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mercoledì 31 dicembre 2008

Buon anno 2009


giovedì 11 dicembre 2008

The Universal Declaration of Human Rights

sabato 8 novembre 2008

Libri, canzoni, film e spettacoli tv Il dominio della copia ora è di tutti

 

Il libro di Ernesto Assante "Copio, dunque sono" sulla lunga
battaglia per il controllo della riproduzione e per il copyright

Libri, canzoni, film e spettacoli tv Il dominio della copia ora è di tutti

I RADIOHEAD hanno distribuito il loro ultimo album attraverso Internet, senza una casa discografica alle spalle. "Copio, dunque sono" segue lo stesso percorso. Un libro che viene pubblicato senza un editore, direttamente dall'autore, sfruttando le possibilità che oggi Internet offre, attraverso un sito di editoria on line che si chiama "Ilmiolibro.it". Niente editore, niente distribuzione tradizionale, il dominio della copia completamente nelle mani dell'autore, che decide non solo il contenuto del libro, ma anche la sua forma e il prezzo, e lo mette in distribuzione solo attraverso la rete. "Copio, dunque sono" è un libro"on demand" che può essere acquistato solo sul sito di "Ilmiolibro.it" e che ogni acquirente riceve direttamente a casa. Non ci sono copie stampate in precedenza, ogni libro viene stampato solo nel momento in cui viene richiesto da chi lo vuole acquistare. Non ci sono resi, non ci sono copie che vanno al macero, non ci sono copie che circolano nelle librerie. Ma è un libro vero e proprio, per chi ama i libri e non pensa che possano essere sostituiti dai file digitali.
"Copio, dunque sono" è un libro che parla di come il dominio della copia non sia più nelle mani degli editori, dei discografici, dei produttori, dei distributori. Ed è un libro che vive completamente questa realtà. Il copyright è dell'autore, che è anche responsabile della pubblicazione ed è editore di se stesso. "Copio, dunque sono", dimostra che il dominio della copia è passato nelle mani degli autori.

***
E' una storia lunga quella che Assante racconta in questo volume, una storia affascinante, quella del dominio della copia. Del potere di copiare le cose. Anzi, non le cose, ma i pensieri, i testi, le immagini, i suoni, tutte quelle cose che rendono la nostra vita più bella, più appassionante, più ricca, libri, dischi, film, spettacoli televisivi, poesie, canzoni, fotografie.
Quello per il "dominio della copia" e sul diritto d'autore è un campo di battaglia vero e proprio, sul quale ci sono stati, nel corso degli anni, grandissimi scontri, molti dei quali tuttora in corso. Non tanto sul principio fondamentale, quello per il quale l'autore è proprietario di tutti i diritti sulla propria opera e quindi li può cedere a terzi per pubblicarla, copiarla, stamparla, distribuirla, principio che è giustamente rimasto immutato. Quanto sui diritti degli utenti che, una volta acquisita legalmente una copia, possono farne determinati utilizzi e non altri, e sulle possibilità di realizzare delle copie. Ogni volta che nuove tecnologie di copia sono arrivate nelle mani del pubblico le battaglie si sono moltiplicate, da quella dell'industria discografica, negli anni Ottanta, contro le audiocassette che servivano per ascoltare le canzoni copiate sui walkman, a quelle delle industrie cinematografiche negli anni Novanta per limitare i danni dopo l'avvento dei videoregistratori, da quelle degli editori contro l'uso delle fotocopie dei libri, a quelle delle aziende che producono videogiochi contro le copie su cd, fino ad oggi, con i casi più recenti, quello di produttori televisivi come la Viacom contro YouTube, e quello degli editori contro Google, per la riproduzione di parti di libri.
E' sul fronte della musica che gli scontri si sono fatti più vivaci negli ultimi anni, soprattutto da quando, con l'avvento di Internet, copiare e distribuire canzoni non è stata più un attività tecnologicamente limitata alle case discografiche.
Le case discografiche hanno controllato il mercato della musica registrata fino a quando erano in grado di dominare le copie, fino a quando erano gli unici in grado di mettere in vendita copie di dischi, fino a quando c'era il vinile. Poi hanno perso un po' del loro potere quando è arrivata la radio, un altro pezzo, molto più grande, quando sono arrivati il registratore, le cassette, il walkman. Quindi lo hanno perso del tutto quando sono arrivati i computer, i file mp3, i masterizzatori. E quando tutto è diventato più semplice con Internet. La digitalizzazione dei contenuti, audio, video, testi, ha messo nelle nostre mani il potere di copiare i contenuti stessi. Si possono copiare film, che prima era impossibile copiare, si possono copiare libri, che prima era impossibile copiare, si possono copiare i cd e tutta la musica che contengono. Il dominio della copia è passato nelle nostre mani.

sabato 1 novembre 2008

Gelli, la P2 e il Piano di rinascita nazionale Scoppia il caso sull'ex Venerabile in tv

Conferenza stampa a Firenze dell'ex Gran maestro della P2 alla presentazione
del programma 'Venerabile Italia', in onda da lunedì su Odeon Tv

"Solo Berlusconi può proseguire il mio progetto. Usi la sua maggioranza"
Il Pd insorge e attacca: "Il presidente del Consiglio non ha nulla da dire?"

Gelli, la P2 e il Piano di rinascita nazionale Scoppia il caso sull'ex Venerabile in tv

Licio Gelli

FIRENZE - Nell'attuazione del Piano di rinascita democratica "l'unico che può andare avanti è Berlusconi". Lo ha detto l'ex Gran maestro della P2. Licio Gelli, a Firenze, dove ha presentato il programma tv 'Venerabile Italia'. Gelli sarà protagonista di una ''ricostruzione inedita'' della storia del Novecento in Italia: dalla Guerra di Spagna agli anni Ottanta, dalla P2 al crack del Banco Ambrosiano. La conduttrice e autrice del programma Lucia Leonessi ha raccolto le testimonianze di Gelli a Villa Wanda, di Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell'Utri. Lo stesso Gelli sarà in studio per l'ultima puntata, dedicata alla sua attività di poeta. Le otto puntate da lunedì prossimo fino a dicembre andranno in onda su Odeon Tv.
Gelli, nel corso della conferenza stampa, ha risposto alle domande dei cronisti su passato e presente d'Italia, passando dalla riforma della scuola alla politica, fino alle vicende giudiziarie di Marcello dell'Utri.
Politica. A proposito del giudizio di Berlusconi e del suo Piano di rinascita democratica, Gelli ha chiarito che il premier è "l'unico che può andare avanti non perché era iscritto alla P2 ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora è in momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare". Gelli ha quindi precisato di non condividere il governo Berlusconi "perché se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza''. Gelli ha anche commentato il cosiddetto 'Lodo Alfano': "L'immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al Governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai''.

Fini. ''Avevo molta fiducia in Fini - ha detto Gelli - perché aveva avuto un grande maestro, Giorgio Almirante. Oggi non sono più dello stesso avviso, perché ha cambiato''.
Partiti. Quanto ai partiti, ai giornalisti che gli chiedevano se ci sia una forza politica che ha messo in pratica il Piano rinascita democratica, Gelli ha risposto che ''tutti si sono abbeverati, tutti ne hanno preso spunto'', però, ha notato, ''i partiti veri non esistono più, non c'è più destra o sinistra. A sinistra ci sono 15 frange e la destra non esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa che non gli auguro perché la morte non si augura a nessuno, Forza Italia non potrebbe andare avanti perché non ha una struttura partitica''.
Riforma Gelmini. "In linea di massima sono d'accordo con la riforma Gelmini perché ripristina un po' di ordine", ha detto l'ex Gran maestro della P2. "Il maestro unico è molto importante - ha spiegato - perché, quando c'era, conosceva l'alunno. Poi il tema dell'abbigliamento è importante perché l'ombelico di fuori non dovrebbe essere consentito, e poi la confidenza tra alunno e professore dovrebbe essere limitata".
"Studenti in aula e non in piazza". E a proposito della manifestazioni di piazza "non ci dovrebbero essere, gli studenti dovrebbero essere in aula a studiare - ha sottolineato Gelli -. Nelle piazza non si studia; se viene garantita la libertà di scioperare dovrebbe essere tutelato anche chi vuole studiare, e molti in piazza non ne hanno voglia. Dovrebbe essere proibito di portare i bambini in piazza perchè così non crescono educati".
"Dell'Utri? bravissimo". "Marcello Dell'Utri è una bravissima persona, onesta e di profonda cultura, non credo che sia mafioso", ha detto l'ex Gran maestro. "C'è una sentenza che Dell'Utri si trascina dietro - ha aggiunto - e che sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato. La magistratura prende decisioni su teoremi e non su prove e su Dell'Utri il processo non ha fatto chiarezza".
Magistratura. "Se oggi in Italia c'è un potere forte, costituzionale, è la magistratura, perché quando sbaglia non è previsto risarcimento del danno".
Stragi e terrorismo. "Le stragi ci sono sempre state e ci saranno sempre perché non c'è ordine: infatti sono arrivate dopo gli anni '60. Se domani tornassero le Br ci sarebbero ancora più stragi: il terreno è molto fertile perché le Br potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della povertà che c'è nel paese". Secondo Gelli "le stragi sono frutto di guerra tra bande".
Massoneria. "In Italia - ha sottolineato Gelli - poteri forti ora non ce ne sono e non ce ne sono mai stati. Oggi la massoneria non esercita nessun potere. Ci sono tre, quattro comunioni che contano e che dovrebbero chiedere che gli elenchi dei massoni non debbano essere consegnati al commissariato". "La P2 era riservata, non segreta, ed è stata perseguitata per distogliere l'attenzione da altre questioni".
Reazioni. Per Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd
al Senato, è "sconcertante che dal Popolo delle Libertà non giunga una parola a commento delle dichiarazioni di Gelli che, tra le tante cose gravi dette, indica nell'attuale capo del governo l'unico erede del Piano di rinascita democratica". "E' dall'inizio della legislatura che sosteniamo questa tesi: il programma di governo di Berlusconi ed il piano di Gelli sono la stessa cosa", afferma il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi. "Tornano i fantasmi del passato ed è inquietante che in vada in onda l'autocelebrazione di Licio Gelli e un nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica", afferma Rosy Bindi, del Pd, vicepresidente della Camera.

