci dal baratro è accettare queste condizioni? Può darsi, ma è difficile digerirlo. Io credo che per venirne fuori, dobbiamo guardare l'abisso in cui siamo precipitati». Un abisso nel quale, spesso, annegano gli ostinati tentativi di non cedere all'immobilismo. «Abbiamo trasformato la rete di scuole che partecipava all'iniziativa "Adotta un monumento" in un laboratorio dove sperimentare la raccolta differenziata — racconta Barracco —. Per mesi gli studenti hanno chiesto invano al Comune di avere i contenitori per dividere i rifiuti e, quando sono stati costretti a costruirseli da soli, non sapevano dove andarli a depositare. Un paio di giorni fa, a Bagnoli, abbiamo fatto un bilancio desolante di quest'esperienza. Un ragazzo ci ha detto: "È tutto inutile, il futuro è contro di noi". Ecco, mi sento sconfitta come lui».

Lo sgomento di Panebianco colpisce al cuore lo scrittore Maurizio Braucci, uno degli sceneggiatori di Gomorra, il film tratto dal romanzo di Roberto Saviano. «È sacrosanto sollecitare i napoletani a ribellarsi— dice —. Ma sono molti quelli che già lo fanno. Dietro le proteste di queste settimane ci sono tante persone oneste, che nulla hanno a che fare con la camorra e i particolarismi. Sono pezzi di società che invece di pronunciare soltanto un "no" elaborano proposte alternative e sono pronte al dialogo. Penso, per esempio, alle Assise di Palazzo Marigliano, un cenacolo di intellettuali che ha presentato progetti di grande valore scientifico. Ma chi li ascolta? Nessuno, perché la rete politico- affaristica che lucra sull'emergenza avvolge l'Italia intera, come i fatti dimostrano».

Guido Trombetti, rettore dell'Università «Federico II», sostiene che c'è già una mobilitazione civile, anche se non passa per le piazze. «La vera "rivolta" è fare il proprio dovere di cittadini ancora più di prima: così possiamo davvero aiutare Bertolaso. Portare in strada cinquecentomila persone significherebbe soltanto aumentare il grado d'anarchia e confusione. Napoli è tutt'altro che rassegnata. Siamo alle prese con la tragedia dei rifiuti, ma raggiungiamo pure livelli d'eccellenza in moltissimi settori: queste risorse rappresentano il nostro futuro, non vanno dimenticate ». Meno ottimista, invece, è il musicista Roberto De Simone. «La rampogna di Panebianco non mi riguarda — esclama —. Io in piazza ci sono da anni. Ma da solo, purtroppo. Dove erano gli altri quando denunciavo l'operazione d'immagine che occultava i guasti della città? Davo fastidio e sono stato messo da parte. Mi auguro che questo clima di connivenza si stia sgretolando, ma non mi faccio soverchie illusioni».

Enzo d'Errico

Pino Maddaloni lascia Napoli


Oro Sidney 2000,'citta' inquinata da camorra e cattiva politica'

1 giugno 2008


Napoli e' 'inquinata da camorra e cattiva politica': Maddaloni, oro nel judo a Sidney 2000, spiega la decisione di lasciare la citta'. 'Ci ho pensato a lungo, la nostra e' una citta' troppo difficile - ha spiegato Maddaloni - I ragazzi non possono fare sport gratuitamente, chi ci comanda pensa soltanto ad arricchirsi e non a migliorare la qualita' della vita dei cittadini'. Maddaloni annuncia che da settembre, al ritorno da Pechino, 'andro' a diffondere lo sport in un altra citta''.

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