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giovedì 3 luglio 2008

La lettera a Berlusconi del Sindaco di Acerra





Manifesto del lutto




Nel ringraziarLa per l’invito all’incontro per il primo
luglio, in occasione della quarta venuta a Napoli, e del sopralluogo
presso il cantiere dell’inceneritore di Acerra, testimonianza di una
forte preoccupazione e sentita discontinuità nell’affrontare
l’emergenza rifiuti che vive il territorio della Regione Campania,
sento il dovere istituzionale di segnalarLe l’opportunità di
intraprendere con decisione un’altrettanta discontinuità rispetto al
passato: riconciliare lo Stato e le sue articolazioni con il territorio
e la comunità di Acerra






Le ricordo, infatti, brevemente le tappe della nostra storia in questi ultimi anni:

- con una sua ordinanza dell’agosto del 2004, in assenza di una
valutazione di impatto ambientale, si consentì l’inizio dei lavori di
costruzione dell’inceneritore di Acerra disponendo, nel contempo, che
si avviasse un aggiornamento della verifica di compatibilità ambientale
dell’intervento;

- ad esito dei lavori della Commissione per la Valutazione dell’Impatto
Ambientale incaricata delle attività di tale verifica di compatibilità,
con decreto del 22.2.2005 il Ministro dell’Ambiente del suo governo
emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico
dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici
matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la
costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto
potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti
ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998;

- il 15 dicembre 2005 il Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti
ha rescisso il contratto con la FIBE, costruttore e gestore
dell’impianto progettato oltre 10 anni fa, per gravi inadempienze
nell’assolvimento degli obblighi previsti dal contratto;

- negli ultimi mesi la Procura di Napoli ha inquisito molti manager
della FIBE e vari funzionari del Commissariato Straordinario di Governo
per l’emergenza rifiuti, ipotizzando la commissione di reati di
particolare rilievo penale quali la “truffa aggravata e continuata ai
danni dello Stato”, “la frode contrattuale in pubbliche forniture”,
ecc.;

- nel febbraio del 2008 con due ordinanze consecutive il presidente del
Consiglio dei Ministri, on. Prodi, ha ridotto ogni garanzia di tutela
ambientale di questo territorio stabilendo che nell’inceneritore di
Acerra potessero essere bruciate anche le cosiddette “ecoballe
taroccate”, così definite dalla magistratura napoletana;

- con il decreto-legge n. 90 dell’aprile scorso il suo governo è
ulteriormente intervenuto azzerando completamente le garanzie di tutela
di questo territorio, autorizzando la messa in esercizio
dell’inceneritore di Acerra, prima ancora della conclusione dei lavori
ed il loro collaudo, e stabilendo che nello stesso può essere bruciato
il rifiuto “tal quale” ovvero quello nel quale continuano a ritrovarsi
rifiuti radioattivi.


Come può ben valutare da questa breve sintesi degli avvenimenti,
questa città, nelle sue articolazioni associative civili e religiose,
insieme all’Amministrazione comunale che ho l’onore di guidare proprio
dal primo luglio di quattro anni fa, ha attuato un’azione civile e
democratica di cittadinanza attiva a tutela del proprio territorio: una
vera e propria legittima difesa per difendersi dagli errori e dai
soprusi perpretati nella decisione della localizzazione e nella
costruzione dell’inceneritore in Acerra.

Purtroppo finora i Commissari Straordinari di Governo che si sono
succeduti, e la stessa Regione Campania, nell’assoluta latitanza di
tutta la politica campana, in nome dell’emergenza si sono tutti
rifugiati sbrigativamente nei luoghi comuni, definendoci, tutti ed
indistintamente, sindaci, vescovi, società civile, come “popolo dei no”
o come “inconsapevoli favoreggiatori della camorra”.

Altre volte siamo stati definiti come “comunità egoista” in quanto gli
inceneritori ormai sono stati costruiti e funzionano in tutto il mondo,
dal centro di Vienna alla periferia di Brescia, omettendo di precisare
che le criticità del contesto ambientale e territoriale di Acerra non
le ritroviamo certo a Vienna, e sorvolando dolosamente sulle ragioni
per cui in questa Regione Campania i poteri commissariali vigenti da
oltre quattordici anni hanno speso circa due miliardi di euro per
condurci in questa drammatica emergenza.

Noi ci definiamo il popolo dei “sì inascoltati”:

- “sì” ad un vero Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti che disciplini a monte una riduzione della produzione dei rifiuti;

- “sì” ad un piano di sostegno organizzativo, amministrativo e
finanziario, che aiuti i comuni della Campania ad avviare una moderna
ed integrale raccolta differenziata, anziché limitarsi a sanzionare
finanziariamente i comuni rendendo, di fatto, sempre più difficoltoso
l’avvio della raccolta differenziata;

- “sì” alla costruzione di una rete di stazioni ecologiche che
consentano il massimo riciclo del rifiuto come risorsa e non come
problema;

- “sì” all’avvio di una bonifica integrale dei nostri territori saccheggiati dai traffici illeciti di rifiuti tossici e nocivi.

Per la storia che l’emergenza rifiuti ha avuto nella nostra città,
medaglia d’oro al merito civile concessa con DPR del 17.6.1999, Le
chiedo di aprirsi ad un confronto con questa comunità sulle
problematiche ambientali e sulla questione inceneritore, partendo da
una certezza: la comunità di Acerra in questi anni ha surrogato e
sostituito le carenze e le lacune dei poteri dello Stato e della
Regione Campania, con una vigilanza democratica ed una capacità di
supplenza dei doveri altrui che è un patrimonio di valori da tutelare
alla stregua delle questioni ambientali.

In ragione di ciò Le chiedo di avviare, senza indugio, un processo di
riconciliazione con questa comunità e la sua Amministrazione comunale
smilitarizzando il territorio ed aprendo un confronto democratico sulle
drammatiche questioni dell’emergenza rifiuti: dopo il sopralluogo che
terrà oggi al cantiere dell’inceneritore, La invito a tenere la
conferenza stampa presso il Castello Baronale di Acerra, luogo
dell’identità storico-culturale della nostra comunità e cornice più
adeguata ad una visita di un Capo di Governo che onorerebbe la città di
Acerra.

Non è da noi che lo Stato deve difendersi insediando le forze armate sul nostro territorio!

Non è da questa città, da questa comunità civile e religiosa, da questa
Amministrazione comunale, che lo Stato deve difendersi!…ma da quella
cattiva gestione commissariale e dall’irresponsabile modo di governale
il processo di smaltimento dei rifiuti che ha condotto queste terre
nell’infermo della drammatica emergenza e di cui tutti noi siamo
vittime.

Acerra, 1 luglio 2008

IL SINDACO

Espedito Marletta

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