giovedì 30 ottobre 2008

Variazioni Goldberg Glenn Gould

mercoledì 29 ottobre 2008

La nuova vita del Pibe de Oro Maradona ct dell'Argentina

Il fuoriclasse, che incantò Napoli per 7 stagioni, è stato nominato direttore tecnico
Il nuovo dg sarà Carlos Bilardo: allenò Dieguito nei mondiali 1986 vinti dai sudamericani

La nuova vita del Pibe de Oro Maradona ct dell'Argentina

Maradona durante una recente amichevole

BUENOS AIRES - Giovedì prossimo, giorno del
suo 48esimo compleanno, Diego Armando Maradona sarà designato ufficialmente come nuovo allenatore della nazionale di calcio. Suo vive sarà Sergio Troglio. L'ex ct Carlos Bilardo, suo compagno di cordata nella scalata alla panchina lasciata da Alfio Basile, avrà il ruolo di direttore generale. El Pibe de Oro è tornato, per la sua settima vita. La mano de Dios, mille magie in campo e un'esistenza spericolata. Fuoriclasse indiscusso in campo e fuori misura da uomo comune, Diego Armando Maradona - che di comune non ha proprio nulla - ritrova alla fine il calcio, ovvero tutta la sua esistenza.
L'Argentina ha chiamato il suo figliol prodigo come ct della nazionale, quella che Diego portò a un titolo mondiale nell'86 e alla vendetta sull'Inghilterra nell'anno della guerra della Falkland-Malvinas, e alla quale si appigliò nel '94 da giocatore dopo il lungo tunnel della droga, tranne poi ricadere nella rete dell'antidoping per quel vizio diventato tragica quotidianità nella Napoli che lo osannava.
Due scudetti sotto il Vesuvio, nell'87 e nel '90, piu' una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana. E poi il Mondiale vinto in Messico e la finale persa a Roma per Italia '90, dopo la semifinale di Napoli contro gli azzurri. Tutto per 705 partite ufficiali e 358 gol. Ma mai come per Diego Armando Maradona, il campione accompagnato dalla leggenda sin da bambino, i numeri dicono davvero poco.
El Pibe de Oro ha fatto sognare e piangere, innamorare e arrabbiare, perfino indignare, declinazione alla quale si è dedicato soprattutto dopo la chiusura dell'attività di fuoriclasse: il cibo smodato, la droga, l'alcool, la morte più volte sfiorata. Come se nulla, dopo tanti colpi di genio con il suo sinistro magico - indimenticabili tra gli altri quel gol in slalom tra i birilli inglesi a Mexico '86, o quella rete al Verona pescata con pallonetto tagliato da centrocampo, al San Paolo - potesse più essere normale, neanche una volta messo da parte il pallone.

Maradona calciatore ha stupito il mondo, aprendo la contesa tra chi sostiene sia stato il più grande di tutti i tempi e chi gli preferisce Pelè. Maradona uomo non si è curato del politicamente corretto. Amico di Fidel Castro, nemico giurato degli Stati Uniti e di Bush in primis, sostenitore di Chavez nella sua campagna antiamericana e per il sud del mondo. E poi anche inseguito dal fisco italiano, e da un figlio mai riconosciuto a Napoli.
Ora Maradona, sulla cui vita l'anno scorso sono usciti due film (uno del grande Kusturica), sta per diventare nonno. Il figlio glielo daranno Giannina, la più piccola delle due ragazze che Diego ha spesso lasciate sole, e il 'Kun' Aguero, bomber della nazionale campione olimpica e dell'Atletico Madrid. Forse è questa nuova vita ad aver spinto El Pibe a riprovarci. Con il calcio, ovviamente, la sua vera unica vita.

domenica 19 ottobre 2008

Tumore alla prostata, dall'Italia uno studio per sconfiggerlo

Ecco una belle notizia che propongo volentieri;

Ricerca su Nature Medicine: individuati due geni che, se si deteriorano
ne provocano l'aggressività. Reintrodotti fanno morire le cellule malate

Garaci (Iss): "Siamo più vicini ad una terapia per curarne gli stadi avanzati"

Tumore alla prostata, dall'Italia uno studio per sconfiggerlo

ROMA - Il segreto dell'aggressività del tumore alla prostata è nascosto in due piccoli geni contenuti nel cromosoma 13. Normalmente frenano lo sviluppo del cancro, ma se si deteriorano o si perdono il tumore cresce in modo incontrollato. Se invece vengono reintrodotti nelle cellule malate, le fanno morire. A scoprire l'importanza di queste due molecole, microRna-15a e microRna-16 - che suggerisce ora una nuova via per arrivare ad una cura - è stato un gruppo di ricercatori italiani in un lavoro coordinato dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l'équipe di urologia dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e l'Istituto oncologico del Mediterraneo di Catania, con i fondi dell'accordo Italia-Usa e dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
Nello studio, pubblicato su Nature Medicine, gli scienziati hanno utilizzato 40 campioni di tessuto tumorale, concentrandosi sul ruolo dei due micro-Rna. Poi, in una fase successiva, hanno tentato una strada che si basa sulla ingegneria genetica, per cercare una terapia efficace, che ora fa ben sperare. E non nascondono il loro entusiasmo: secondo il presidente dell'Iss Enrico Garaci "grazie a questa ricerca siamo molto vicini ad una terapia contro gli stadi avanzati del cancro alla prostata".
La svolta è rappresentata proprio dalla comprensione della funzione chiave esercitata dai due geni: "Se i due microRna-15a e microRna-16 vengono reintrodotti nelle cellule tumorali che li hanno perduti, queste cellule smettono di crescere e vengono distrutte" ha spiegato Ruggero De Maria, direttore del dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'Iss, che ha guidato lo studio insieme a Desiré Bonci. Per i ricercatori, somministrando queste due molecole, si può arrivare ad una cura, come è stato dimostrato in esperimenti di laboratorio su animali. "La possibilità di curare tumori aggressivi della prostata tramite la somministrazione di questi piccoli micro-Rna è stata confermata in test su animali di laboratorio, e con questo bagaglio di conoscenze il cancro della prostata potrà essere sconfitto", dice ancora De Maria.

Ora gli scienziati si stanno concentrando sul passo successivo, quello per mettere a punto il modo migliore per reintrodurre questi micro-Rna nelle cellule; poi si passerà ai test sull'uomo.
In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 44.000 nuovi casi di tumore alla prostata che sono destinati ad aumentare, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione. Negli ultimi quindici anni il dosaggio dell'antigene prostatico specifico (PSA) ha aumentato considerevolmente le diagnosi precoci e le possibilità di guarigione, ma il cancro alla prostata rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte da tumore nell'uomo dopo il carcinoma del polmone.
(19 ottobre 2008)

domenica 12 ottobre 2008

Exotic Rain

E nata una stella!,
Es war ein Stern!,
It was a star!,
Il a été une étoile!,
これはスターだった!,
Она была звездой!,
Se trata de una estrella!,
Guagliù chist'è nu mostro!

Matt Rach

La grande democrazia del web passa anche attraverso You Tube. Matt Rach,eccezionale chitarrista-ragazzino, sta facendo la sua fortuna facendosi conoscere grazie al web e al network sociale You Tube.

mercoledì 1 ottobre 2008

P2p, disoccupata batte le major

Tutto da rifare per le case discografiche: Jammie Thomas,
era stata sanzionata di 222mila dollari per violazione copyright

P2p, disoccupata batte le major
non dovrà pagare la supermulta

Un giudice del Minnesota dà ragione alla donna
"Bisogna dimostrare che lo scambio sia avvenuto"

di ALESSANDRO LONGO

P2p, disoccupata batte le major non dovrà pagare la supermulta
I DISCOGRAFICI americani hanno perso la causa più importante per la lotta al peer to peer e adesso per loro è tutto da rifare: Jammie Thomas, 30enne disoccupata che era stata condannata a pagare 222 mila dollari per violazione del copyright, non dovrà più farlo. L'ha deciso Michael Davis, giudice distrettuale del Minnesota, dov'è stato dibattuto il caso.

Alla base della sentenza, un motivo che fa crollare il castello costruito finora per la lotta al peer to peer pirata: "Rendere disponibile" ("making available") un file su rete peer to peer - sostiene il giudice- non significa che quel file sia stato in effetti scaricato da altri e che quindi sia stato distribuito. È un reato distribuire il file protetto da copyright, non il semplice metterlo in condivisione (l'intenzione di reato non è perseguibile).

Tutto quanto significa che ora Riaa (l'Associazione discografici americani, che aveva denunciato la donna) avrà l'onere della prova: dovrà dimostrare che lo scambio di un file protetto da copyright è in effetti avvenuto. Non basta provare che l'utente l'ha condiviso su reti peer to peer.

Per Jammie Thomas è una notizia di quelle che ti cambiano la vita: la donna, che si mantiene grazie agli assegni sociali, non aveva certo i mezzi per pagare la super multa (pari a 9.250 dollari per ogni file condiviso). Ma è anche una notizia che cambia lo scenario del confronto tra detentori di copyright e utenti di peer to peer. La sentenza è storica perché la multa a Jammie Thomas era il solo caso di vittoria dei detentori di copyright in un processo del peer to peer.

La giurisprudenza, a riguardo, ricade così nell'incertezza. Riuscire a portare in tribunale la prova dello scambio può essere peraltro impresa molto difficile (se non impossibile). Prova dello scambio potrebbe essere memorizzata nel programma peer to peer utilizzato e ottenibile quindi con il sequestro del computer. Non tutti i programmi memorizzano questi dati, però, e comunque l'utente può fare in modo di cancellarli.

I dati possono essere anche nel log (nel registro) del server utilizzato per lo scambio. Ed essere quindi ottenuti tramite il sequestro del server, cosa non facile però se è posto all'estero. Non è detto inoltre che il log ci sia e sia valido ai fini del processo (potrebbe aver registrato il traffico degli utenti in modo anonimo). Ci sono inoltre programmi peer to peer che permettono di scambiare file senza server di mezzo (per esempio eMule su rete Kad).

"Non mi risulta che in Italia qualcuno sia stato mai condannato dopo un processo completo, per aver fatto peer to peer per scopi personali", dice Andrea Monti, avvocato tra i massimi esperti della questione. Molti hanno pagato la multa perché hanno patteggiato (da 51 a 2.065 euro, secondo la normativa italiana). Altri hanno subito un decreto penale di condanna (come capitato a settembre due utenti della rete peer to peer Direct Connect), a cui hanno poi rinunciato a opporsi. In entrambi i casi, però, si tratta di decisioni precedenti a un effettivo processo dibattuto.

