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mercoledì 21 novembre 2007

James Senese ed Io. By Nico



Da ragazzo ho partecipato con alcuni amici alla costruzione di una radio locale (un po di anni fa ehm...). l'emittente si chiamava "Radio Saturno" - La cosa divertente e curiosa era perché credevo che il nome della radio fosse dato dal fatto che suonava bene, invece era il "diminutivo" di Saturnino cioè il nome del proprietario. La sede si trovava nei pressi di piazza G.Vico. Erano giorni frenetici per le radio emittenti, infatti il governo con la legge Mammì (l'allora Ministro) aveva emendato una norma che regolarizzava le frequenze e chi ne occupava il segnale doveva mettersi a posto denunciando per l'appunto la frequenza che occupava. Successivamente, una volta che il segnale era nostro, incominciammo la fase operativa. Al sottoscritto venne dato un programma musicale che battezzai "La Banda del Sole". Il titolo lo "presi in prestito" da un Album di Toni Esposito e proponevo come ascolto pezzi di artisti locali che tutta la stampa di critica musicale aveva definito come: "Neapolitan Power". Il capofila ed elemento trainante era Pino Daniele e su questo non ci sono dubbi. I musicisti napoletani in quegli anni era ambiti da tutto il sistema discografico italiano. Artisti di livello Internazionale partecipavano ai progetti di molti lavori di artisti partenopei. Insomma, era un periodo molto fertile per Napoli e per certi versi per tutto il sud musicale. In quel contesto Radio Saturno muoveva i primi passi. Un giorno venimmo a sapere che all'interno del Palazzo Fuga si organizzava un concerto di James Senese. Il direttore della radio mi inviò per fargli un intervista. Allora al pensiero di intervistare uno dei musicisti che aveva contribuito con la sua creatività al lancio di tutto il movimento, mi suscitava non poca emozione. L'intervista a dire il vero non andò benissimo, feci un errore, un errore da ingenuo: gli chiesi letteralmente - se la memoria non m'inganna-: " nell'ascoltare il concerto ho avvertito in alcuni pezzi "l'influenza dei Wehater Report specie nei giri di basso" lui si indispettì da quella domanda- anche se credo fosse più che altro una considerazione del tutta personale- e mi apostrofò in modo piuttosto veemente : "ma tu suoni?" e poi : " ma tu componi musica?". Dopo quelle risposte non dissi più niente. Turbato dal fatto che le mie parole lo avessero infastidito. In realtà faccio autocritica e dico che feci un peccato di superbia a fargli quell'appunto e lui fece bene a ricordarmi che non potevo, anche se le pensavo, fare quel tipo di domande. Dopo quella volta lo rivisto solo suonare in vari concerti dal vivo e la mia stima per lui, nonostante l'episodio non è mai finita, anzi continuo ad apprezzare sempre di più il vero "Nero a Metà" della musica Italiana ed internazionale. Carattere a parte. Nico
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