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Nella lettera, dopo i convenevoli, il padrino di Porto Empedocle spiega le sue nuove simpatie politiche: comunista come il padre, dice di aver cambiato idea dal lontano 1983. "Non posso dirti per lettera perché mi sono dimesso, un giorno se ci incontriamo te lo dirò...Mi dici che sei un comunista. Mi parli di garantismo. Beato te che sei così ottimista, io nell'ultimo decennio con le sinistre al potere non l'ho visto. Ti ricordo solo cosa disse Scalfaro: 'Io non ci sto'. Io non arrivo dove arriva Augusto, io mi sento un liberal democratico". Il messaggio sembra chiaro: non votare a sinistra, per nessun motivo.
Grassonelli attacca i leader, uno per uno. "Volevo ricordarti" scrive "che anche Veltroni ha detto di non essere mai stato comunista. Il signor D'Alema una volta nella trasmissione di 'Pinocchio' disse che lui non sarebbe mai andato a fare il presidente del Consiglio se non fosse stato eletto dal popolo. Dopo qualche mese, con un colpo di mano per non dire di Stato, eccolo presidente". Ce ne è per tutti: Rutelli e Mastella sono quelli "che hanno girato tutti i partiti", mentre al boss risulta incomprensibile come mai Giuliano Amato, "braccio destro di Craxi, è uscito illeso da Tangentopoli. Pensa bene chi sono i truffaldini".
Se il comunismo è stato "un'utopia" e dopo gli anni Sessanta non c'è stato "più bisogno di comunismo nel mondo", Grassonelli esaltava in un crescendo la sua inversione a U. "Ti faccio sapere che sto con Oriana Fallaci. Sto con l'Occidente. Viva l'America, compresi i nostri alleati. Sono per la globalizzazione. D'altronde i comunisti erano per l'Internazionale, oggi sono diventati no global. Chi sono i truffaldini?".
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