"Gli utenti hanno accettato di pagare perché affrontare un processo di questo tipo costa anche 20-30 mila euro tra spese legali e di consulenza. Molto più di quanto si rischi di multa se si patteggia", aggiunge Monti.

Sarà anche per la difficoltà ad avere vittoria certa in un processo, che i detentori di copyright stanno provando diverse strade per la lotta al peer to peer. Per esempio, la via di far bloccare certi siti oppure di ottenere leggi che obblighino i provider a cancellare gli abbonamenti Internet degli utenti peer to peer. Anche queste sono però strade in salita: è stato appena sospeso il blocco a Pirate Bay; l'Europarlamento qualche giorno fa ha bocciato le politiche anti-peer to peer contenute nel pacchetto di riforma della normativa tlc e ispirate da alcune procedure ideate dal governo francese.

martedì 30 settembre 2008

Il gruppo di fuoco dei Casalesi è finito in manette

Napoli CASERTA - Il gruppo di fuoco dei Casalesi è finito in manette. Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia sono stati catturati. I primi due sono tra i presunti killer della strage di Castel Volturno. Insieme a Letizia detto 'o zuoppo, erano tra i cento latitanti più pericolosi d'Italia, responsabili di aver attuato negli ultimi mesi tra Villa Literno, Casal di Principe e il litorale Domiziano una vera strategia del terrore. I tre sono stati arrestati in una maxioperazione durante la quale sono state eseguite 127 misure cautelari (un'ottantina contro persone già detenute). In manette sono finiti capizona della cosca e responsabili a vario titolo di reati camorristici.

Maroni: "La risposta alla guerra". "E' una giornata da incorniciare - ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni - Avevamo promesso di intervenire e di dare un colpo durissimo alla camorra e al clan dei Casalesi. L'abbiamo fatto. E' la prima risposta alla guerra dichiarata allo Stato". Come ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato "riaffermato il primato delle istituzioni e della legalità".

La banda del terrore. Con l'arresto dei tre killer e il fermo, qualche giorno fa, di Alfonso Cesarano l'ala stragista del clan è stata colpita al cuore. Resta latitante Giuseppe Setola, fuggito dagli arresti domiciliari ad aprile, capo della banda del terrore, colpito ieri da un provvedimento dell'antimafia che ha messo i sigilli al suo impero economico, dieci milioni di euro tra appartamenti, cooperative edilizia ed esercizi commerciali. Restano ancora liberi i due superboss, capi storici del clan: Antonio Iovine e Michele Zagaria.

Erano nel Casertano. 'O sergente Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia sono stati sorpresi in una villetta di Licola, poco lontano dal chilometro 43 della Domiziana e da Baia Verde, dove il 18 settembre il gestore di una sala giochi e sei extracomunitari sono morti sotto una pioggia di proiettili. Non hanno opposto resistenza. Ai carabinieri hanno fatto i complimenti: "Bravi! - ha detto Cirillo - Ci siete riusciti".

Manganelli: "Erano scissionisti". "Cirillo e Spagnuolo - ha detto il colonnello Carmelo Burgio, comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta - erano stati riconosciuti fra gli autori dell'eccidio degli extracomunitari. Insieme a loro c'era un terzo latitante, Giovanni Letizia. Tutte e tre fanno parte del gruppo di fuoco che terrorizzava la zona". "I cosiddetti scissionisti", come li ha definiti il capo della Polizia Antonio Manganelli. "Ex dipendenti dei Bidognetti che si erano messi in proprio. Cinque di loro sono ancora latitanti, non hanno intenzione di farsi catturare, e girano con esplosivi per difendersi a ogni costo".

Kalashnikov e pistole. Gli arrestati nascondevano due kalashnikov e due pistole 9x21, la stessa tipologia di armi utilizzate in tutti gli omicidi e gli atti intimidatori commessi sul litorale Domiziano, compresa la strage di Castel Volturno. Sequestrate le auto e le moto utilizzate per i raid e le pettorine con la scritta "carabinieri" e i lampeggianti usati nella strage degli immigrati.

Arrestata la moglie del boss. E' finita in manette anche la moglie del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, da dieci anni in carcere. Giuseppina Nappa è accusata di ricettazione per avere percepito lo stipendio che l'organizzazione assicura mensilmente ai familiari dei detenuti. Arrestato nella propria abitazione un avvocato di Casal di Principe, Mario Natale, accusato tra l'altro di estorsione.

Sequestrati 100 milioni di euro. Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 100 milioni di euro nel Casertano, nella zona di Napoli, nel basso Lazio e in Toscana: 43 società, 134 immobili, 13 cavalli, vari veicoli e altre attività. Erano nelle disponibilità dei destinatari dei provvedimenti giudiziari.

VIDEOMAX 2 (Pinocchio City)

2° parte del nostro eroe urbano, creato da Graziano Origa e disegnato da grandi disegnatori italiani.

VIDEOMAX (1) Andy Max contro Doctor Vhs

1° Video del supereroe creato da Graziano Origa

venerdì 19 settembre 2008

Napoli, l'orgoglio non basta Vince, ma il finale è amaro

NAPOLI-BENFICA 3-2: LA DIRETTA

NAPOLI - Finisce con un misto di festa e lacrime. Il Napoli torna in Europa dopo 14 anni di assenza dall'Europa, batte nientepopodimenoche il Benfica Lisbona, ma alla fine, dopo essere stato in vantaggio 3-1 si fa trovare fuori posizione in difesa e consente a Luisao di mettere in porta il pallone del 3-2. Gol che rende assai complicato il passaggio del turno che dà accesso alla fase a gironi.

Insomma è stata festa grande in un San Paolo che dopo il Cittadella e il Lanciano (squadre rispettabilissime, per carità) vede il Benfica - e vede il Napoli batterlo - e questo è già motivo di enorme orgoglio, considerato che gli azzurri erano di fatto scomparsi dal calcio di alto livello. Però. Già, però. Però quel gol segnato per una distrazione difensiva e che ha portato il risultato finale sul 3-2 resta sullo stomaco azzurro.

La partita è stata subito vibrante. Il San Paolo era una cornice da brividi per una sfida lussuosa, di quella che si va a vedere in frac e papillon. Il Benfica ipnotizzava la voglia del Napoli con il classico calcio bailado portoghese: gran controllio del gioco e di palla, lentezza esasperante, era un titic-titoc un po' masturbatorio forse, ma di alto livello.

Proprio mentre il Napoli cercava di capire come affrontare quel non-gioco, arrivava il gol di Suazo, che portava in vantaggio i lusitani. A quel punto l'assetto tattico della gara cambiava profondamente. Gli azzurri qui erano davvero grandi. Non si abbattevano ma trovavano nel loro animo la forza per il gol del pareggio e poi del sorpasso nel giro di soli tre minuti, prima con il napoletanino 21enne Vitale e poi con Denis. Il San Paolo veniva giù di gioia. Non c'era Maradona ma è come se ci fosse stato. E proprio allo scadere del primo tempo, Leo, difensore brasiliano, piazzato sulla sua riga bianca, ricacciava dalla porta il pallone, colpito perfettamente di testa da Denis su calcio d'angolo.

Insomma il Napoli che andava al riposo sul 2-1 c'era. E lo dimostrava una volta di più ad inizio ripresa quando andava sull'insperato (in quel momento) 3-1 grazie a un mezzo autogol su punizione deviata di Maggio (doveva essere un cross).

Ma era qui che arrivava l'errore. Il Napoli si sentiva forse forte e invincibile e trascurava la fase difensiva pagando a caro prezzo anche la stanchezza di un primo tempo giocato a mille all'ora mentre il Benfica lo giocava al rallentatore.

Una disattenzione, in occasione di una punizione che spioveva al centro dell'area costava carissima. Luisao sfruttava l'opportunità e riavvicinava nuovamente la sua squadra ai padroni di casa sul 3-2, risultato con il quale si chiudeva definitivamente l'incontro.

Ora si giocherà il ritorno a Lisbona, nel meraviglioso stadio Da Luz, e il 3-2 è risultato per il quale al Benfica basta un 1-0 per passare il turno e approdare alla fase a gironi. Complimenti al ciuccio parso leone ma alla fine quella scudisciata lo fa ragliare. Forse più di rabbia che di orgoglio...

NAPOLI - BENFICA 3-2 (2-1)
Napoli (3-5-2): Navarro 5, Santacroce 7, Cannavaro 5,5, Contini 5,5, Maggio 6,5, Gargano 6, Blasi 5 (1' st Pazienza 6), Hamsik 5 (30' st Pià sv), Vitale 6,5, Lavezzi 7, Denis 6,5 (22' st Zalayeta 6). (22 Gianello, 6 Aronica, 83 Rinaudo, 4 Montervino). All.: Reja 6,5.
Benfica: (4-4-2): Quim 5, Maxi Pereira 6, Luisao 6,5, Sidnei 6, Leo 6,5, Urreta 4 (1' st Balboa 6), Martins 6 (10' st Katsouranis 6), Yeboa 5,5, Reyes 6 Di Maria 5 (18' st Nuno Gomes 5,5), Suazo 6,5. (1 Moreira, 15 Amorim, 25 Jorge Ribeiro, 28 Vitor). All.: Flores 6.
Arbitro: Kuipers (Ola) 6,5.
Reti: nel pt 16' Suazo, 17' Vitale, 19' Denis; nel st 9' Maggio, 14' Luisao.
Angoli: 6-4 per il Napoli. Recupero: 1' e 2'. Ammoniti: Maggio e Martins per gioco falloso. Spettatori: 68mila circa

Coppa UEFA: Napoli-Benfica 3-2 18/09/08

Forza Napoli!

lunedì 8 settembre 2008

La camorra a mezzo stampa e Saviano sfida i legali dei boss

Lo scrittore chiude il Festival di Mantova
con una denuncia su crimine e informazione

di FRANCESCO ERBANI

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Roberto Saviano al Festival di Mantova

