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martedì 8 luglio 2008

L'evasione record dei cantieri edili

 

È Napoli l´inferno del fisco. Case, cifre truccate: i costruttori non dichiarano i ricavi. Negozi, solo 4 scontrini su 10. Offensiva della Finanza: controlli ai mutui di chi compra e i bilanci di chi vende
 
Cinquecento napoletani hanno ricevuto dalla Finanza un questionario, altri un invito in caserma. Giorni di ansia. Ma i timori sono svaniti subito: ufficiali cortesi, qualche domanda sull´acquisto della casa, quasi sempre la prima. Ma anche sul tipo di mutuo, sulla banca scelta e perché, su eventuali assegni posticipati e girati alle imprese.

Incontri brevi e solite parole: una formalità, grazie e arrivederci. È invece cominciata nella provincia di Napoli una nuova strategia per scoprire l´evasione fiscale in Italia. Sotto tiro i costruttori: quando vendono gli immobili, dichiarano correttamente le cifre? Solo uno su 31. La proiezione indica quindi solo il tre per cento di dichiarazioni fedeli. Passano per il cemento le vie del nero.

La Finanza ha un reparto speciale a Roma. Studia progetti. Questo si chiama "Domus". Gli ufficiali dell´Intelligence hanno carpito delle incongruenze. E indicano le imprese edili napoletane obiettivi interessanti. C´è un divario troppo ampio per non insospettire i finanzieri: la terza provincia in Italia per numero di imprese (263.940) è la quart´ultima per "densità imprenditoriale". Cioè, sono moltissime ma producono pochissimo, possibile? O dichiarano di produrre meno per evadere il fisco?

Il colonnello Giuseppe Bottillo, comandante provinciale di Napoli, ha fatto partire l´indagine dalle banche. Chi ha contratto un mutuo, e per quale somma. Acquisiti i dati, arricchiti da questionario o colloqui, la Finanza li ha confrontati con quelli delle imprese edili. Tra il mutuo per la casa e la dichiarazione di vendita nei bilanci dell´impresa c´è quasi sempre una differenza del 25-30 per cento. Il costruttore dichiara meno, quindi. Evade. Risparmia Iva e Irap.

L´evasione finora accertata è di 69 milioni di euro, quasi 140 miliardi di lire. Quella contestata ad una sola impresa di Frattamaggiore è di 5,7 milioni. I gruppi che hanno redatto i primi verbali sono in provincia. Una classifica provvisoria indica i centri più trasgressivi: Giugliano, Acerra, Frattaminore e Frattamaggiore, Marano, Sant´Antimo, Afragola. Il generale Vito Bardi, comandante regionale, li ha trasmessi a Roma. Un successo per il suo comando. Ha già esteso le verifiche a tutta la Campania.

Sono stati scelti i mutui per la prima casa, perché considerati i più trasparenti. Consentono un recupero del 19 per cento di interessi passivi, se l´acquirente non vende in cinque anni l´immobile. Conviene dichiarare tutta la cifra. Per trenta imprese, vi sono almeno 500 contratti da esaminare con i controlli incrociati. Questa operazione ha già messo in allarme molti operatori economici. Rischiano abbastanza. «L´Erario recupera subito le imposte sul reddito e l´Iva su tale differenza», spiegano gli esperti. La legge (244/2007) consente alla Finanza di proporre alla magistratura il sequestro dei beni per una somma equivalente. Un sequestro preventivo.

L´offensiva fiscale non si ferma ai cantieri edili, controllati anche dopo le gara d´appalto vinte con forti ribassi. È fondato pensare che abbia lavoratori in nero e basse condizioni di sicurezza nel lavoro. È quasi pronto un allarmante dossier. La esasperata concorrenza induce anche altre imprese a far peggio, a violare etica e sicurezza per non uscire dal mercato. Nel 2008, i gruppi territoriali di Napoli 1, Giugliano, Torre Annunziata hanno infittito i controlli degli scontrini e delle ricevute fiscali. Sono in regola quattro su 10. La media riguarda la provincia, in città sono minori le violazioni. I negozianti rischiano la chiusura alla quarta contestazione in cinque anni. Ogni mese, almeno quattro sospendono l´attività.

Accade anche l´inverso. C´è chi emette più scontrini, chi simula una maggiore produzione o vendita per giustificare maggiori ricavi. È frequente il riciclaggio di danaro sporco, i soldi di estorsioni e traffici di droga sono ripuliti da bar, negozi, ristoranti. Cinque tra i più eleganti, sul lungomare e a Mergellina, sono stati l´inverno scorso perquisiti e sequestrati. Collegati alla camorra. Per non pagare più soldi al fisco, il riciclaggio spinge ad altri reati: gonfiare le spese ufficiali, con false fatture. L´Italia scopre a Napoli il suo inferno fiscale.

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