MANTOVA - "Ognuno di voi lettori fa paura". Fa paura ai poteri camorristi che lui racconta. La voce di Roberto Saviano scende sul silenzio della platea del Teatro Sociale di Mantova, pieno fino all'ultimo posto. "Oggi sono 695 giorni che vivo sotto scorta. 11.120 ore. Non prendo treni, non salgo in macchina. Ho il sogno di una casa. Ma a Napoli l'ho cercata in via Luca Giordano, via Solimena, via Cimarosa. Niente. A Posillipo hanno chiesto un appartamento per me i carabinieri. Avevano risposto sì. Quando hanno visto che ero io, hanno detto: l'abbiamo affittata un'ora fa".
Gli accessi del teatro sono controllati, agenti in borghese camminano fra le poltrone, quattro di loro stazionano sul palco. In platea - dice Saviano - anche gli avvocati dei boss che in aula lessero una lettera di minacce allo scrittore, al giudice Raffaele Cantone e a Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino.
Le parole di Saviano raccontano la camorra a mezzo stampa, disegnano lo spazio stretto di una narrazione alla quale è impedito il movimento libero e che è costretta a esprimersi in uno stato di limitazione che è l'antitesi del narrare e in fin dei conti della letteratura. Ed è a questo valore simbolico che si sono richiamati gli organizzatori del Festival mantovano chiedendo allo scrittore campano di chiudere la dodicesima edizione. Saviano è arrivato a Mantova con la sua scorta, "la mia falange", lasciando fino all'ultimo in sospeso gli organizzatori che hanno potuto comunicare la sua presenza solo venerdì mattina. Ottocento i biglietti venduti, svaniti nel giro di un'ora. Fuori al teatro si assiepa una folla silenziosa e ordinata.
Saviano, camicia bianca e jeans, racconta come certa stampa locale si sia fatta megafono della camorra, con i suoi titoli e le allusioni, Pochi giorni dopo l'omicidio di don Peppe Diana, Il Corriere di Caserta titola "Don Peppe Diana era un camorrista": sono le parole di un boss, compaiono fra virgolette, ma per il giornale hanno un crisma di verità. Quando viene arrestato, l'assassino del sacerdote, De Falco, viene definito "boss playboy" e segue un pezzo sulle doti amatorie di altri camorristi. Quando è sequestrato il piccolo Tommaso Onofri, il giornale Cronache di Napoli titola: "Tommaso, il dolore dei boss". Qualche giorno dopo viene trovato il corpo di Tommaso. Titolo su Cronache di Napoli: "Tommaso è morto: l'ira dei padrini".

Quando viene catturato un cugino di Francesco Schiavone, il titolo suona: "Cicciariello arrestato con l'amante". Il boss Prestieri viene dipinto come appassionato d'arte. Si racconta la passione di capoclan per la poesia e la narrativa. Un killer vince un premio letterario.

Un altro titolo: "Sandokan a Berlusconi: i pentiti sono contro di noi". "Ma noi chi?", si chiede Saviano. E prova a rispondere. "Io sono un imprenditore, dice di sé Sandokan, e mi rivolgo al numero uno degli imprenditori, perché i pentiti non sono altro che concorrenti sleali".
Le parole dette e scritte, rilanciate dai titoli. I ragazzi di Casal di Principe che recitano, come una cantilena: "Gomorra è pieno di favole, sono solo favole". Dalla carta stampata alla tv. Sullo schermo parte un video. La sorella di uno Schiavone, in un programma Mediaset, senza apparire fa sentire la sua voce a proposito di Saviano: "Ma cosa gli abbiamo fatto noi di Casale, gli abbiamo violentato la fidanzata?". Lo scrittore alza il viso dallo schermo: "Chi di voi dopo queste parole può dire che non è successo niente? Questa notte pensate se qualcuno viene da voi e dice queste parole, domandatevi se la vostra vita d'improvviso non diventa un pericolo per chi vi sta vicino".
Gli avvocati dei boss che in aula hanno letto la lettera dei boss "sono qui in platea", dice Saviano. "Sono contento che vengano tutte le volte che parlo in pubblico. I vostri assistiti fateli venire direttamente, o pensate che io abbia paura? Ce lo diciamo sempre io e i miei ragazzi: noi non facciamo paura perché non abbiamo paura. È la letteratura che li terrorizza. Sono i lettori che fanno paura". La gente applaude in piedi, a lungo. Saviano si siede, le mani sul viso.
Il festival si chiude con un bilancio a tinte rosee. Cinquantasettemila biglietti staccati. Ventitremila presenze agli appuntamenti gratuiti. Totale: ottantamila sono le persone che hanno frequentato da mercoledì pomeriggio a ieri i 225 incontri della dodicesima edizione del Festivaletteratura, un dieci per cento in più rispetto alla precedente. Eppure non sono le quantità gli elementi che più soddisfano gli organizzatori.
Mantova consolida la sua formula, in qualche modo la intensifica. Ieri mattina Gillo Dorfles, presentando il suo Horror pleni e parlando del conformismo, ha detto che esiste un conformismo positivo, molto minoritario, e un conformismo negativo, di gran lunga maggioritario. "Il Festivaletteratura è una forma di conformismo positivo", ha detto l'anziano studioso di estetica, architettura e design. È molto simile a sé stesso ogni anno che passa, sempre più orientato a raccogliere pubblici diversi, ad allargare i confini dell'idea di letteratura e correttamente inserito in un contesto urbano che attribuisce molto senso ai racconti, alle riflessioni e ai dibattiti. La sua formula, autori che raccontano e si raccontano, viene ripetuta.
Jonathan Safran Foer, una delle poche star di questa edizione (insieme a Daniel Pennac, Hans Magnus Enzensberger, Carlos Fuentes e Scott Turow), ha animato un incontro molto frizzante con Gad Lerner, che si è chiuso con la lettura, commossa, dell'ultima pagina di Molto forte, incredibilmente vicino da parte di Lella Costa.
Il giovanissimo scrittore americano si è messo all'estremità di una tastiera che poi ha fatto suonare le note di Ezio Raimondi, il quale ha raccontato come la lettura sia il modo migliore per incontrare l'altro; o di Boris Pahor, che ha narrato la storia di un sopravvissuto dalla Necropoli (questo il titolo del suo libro) dei campi di sterminio; passando per Paolo Giordano, Diego De Silva e Valeria Parrella, che ieri hanno messo a confronto le loro idee di Napoli, emerse anche nell'incontro che Marco Rossi-Doria, il maestro di strada, ha avuto con Eraldo Affinati. Letteratura e narrazioni sono state il perno dell'incontro di Alberto Arbasino, autore di L'ingegnere in blu, un ritratto di Carlo Emilio Gadda. Poi la letteratura ha lasciato il posto alla matematica, alla filosofia, all'architettura e alle performances - i comizi, ad esempio, lettura di testi del passato per la voce di scrittori contemporanei.
Il Festival si è radicato nella città e lascia un sedimento che dura tutto l'anno: il libro scelto per una serie di letture di qui alla prossima edizione è Amore e ginnastica di Edmondo De Amicis. Il testimone passa alla tredicesima edizione.

CALCIO a Napoli: curve chiuse fino a fine ottobre

E` arrivata l`attesa stangata ai tifosi partenopei dopo i fatti di violenza a Roma nella prima giornata. Il giudice sportivo, infatti, ha voluto punire `gli atti di violenza commessi nello stadio Olimpico` come si legge nel comunicato ufficiale. I fatti avvenuti in citta` invece non possono essere giudicati dalla giustizia sportiva. Nell`incontro terminato 1-1, si legge sempre nella comunicazione del giudice, `all`inizio del secondo tempo, preceduto dallo scoppio di forte intensita` di petardi nella zona antistante, faceva ingresso nello stadio un folto gruppo di sostenitori del Napoli che, a stento, venivano `accompagnati` dalle Forze dell`Ordine nel settore loro riservato`.

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Quinsi e` stato incriminato il `lancio di oggetti vari bottigliette, monete e cosi` via, di bengala accesi e di petardi contro gli addetti alla sicurezza della societa` ospitante e nel settore occupato dalla tifoseria avversaria, scagliandosi contro le vetrate divisorie, una delle quali veniva danneggiata`. Viene inoltre specificato che sono rimasti contusi nei scontri sette agenti di polizia e tre carabinieri. Il giudice ha atribuito quindi la colpa `delle violenze commesse a ben noti gruppuscoli facinorosi annidati nel mondo del `tifo organizzato` e per questo ha deciso di chiudere la curva A e la B del San Paolo fino al 31 ottobre. Il Napoli dovra` quindi giocare con le curve chiuse le partite interne contro Fiorentina (14/9), Palermo (24/9), Juventus (19/10) e Reggina (29/10).

lunedì 21 luglio 2008

I veleni del Nord scaricati in Campania

 

Indagati 50 imprenditori titolari di aziende in Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio. La Procura di Napoli sta per spedire gli avvisi di garanzia

di Irene de Arcangelis

Sono quasi pronti, rappresentano il secondo importante passo nell´inchiesta sul disastro ambientale tra Napoli e Caserta, provocato dal patto d´acciaio tra clan dei Casalesi, imprenditori del Nord che sversavano abusivamente evadendo il fisco e titolari di ditte per lo smaltimento della Campania. Rifiuti normali e speciali, spesso tossici. Stanno per partire oltre cinquanta avvisi di garanzia con la stessa accusa verso il Centro e il Nord Italia. Verso quelle regioni dove hanno sede vari tipi di ditte chiamate in causa dall´imprenditore pentito Gaetano Vassallo. Anche se il suo elenco non è completo. Le indagini coordinate dall´Antimafia stanno ricostruendo una ragnatela di interessi e rapporti d´affari illeciti ben più fitta.
Racconta il collaboratore di giustizia Dario De Simone agli inquirenti: «Furono convogliati grossi quantitativi di rifiuti provenienti dal Nord Italia. Per esempio ricordo la grande consistenza di rifiuti provenienti dall´area bresciana, da Firenze, da Prato, da Santa Croce sull´Arno, da Lucca e da Viareggio. Poi accadde che vennero fatte delle grosse buche per l´estrazione di inerti da asservire ai lavori stradali in zona. Si trattava di buche di alcuni milioni di metri cubi che l´organizzazione ritenne opportuno utilizzare come discarica, proprio per proseguire nell´affare rifiuti che si era rivelato molto lucroso. Arrivavano oltre cento camion di rifiuti al giorno... ».
Quei cento camion al giorno arrivavano dal Nord Italia. E l´elenco delle ditte che Gaetano Vassallo fornisce agli inquirenti è parziale. Ma preciso. Parla di una ditta di Lucca (che scarica "pulper" di cartiera, un rifiuto speciale) e di una di Candidino di Capannoni (Lucca) che dava duemila euro mensili alla camorra soltanto per avere la disponibilità della discarica anche senza utilizzarla. Da una ditta di Montecatini Terme arrivano i rifiuti: il trasporto è gestito da un impiegato del Comune toscano di Lamporecchio. Comincia a scaricare nelle discariche abusive dal 1988 una ditta di Capannoli (Lucca), seguita a ruota da una di Pisa e da una di La Spezia. Ma i rifiuti arrivano anche da Velletri (Roma) e Cisterna di Latina (Latina), da Nettuno e da Torre del Lago (Lucca), Viareggio. Vetro e plastica da Milano.

Città da cui partiva solo una percentuale dei rifiuti dal Nord. Cui vanno aggiunti quelli individuati da squadra mobile di Caserta (vice questore Silvana Giusti) e Guardia di Finanza (capitano Alessio Bifarini) durante le indagini. E cui vanno sommati gran parte dei Comuni della zona tra Giugliano e la provincia di Caserta. Amministrazioni locali che sversavano in accordo e complicità con il clan dei Casalesi. Infine l´elenco delle ditte della Campania, province di Napoli, Caserta e Salerno. Fino all´emergenza anche per le discariche abusive sature.
Spiega Gaetano Vassallo: «Una volta colmate le discariche i rifiuti venivano interrati ovunque. In questi casi gli imprenditori venivano sostanzialmente by-passati, ma talora ci veniva richiesto di concedere l´uso dei nostri timbri in modo da coprire e giustificare lo smaltimento dei produttori di rifiuti del Nord Italia». Ci sono anche i rifiuti speciali di una azienda di coloranti e affini della provincia di Savona. «Furono smaltiti nella mia discarica - racconta il pentito Vassallo - per circa seimila quintali. I rifiuti sono stati interrati. Trattai questo carico in modo separato rispetto agli accordi con i clan».

(20 luglio 2008)

domenica 20 luglio 2008

Google Earth lancia nuova versione ecco la prima città a 3 dimensioni

E' Nanaimo, cittadina canadese già nota come la "più mappata del mondo"
Per gli amministratori locali è soprattutto una scommessa turistica

 

di MIRKO PEDDIS

Google Earth lancia nuova versione ecco la prima città a 3 dimensioni

Nanaimo su Google Earth

TORONTO - Google Earth supera se stesso e lancia sul web la prima città completamente tridimensionale. E' Nanaimo, cittadina di 78.000 abitanti nell'Isola di Vancouver. Il sito utilizzato in tutto il mondo per osservare dall'alto ogni porzione terrestre ha scelto la località della British Columbia per promuovere la nuova versione tridimensionale del suo software.
La città a tre dimensioni. La collaborazione tra Google e Nanaimo ha origini antiche: la città canadese, infatti, registrava già un numero record di servizi digitali messi a disposizione dei cittadini grazie all'uso intenso e creativo di Google Maps. Dalla gestione dei parchi al catasto, dal cimitero ai vigili del fuoco. Nanaimo era già accessibile on line a tal punto che la rivista Time l'aveva definita la capitale di Google Earth. E la sua fama digitale, messa in discussione solo da quella San Francisco, è destinata ora a crescere con la versione 4.3 del software.
Nel 2009 il primo aggiornamento. Prima città a inviare a Google i dettagli della sua mappa elettronica, comprese fognature, fotografie aeree dei palazzi e immagini di tutti gli edifici commerciali, Nanaimo ha fornito persino la posizione in tempo reale dei veicoli dei vigili del fuoco chiamati per le emergenze. E poichè il centro della città e i suoi grattacieli, come tutte le città del mondo, sono in costante evoluzione, per il 2009 è già previsto un nuovo aggiornamento dei dati.
I servizi. Fra i tanti servizi proposti dal portale earth.nanaimo.ca, ci sono negozi, ristoranti, autofficine. E' inoltre possibile reperire online i dati catastali di tutte le proprietà della città, documentarsi sulla storia dei quartieri e addirittura visitare virtualmente il cimitero tramite un capillare sistema di Gps.

Una scommessa turistica. La prima città completamente tridimensionale è anche una scommessa turistica: partendo dal presupposto che più informazione la gente ha, più sarà interessata a visitare la città. Per Kristensen, capo dell'ufficio tecnologico di Nanaimo ha dichiarato: "Abbiamo dato a Google anche le mappe delle nostre fondamenta. Siamo probabilmente i primi ad averlo fatto e pensiamo che la nostra sinergia col motore di ricerca più usato al mondo possa essere molto utile allo sviluppo del turismo".
Un esempio da seguire. I risultati, a quanto pare, iniziano a vedersi: Vancouver ha già reso disponibili su Google Maps i tracciati del suo sistema di trasporto pubblico e presto sarà la prima provincia canadese a pubblicare in rete i suoi archivi. Tramite il motore di ricerca sarà infatti possibile accedere alla lista completa dei parchi della zona, conoscere i nomi delle foreste e l'ubicazione dei ponti, individuare rapidamente i percorsi delle linee elettriche e disporre della mappa dettagliata di riserve minerali, di gas e di carbone.

giovedì 17 luglio 2008

Italia: boom dei domini Internet

I domini .it, che identificano il nostro paese sulla rete, hanno raggiunto a fine giugno quota 1,5 milioni.

Lo ha reso noto l’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa (Iit-Cnr) che, attraverso il Registro del ccTLD .it gestisce le registrazioni dei nuovi domini.

 

Il record delle registrazioni si è avuto a maggio, con 30.243 nuovi domini, ma comunque dall’inizio dell’anno i nuovi domini non sono mai scesi al di sotto dei 25 mila al mese.

Il Registro italiano, grazie al ritmo intrapreso nel corso di quest’anno, ha raggiunto così il quinto posto in Europa e il settimo nel mondo.

“Le cifre a nostra disposizione confermano l’Italia come quinta realtà del panorama Internet europeo e al settimo posto nella classifica mondiale. Questi risultati evidenziano che il mercato dei domini italiani è in salute e rappresentano un forte segnale di come Internet sia un fenomeno radicato nella nostra società”, ha commentato Domenico Laforenza, neo-direttore dell’Iit-Cnr e responsabile del Registro dei domini Internet .it.

“Siamo comunque determinati a migliorare il servizio, adottando il sistema di registrazione ‘sincrono’, che significa burocrazia ridotta al minimo e verifica dei risultati in tempo reale”, ha aggiunto.

Il progetto, che andrà a regime nel 2009, sarà accompagnato da un’inedita campagna di comunicazione che si propone di diffondere la cultura di Internet in Italia proprio tramite i domini .it.

Un obiettivo ambizioso che non ha precedenti nel nostro Paese, “ma è nostra convinzione che la promozione dei domini italiani sia determinante per uno sviluppo della cultura informatica che, se accompagnata da serie iniziative sul fronte delle infrastrutture di rete, può rappresentare un volano importante per l’economia dell’intero Paese”, ha sottolineato ancora il direttore dell’Iit-Cnr. “Nella nuova stagione del Registro e, più in generale, di tutto l’Istituto di ricerca pisano, c’è un’intensa attività focalizzata sull’Internet del futuro: uno dei capisaldi della strategia messa in atto dal Dipartimento delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni del Cnr. La sicurezza informatica, le ‘reti ovunque’, il calcolo ad alte prestazioni saranno i cardini di un’attività di ricerca che promette di incidere in maniera sempre più significativa nella nostra vita quotidiana”.

Con oltre 150 unità di personale impiegato e circa 10 milioni di euro di fatturato annuo, l’Iit-Cnr promuoverà attività di alta formazione, anche in collaborazione con le università e i poli d’eccellenza pisani, e il trasferimento tecnologico.

“Crediamo nella capacità di fare sistema, rafforzando la collaborazione con gli altri istituti del Cnr, gli enti pubblici e le associazioni che rappresentano il tessuto produttivo locale e nazionale”.

“Non meno importanti saranno quelle attività che, a livello internazionale, coinvolgono a pieno titolo soprattutto il Registro: e tra le prime questioni da affrontare, la ‘liberalizzazione’ dei top level domain Internet annunciata dall’Internet corporation for assigned names and numbers (Icann) impone un’attenta riflessione”, conclude Laforenza. (a.t)

Festival del Cinema di Locarno

Festival del Cinema di Locarno: ecco l'edizione 08giovedì 17 luglio 2008 19.17
Il presidente del Festival del Film di Locarno Marco Solari e il direttore artistico Frédéric Maire hanno presentato la 61esima edizione del festival svizzero, che si terrà dal 6 agosto al 16.
Durante la presentazione del programma, Maire ha definito "impertinente" la manifestazione che, pur volendo equilibrare la presenza europea e quella americana, il cinema d'autore e il cinema "spettacolare, di genere", sceglie affermando la propria autonomia.
Protagonista della Retrospettiva 2008 sarà Nanni Moretti, che, sottolinea Maire, la Svizzera vede per il suo valore artistico prima che come controverso personaggio della scena culturale e politica.
Nonostante gli italiani abbiano scelto di non presentarsi ai festival nazionali in segno di protesta per i cambiamenti della Finanziaria 2008, a Locarno solo tre film rappresenteranno il nostro paese: Mar Nero, nell'ambito del Concorso Internazionale, opera prima di Federico Bondi, Beket di Davide Manuli e Napoli Piazza Municipio di Bruno Oliviero nella sezione Cineasti del Presente. Molti italiani sono invece presenti nella programmazione di Ici&Allieurs, sezione non competitiva dedicata a film documentari e di finzione che offrano uno sguardo privilegiato sulla nostra epoca. Ospite di Piazza Grande sarà anche Alessandro Baricco, con l'opera prima Lezione 21.
Unica presenza italiana della Giuria del Concorso Internazionale è Paolo Sorrentino, autore di Il divo, che affiancherà nella selezione il regista svizzero Dani Levy, il regista giapponese Masahiro Kobayashi, la produttrice messicana Bertha Navarro, l'attrice francese Rachida Brakni e il regista serbo Goran Paskaljevic. Prenderà parte alla Giuria del Concorso Cineasti del Presente l'attore e regista italiano Corso Salani.
Una selezione delle pellicole provenienti dal festival di Locarno sarà presentata a Milano durante il consueto appuntamento, Panoramica, tra lunedì 8 e venerdì 12 settembre, e a Roma, nei giardini Piazza Vittorio, nell'ambito de I Grandi Festival, dal 31 agosto al 5 settembre.

lunedì 14 luglio 2008

Chiaiano, corteo pacifico contro la discarica:


«No all'esercito, no alle bombe carta»

Presidio militare nella discarica di Chiaiano

NAPOLI (12 luglio) - Ancora un lancio di bombolette di gas per campeggio contro la polizia. Per la seconda notte consecutiva (e per la terza volta in quattro notti) ordigni sono stati scagliati contro gli agenti.

Poco prima di mezzanotte due persone a bordo di una Peugeut hanno lanciato la bomboletta contro alcuni poliziotti del reparto mobile che si trovavano davanti al commissariato di Chiaiano, nel quartiere dove sorgerà la discarica. Non ci sono stati feriti, ma la beffa continua. Gli attentatori arrivano fino a pochi metri dal loro obiettivo agiscono indisturbati e poi fuggono.

E' il quinto attentato contro la polizia a Chiaiano. In tutte e cinque i casi i teppisti hanno lanciato bombolette di gas per campeggio. La Digos da circa un mese e mezzo sta indagando in tre ambienti: ultrà del Napoli di Marano, criminalità e area dell'antagonismo.

Corteo di protesta a Chiaiano. Circa mille persone si sono radunate davanti alla stazione Chiaiano della metropolitana di Napoli, da dove nel tardo pomeriggio è partita una manifestazione di protesta contro l'apertura della discarica nel quartiere. In testa al corteo un grande striscione arancione con la scritta: «Giù le mani della nostra terra». In prima fila, donne, anziani e bambini. Tra i manifestanti, anche padre Alex Zanotelli e alcuni politici locali, tra cui Carlo Migliaccio, presidente della Commisione ambiente del comune di Napoli.

Comitati: la nostra protesta è civile. «Quella delle bombe carta è una protesta che non ci appartiene». Così Carlo Migliaccio, presidente della Commissione ambiente dl comune di Napoli, commenta durante il corteo di protesta contro la discarica di Chiaiano, i lanci di ordigni contro le forze dell' ordine dei giorni scorsi. «La nostra è una aggregazione civile delle popolazioni di Chiaiano, Marano e Mugnano che deve puntare a isolare quelli che attraverso la violenza rischiano di inquinare la nostra battaglia finalizzata a che la discarica non si realizzi», conclude Migliaccio.

A settembre lo "jatevenne day", nazionale. Si è conclusa con il ritorno in piazza Rosa dei Venti la manifestazione di protesta contro la discarica di Chiaiano. Al corteo hanno partecipato circa 1200 persone che sono tornate al luogo simbolo della protesta adiacente a via Cupa dei Cani, la strada che porta alle cave di Chiaiano. La manifestazione si è svolta senza incidenti. «Dopo il buon successo del corteo di oggi - spiega Alfonso De Vita, del comitato contro la discarica - la nostra protesta continuerà nei prossimi giorni con iniziative sempre diverse, la fantasia non ci manca. Per settembre stiamo poi pensando a un grande j-day, cioè uno jatevenne day che porterà decine di migliaia di persone da tutta Italia qui a Chiaiano per dire no alla logica delle discariche e degli inceneritori»

Il ricorso della Ue contro l'Italia. Intanto è stato depositato alla cancelleria della Corte di giustizia europea del Lussemburgo il ricorso della Commissione europea per l'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania. La causa (C-297/08), che vede l'esecutivo Ue opposto all'Italia tuttavia, a meno della richiesta esplicita di una procedura accelerata, dovrà attendere diversi mesi prima di essere trattata. La Commissione aveva deciso di deferire l'Italia davanti alla Corte per l'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania il 6 maggio scorso. Ma l'Italia, come dichiarato in quell'occasione, conta di poter fornire a Bruxelles tutti gli elementi utili nei tempi previsti per una composizione della procedura.

Napoli: il presidente dell'Asia si dimette. «Lunedì rimetterò formalmente il mio mandato al sindaco, con la serenità di chi ha messo in campo tutto se stesso per aiutare la propria città». È quanto annunciato da Pasquale Losa, presidente dell'Asia - l'azienda di igiene ambientale della città di Napoli - in seguito alle polemiche aperte dalle dichiarazioni del premier Berlusconi sull'insufficiente lavoro domenicale dei dipendenti dell'azienda.

mercoledì 9 luglio 2008

Internet, i big dell'informatica uniti contro la mega-falla della sicurezza

 

Il problema riguarda il DNS e mette a rischio phishing tutti gli utenti della rete
Microsoft, Cisco, Sun hanno trovato insieme la soluzione diffusa in questi giorni

 

Internet, i big dell'informatica uniti contro la mega-falla della sicurezza

ROMA - Una grave falla, in grado di mettere a serio rischio la sicurezza della rete a tutte le latitudini, è stata scoperta quasi per caso, spingendo i big dell'informatica - fra cui Microsoft, Sun Microsystem e Cisco - a mettere da parte ogni rivalità per cercare insieme una soluzione. La "pezza" arriva questa settimana, sotto forma di patch, appunto, una correzione diffusa su larga scala per minimizzare i rischi di irregolarità e azioni fraudolente ai danni degli utenti mondiali di internet.
Il problema è emerso sei mesi fa e riguarda il DNS (Domain Name System), il sistema centrale che mette in relazione gli indirizzi dei siti e le pagine immagazzinate nei server, attraverso una stringa di numeri simile in qualche modo ad un numero di telefono. (es. 193.110.128.200)
Il mega-buco avrebbe permesso a pirati informatici di ridirigere qualsiasi indirizzo verso un altro, a loro scelta, controllando così il traffico mondiale, col rischio concreto di un proliferare di phishing (truffe online) e di furto di dati bancari e di altre informazioni private e sensibili.
La soluzione, assicurano le compagnie informatiche, è in fase di diffusione in questi giorni alle aziende e agli internauti, sotto forma di aggiornamento automatico dei sistemi operativi.
Ad accorgersi del problema è stato uno specialista in sistemi di sicurezza per la rete, Dan Kaminsky, della IO Active, che ha dichiarato alla France Presse: "Nessuna operazione di sicurezza di una tale portata è mai stata realizzata prima". Kaminsky ha anche messo in piedi un sito per permettere ai navigatori della rete di controllare se sono a rischio falla.

Invece di vendere alle aziende la sua scoperta, come spesso succede, in una collaborazione senza precedenti - viste le potenziali conseguenze del 'baco' - Kaminsky ha incontrato a marzo altri 16 ricercatori da tutto il mondo al campus della Microsoft a Redmond e tutti insieme hanno cercato una soluzione al problema.
"Sono incappato nella falla per caso, mentre guardavo qualcosa che non aveva niente a che fare con la sicurezza" racconta Kaminsky. Sui dettagli rimane volutamente vago per non fornire possibili armi a malintenzionati, ma ammette che il "problema riguarda tutto il mondo, di certo non solo Microsoft e Cisco". E per la prima volta, i big dell'informatica hanno deciso di lanciare insieme una diffusione di massa del correttivo su tutte le piattaforme informatiche, per mettere al sicuro il numero maggiore possibile di utenti.
(9 luglio 2008)

Pino Daniele e Napoli, un coro di felicità

 

L´entusiasmo dei 40mila in piazza Plebiscito. Fischi a Gigi D´Alessio

di Gino Castaldo

Una cosa è certa, Pino Daniele canta ancora Napul´è mille culure, ventisette anni dopo averlo fatto la prima volta in questa stessa piazza del Plebiscito, simbolo dell´incrocio urbanistico borbonico-cattolico del ventre della città. È la realtà che ora è cambiata. Il sole, il mare, certo, ma il paesaggio è dominato dai colori cupi dell´immondizia e del degrado. Ma i cantanti servono anche a questo: a far rinascere i colori, la voglia di riscatto tra le macerie. La più bella e celebrata canzone di Pino Daniele la cantano tutti insieme, come una languida "we´re the world" partenopea in questa serata dal sapore catartico per Napoli: il protagonista, il pubblico e poi Nino D´Angelo, gli Avion Travel, Giorgia, Irene Grandi, Chiara Civello e perfino Gigi D´Alessio fischiato dalla piazza (dove a un certo punto è apparso lo striscione, presto fatto levare, "ho pagato 25 euro per un camorrista") fin dalla presentazione dal palco di Milly Carlucci, lì per la discutibile diretta su RaiUno (canzoni interrotte per gli ospiti, per leggere un comunicato del presidente Berlusconi, per la pubblicità...).
Gli artisti sono sul palco tutti insieme - cosa insolita per l´ambiente musicale partenopeo, storicamente minato da invidie - per Napoli. Pino con la sua vecchia favolosa band, quella con James Senese, Tony Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso e Tullio De Piscopo a cantare Je so´ pazzo, Yes I know my way... e poi i musicisti che lo hanno accompagnato in trent´anni di canzoni. Nino D´Angelo divide il palco con D´Alessio, e soprattutto D´Alessio lo divide con Pino Daniele, dopo essersi mandati a quel paese per anni. «Che vuol dire essere diversi?», ha dichiarato Daniele «ho messo da parte il mio sessantottismo, e poi adesso per Napoli è il momento di mandare messaggi diversi. Gigi è uno che ha fatto la sua strada, in direzione pop, alla fine è come Eros Ramazzotti». Gigi D´Alessio è gongolante. Per lui è una vittoria sul campo, malgrado i sonori dissensi del pubblico: «Prima di tutto era Pino che parlava male di me, e io mi limitavo a reagire. Non avrei mai potuto dire che la sua musica non mi piaceva.

Sarebbe stata una bugia. Poi quando ci si incontra cambia tutto, ci siamo divertiti a suonare insieme. Sì, lo so, su quel palco mi vedono come un intruso, sono come l´Aids, da evitare. Ma non m´importa. È un momento bellissimo». Dunque un idillio. Tanto da affidare proprio a D´Alessio la rogna della serata, ovvero la canzone 'O scarrafone, con quel contestato verso: "questa lega è una vergogna". «Intanto c´è stata anche la Lega del sud» ha scherzato Pino Daniele, «e poi io ho già dato. Ho perso la causa con Bossi è ho pagato 40.000 euro, quindi la faccio cantare a D´Alessio». Il quale conferma e si dice imbarazzato sul fatto di cantare quel verso: «Del resto la canzone è di Pino, non posso mica cambiarla. La responsabilità è sua».
Sorrisi e gentilezze, dunque, nonostante le critiche di Daniele al Comune di Napoli («e non a Bassolino», ha precisato) in riferimento agli spostamenti di sede del concerto. Una minuzia.
La piazza con i suoi 40mila entusiasti spettatori è bella, emozionante, tranquilla anche se le avvisaglie della mattina davano segnali diversi. Disoccupati organizzati, riuniti in varie sigle, avevano occupato il palco, bloccato una linea della metropolitana... È finita con dieci arresti, una trentina di denunce a piede libero. Ben ottomila spettatori hanno chiesto il rimborso del biglietto quando si è scoperto che il concerto era spostato a piazza Plebiscito dove di solito si va senza biglietto. E saggiamente l´organizzazione ha lasciato entrare a piccoli gruppi quelli rimasti fuori (almeno 10mila, oltre i 30mila paganti, compresi quelli che hanno versato 50 lattine per un ticket per la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata) per non avere vuoti imbarazzanti e nè problemi di ordine pubblico. La diretta Rai esigeva un certo decoro.

(09 luglio 2008)

martedì 8 luglio 2008

Artisti e Artigiani prenotatevi nella nuova Galleria virtuale

Vedi Opportunita'La nuova Galleria virtuale è visibilita' nel mondo

Il "Concorso Nazionale di Fotografia Vittorio Bachelet", nasce il 1 Marzo 1980, in un Quartiere di Roma, promosso da Fabrizio Fratangeli con gli amici della prima ora, Andrea, Roberto, e poi tutti gli altri che succedutisi nel tempo, come Giovanni Storchi, e dal 1987 i Volontari dell'Associazione "Nuova Era" di Roma, hanno offerto il loro contributo in questi anni.
Il "Concorso Nazionale di Fotografia Vittorio Bachelet" può essere considerato come una manifestazione ricca di significati o come un'iniziativa priva di senso. Dipende da molteplici fattori quali la motivazione di chi organizza, la sensibilità di chi partecipa, l'ambiente sociale nel quale si svolge, l'oggetto prescelto, il fine ultimo sovente inconscio, l'entusiasmo e la disponibilità di chi lo rende possibile.
Il "Concorso Nazionale di Fotografia Vittorio Bachelet" non deve comunque essere, solo l'esibizione di fotografie belle o brutte che siano, ma deve poter evidenziare i "fotografi" in quanto esseri umani con il loro mondo intimistico e il singolare modo di guardare ciò che li circonda continuando a rimanere incantati, e testimoni del tempo che viviamo, attraverso un linguaggio universale che è quello dell'Arte Fotografica.
Nel 1998 accogliendo una proposta di Luca Pagni e Lucio Valerio Pini, promotori del  "Comitato per la Promozione della Fotografia C.P.F." Fabrizio Fratangeli ha richiesto ed ottenuto l'intitolazione di un intero gruppo toponomastico alla Fotografia e ai fotografi: Tina Modotti, Louis Da Guerre, Giacomo Brogi, Giacomo Caneva,Giorgio Summer, Lorenzo Suscipj, nel Quartiere Ardeatino. L'iniziativa è stata ufficializzata nel corso del Concorso Bachelet. 
Il promotore dell'iniziativa, Fabrizio Fratangeli, dopo il cammino di volontariato vincenziano, promuove il 14 luglio del 1987 in Roma, un'organizzazione di volontariato non governativa ma di cooperazione solidale, chiamata "Nuova Era", e, proprio nel contesto di questo programma, è conferito, annualmente (dal 1990), il Premio Solidarietà " Vittorio Bachelet", a persone, gruppi, organizzazioni umanitarie, che si distinguono nella promozione della pace, della dignità umana e della verità.
Questo ha cercato di essere il "Concorso Nazionale di Fotografia Vittorio Bachelet" giunto alla edizione 29, con Patrocinio FIAF n° 2008 Q (valido statistica F.I.A.F.), con foto da inviarsi entro il 18 Novembre 2008, compilando i moduli di partecipazione scaricabili da http://www.photographers.it/articoli/bachelet.htm
Di particolare interesse il tema fisso di quest’anno “La bellezza della vita, nonostante tutto” Nonostante gli handicap, le brutture e le difficoltà della vita è possibile coglierne la bellezza…
Nel corso della CERIMONIA DI PREMIAZIONE prevista Sabato 6 Dicembre 2008 ore 17,30 presso Aula Magna C.E,I.S. (Centro Italiano di Solidarietà) Via Attilio Ambrosini, 129 - Roma saranno presenti tra gli altri Susanna Agnelli, Presidente di Telethon, che riceverà il Premio Solidarietà 2008

Annita Garibaldi Jallet,  pronipote dell'Eroe dei due mondi e Vicepresidente A.N.V.R.G. a cui sarà presentato il nuovo toponimo "Alessandro Pavia: Fotografo dei Mille (n.1826 - m. 1889)" voluto dal C.P.F. Comitato per la Promozione della Fotografia, di Luca Pagni e Lucio Valerio Pini, e promosso da Fabrizio Fratangeli, già Delegato alla Cultura nel Municipio XI del Comune di Roma.
Links http://www.circolifiaflazio.it/experiences.html - http://www.fiaf-net.it/home/nazionali.php

CINEMA/'INVISIBILI' SU OPERAI THYSSEN VINCE 'SOCIAL CINEMA AWARD'

 
Il docu-film di Luca Nanni tratto da inchiesta di Ezio Mauro
postato 1 giorno fa da APCOM
ARTICOLI A TEMA

Roma, 6 lug. (Apcom) - Il docu-film 'Invisibili' di Luca Nannini per RaiSat Extra sulla tragedia della Thyssen di Torino ha vinto il 'Social Cinema Award', assegnato dall'Accademia Internazionale Arte Ischia alle produzioni cinematografiche e televisive dagli alti contenuti nell'ambito del 'Social Cinema Forum - Respecting Human Rights'.

Tratto dall'inchiesta giornalistica del direttore del quotidiano 'La Repubblica' Ezio Mauro, il programma è costruito attraverso la trasposizione drammaturgica dei fatti realmente accaduti nell'acciaieria torinese il 5 e il 6 dicembre dello scorso anno. Il video, che prende spunto dalla lettura teatrale che Paola Cortellesi, Claudio Gioè e Valerio Mastrandrea hanno recentemente interpretato all'Ambra Jovinelli di Roma, si propone di ricordare le vittime di quella tragedia: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Rocco Marzo, Giuseppe Demasi.

"'Invisibili' è un contributo straordinario, un grande docu-film che coniuga televisione di servizio e performance artistiche. E' importante ricordare - spiega Giancarlo Carriero, presidente dell'Accademia - che pochi giorni fa, con una petizione, 80 parlamentari hanno chiesto alla Rai di trasmettere questo straordinario programma sulle reti generaliste proprio come contributo alle iniziative di sensibilizzazione sul tema delle morti bianche".

L'evasione record dei cantieri edili

 

È Napoli l´inferno del fisco. Case, cifre truccate: i costruttori non dichiarano i ricavi. Negozi, solo 4 scontrini su 10. Offensiva della Finanza: controlli ai mutui di chi compra e i bilanci di chi vende
 
Cinquecento napoletani hanno ricevuto dalla Finanza un questionario, altri un invito in caserma. Giorni di ansia. Ma i timori sono svaniti subito: ufficiali cortesi, qualche domanda sull´acquisto della casa, quasi sempre la prima. Ma anche sul tipo di mutuo, sulla banca scelta e perché, su eventuali assegni posticipati e girati alle imprese.

Incontri brevi e solite parole: una formalità, grazie e arrivederci. È invece cominciata nella provincia di Napoli una nuova strategia per scoprire l´evasione fiscale in Italia. Sotto tiro i costruttori: quando vendono gli immobili, dichiarano correttamente le cifre? Solo uno su 31. La proiezione indica quindi solo il tre per cento di dichiarazioni fedeli. Passano per il cemento le vie del nero.

La Finanza ha un reparto speciale a Roma. Studia progetti. Questo si chiama "Domus". Gli ufficiali dell´Intelligence hanno carpito delle incongruenze. E indicano le imprese edili napoletane obiettivi interessanti. C´è un divario troppo ampio per non insospettire i finanzieri: la terza provincia in Italia per numero di imprese (263.940) è la quart´ultima per "densità imprenditoriale". Cioè, sono moltissime ma producono pochissimo, possibile? O dichiarano di produrre meno per evadere il fisco?

Il colonnello Giuseppe Bottillo, comandante provinciale di Napoli, ha fatto partire l´indagine dalle banche. Chi ha contratto un mutuo, e per quale somma. Acquisiti i dati, arricchiti da questionario o colloqui, la Finanza li ha confrontati con quelli delle imprese edili. Tra il mutuo per la casa e la dichiarazione di vendita nei bilanci dell´impresa c´è quasi sempre una differenza del 25-30 per cento. Il costruttore dichiara meno, quindi. Evade. Risparmia Iva e Irap.

L´evasione finora accertata è di 69 milioni di euro, quasi 140 miliardi di lire. Quella contestata ad una sola impresa di Frattamaggiore è di 5,7 milioni. I gruppi che hanno redatto i primi verbali sono in provincia. Una classifica provvisoria indica i centri più trasgressivi: Giugliano, Acerra, Frattaminore e Frattamaggiore, Marano, Sant´Antimo, Afragola. Il generale Vito Bardi, comandante regionale, li ha trasmessi a Roma. Un successo per il suo comando. Ha già esteso le verifiche a tutta la Campania.

Sono stati scelti i mutui per la prima casa, perché considerati i più trasparenti. Consentono un recupero del 19 per cento di interessi passivi, se l´acquirente non vende in cinque anni l´immobile. Conviene dichiarare tutta la cifra. Per trenta imprese, vi sono almeno 500 contratti da esaminare con i controlli incrociati. Questa operazione ha già messo in allarme molti operatori economici. Rischiano abbastanza. «L´Erario recupera subito le imposte sul reddito e l´Iva su tale differenza», spiegano gli esperti. La legge (244/2007) consente alla Finanza di proporre alla magistratura il sequestro dei beni per una somma equivalente. Un sequestro preventivo.

L´offensiva fiscale non si ferma ai cantieri edili, controllati anche dopo le gara d´appalto vinte con forti ribassi. È fondato pensare che abbia lavoratori in nero e basse condizioni di sicurezza nel lavoro. È quasi pronto un allarmante dossier. La esasperata concorrenza induce anche altre imprese a far peggio, a violare etica e sicurezza per non uscire dal mercato. Nel 2008, i gruppi territoriali di Napoli 1, Giugliano, Torre Annunziata hanno infittito i controlli degli scontrini e delle ricevute fiscali. Sono in regola quattro su 10. La media riguarda la provincia, in città sono minori le violazioni. I negozianti rischiano la chiusura alla quarta contestazione in cinque anni. Ogni mese, almeno quattro sospendono l´attività.

Accade anche l´inverso. C´è chi emette più scontrini, chi simula una maggiore produzione o vendita per giustificare maggiori ricavi. È frequente il riciclaggio di danaro sporco, i soldi di estorsioni e traffici di droga sono ripuliti da bar, negozi, ristoranti. Cinque tra i più eleganti, sul lungomare e a Mergellina, sono stati l´inverno scorso perquisiti e sequestrati. Collegati alla camorra. Per non pagare più soldi al fisco, il riciclaggio spinge ad altri reati: gonfiare le spese ufficiali, con false fatture. L´Italia scopre a Napoli il suo inferno fiscale.

giovedì 3 luglio 2008

 

Jervolino220 L'incredibile non conosce confini. Perché le notizie sullo spreco nel Comune di Napoli superano ogni decenza. L'ultima riguarda le spese per i telefonini. Secondo l'ex assessore Donata Rizzo D'Abundo le bollette lo scorso anno sono arrivate a 600 mila euro. E quest'anno la situazione non è migliorata. In quattro mesi soltanto i 60 cellulari assegnati ai consiglieri comunali hanno consumato 57 mila euro di telefonate: una cifra sorprendente. Sindaco e assessori - che si ritiene abbiano una quantità maggiore di conversazioni legate al loro incarico - in due mesi ne hanno spesi soltanto 4.600, con una nota di merito sulla sobrietà personale di Rosa Russo Iervolino che si è fermata a 203 euro. Tra i consiglieri ci sono dei maratoneti del telefonino. Enzo Russo del Pd risulta avere fatto pagare 7.500 euro in due giorni: una cifra che non si riesce a spiegare e che l'interessato si è detto pronto a rimborsare. Il record stagionale è di Andrea Santoro di An: circa 9.000 euro di cellulare a carico del municipi in quattro mesi. Leonardo Impegno  (Pd) lo segue con 7983, terzo Umberto Minopoli (Fi) con 4387. Ci sono anche casi virtuosi, o forse semplicemente normali: Massimo Paolucci (Pd) e Stanislao Lanzotti (Udc), che restano sui 10 euro al mese. Un segno di speranza in una palude che affonda la credibilità delle istituzioni.

La lettera a Berlusconi del Sindaco di Acerra





Manifesto del lutto




Nel ringraziarLa per l’invito all’incontro per il primo
luglio, in occasione della quarta venuta a Napoli, e del sopralluogo
presso il cantiere dell’inceneritore di Acerra, testimonianza di una
forte preoccupazione e sentita discontinuità nell’affrontare
l’emergenza rifiuti che vive il territorio della Regione Campania,
sento il dovere istituzionale di segnalarLe l’opportunità di
intraprendere con decisione un’altrettanta discontinuità rispetto al
passato: riconciliare lo Stato e le sue articolazioni con il territorio
e la comunità di Acerra






Le ricordo, infatti, brevemente le tappe della nostra storia in questi ultimi anni:

- con una sua ordinanza dell’agosto del 2004, in assenza di una
valutazione di impatto ambientale, si consentì l’inizio dei lavori di
costruzione dell’inceneritore di Acerra disponendo, nel contempo, che
si avviasse un aggiornamento della verifica di compatibilità ambientale
dell’intervento;

- ad esito dei lavori della Commissione per la Valutazione dell’Impatto
Ambientale incaricata delle attività di tale verifica di compatibilità,
con decreto del 22.2.2005 il Ministro dell’Ambiente del suo governo
emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico
dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici
matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la
costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto
potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti
ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998;

- il 15 dicembre 2005 il Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti
ha rescisso il contratto con la FIBE, costruttore e gestore
dell’impianto progettato oltre 10 anni fa, per gravi inadempienze
nell’assolvimento degli obblighi previsti dal contratto;

- negli ultimi mesi la Procura di Napoli ha inquisito molti manager
della FIBE e vari funzionari del Commissariato Straordinario di Governo
per l’emergenza rifiuti, ipotizzando la commissione di reati di
particolare rilievo penale quali la “truffa aggravata e continuata ai
danni dello Stato”, “la frode contrattuale in pubbliche forniture”,
ecc.;

- nel febbraio del 2008 con due ordinanze consecutive il presidente del
Consiglio dei Ministri, on. Prodi, ha ridotto ogni garanzia di tutela
ambientale di questo territorio stabilendo che nell’inceneritore di
Acerra potessero essere bruciate anche le cosiddette “ecoballe
taroccate”, così definite dalla magistratura napoletana;

- con il decreto-legge n. 90 dell’aprile scorso il suo governo è
ulteriormente intervenuto azzerando completamente le garanzie di tutela
di questo territorio, autorizzando la messa in esercizio
dell’inceneritore di Acerra, prima ancora della conclusione dei lavori
ed il loro collaudo, e stabilendo che nello stesso può essere bruciato
il rifiuto “tal quale” ovvero quello nel quale continuano a ritrovarsi
rifiuti radioattivi.


Come può ben valutare da questa breve sintesi degli avvenimenti,
questa città, nelle sue articolazioni associative civili e religiose,
insieme all’Amministrazione comunale che ho l’onore di guidare proprio
dal primo luglio di quattro anni fa, ha attuato un’azione civile e
democratica di cittadinanza attiva a tutela del proprio territorio: una
vera e propria legittima difesa per difendersi dagli errori e dai
soprusi perpretati nella decisione della localizzazione e nella
costruzione dell’inceneritore in Acerra.

Purtroppo finora i Commissari Straordinari di Governo che si sono
succeduti, e la stessa Regione Campania, nell’assoluta latitanza di
tutta la politica campana, in nome dell’emergenza si sono tutti
rifugiati sbrigativamente nei luoghi comuni, definendoci, tutti ed
indistintamente, sindaci, vescovi, società civile, come “popolo dei no”
o come “inconsapevoli favoreggiatori della camorra”.

Altre volte siamo stati definiti come “comunità egoista” in quanto gli
inceneritori ormai sono stati costruiti e funzionano in tutto il mondo,
dal centro di Vienna alla periferia di Brescia, omettendo di precisare
che le criticità del contesto ambientale e territoriale di Acerra non
le ritroviamo certo a Vienna, e sorvolando dolosamente sulle ragioni
per cui in questa Regione Campania i poteri commissariali vigenti da
oltre quattordici anni hanno speso circa due miliardi di euro per
condurci in questa drammatica emergenza.

Noi ci definiamo il popolo dei “sì inascoltati”:

- “sì” ad un vero Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti che disciplini a monte una riduzione della produzione dei rifiuti;

- “sì” ad un piano di sostegno organizzativo, amministrativo e
finanziario, che aiuti i comuni della Campania ad avviare una moderna
ed integrale raccolta differenziata, anziché limitarsi a sanzionare
finanziariamente i comuni rendendo, di fatto, sempre più difficoltoso
l’avvio della raccolta differenziata;

- “sì” alla costruzione di una rete di stazioni ecologiche che
consentano il massimo riciclo del rifiuto come risorsa e non come
problema;

- “sì” all’avvio di una bonifica integrale dei nostri territori saccheggiati dai traffici illeciti di rifiuti tossici e nocivi.

Per la storia che l’emergenza rifiuti ha avuto nella nostra città,
medaglia d’oro al merito civile concessa con DPR del 17.6.1999, Le
chiedo di aprirsi ad un confronto con questa comunità sulle
problematiche ambientali e sulla questione inceneritore, partendo da
una certezza: la comunità di Acerra in questi anni ha surrogato e
sostituito le carenze e le lacune dei poteri dello Stato e della
Regione Campania, con una vigilanza democratica ed una capacità di
supplenza dei doveri altrui che è un patrimonio di valori da tutelare
alla stregua delle questioni ambientali.

In ragione di ciò Le chiedo di avviare, senza indugio, un processo di
riconciliazione con questa comunità e la sua Amministrazione comunale
smilitarizzando il territorio ed aprendo un confronto democratico sulle
drammatiche questioni dell’emergenza rifiuti: dopo il sopralluogo che
terrà oggi al cantiere dell’inceneritore, La invito a tenere la
conferenza stampa presso il Castello Baronale di Acerra, luogo
dell’identità storico-culturale della nostra comunità e cornice più
adeguata ad una visita di un Capo di Governo che onorerebbe la città di
Acerra.

Non è da noi che lo Stato deve difendersi insediando le forze armate sul nostro territorio!

Non è da questa città, da questa comunità civile e religiosa, da questa
Amministrazione comunale, che lo Stato deve difendersi!…ma da quella
cattiva gestione commissariale e dall’irresponsabile modo di governale
il processo di smaltimento dei rifiuti che ha condotto queste terre
nell’infermo della drammatica emergenza e di cui tutti noi siamo
vittime.

Acerra, 1 luglio 2008

IL SINDACO

Espedito Marletta

INTERNET: STOP ALLE TELEFONATE, SI PARLA IN RETE

L'Instant messaging sta pian piano soppiantando il telefono.
Un fenomeno che è nato con le giovani generazioni ma che ora vede
protagonisti anche gli adulti i quali, ormai, trascorrono buona parte
del tempo lavorativo, e non, collegati a servizi di Im. E' quanto
emerge da una ricerca, presentata oggi a Milano, condotta da Nextplora
per conto di Microsoft Online Service Group su un campione di 1058
persone che usano abitualmente internet.


L'Instant
Messaging (Im) è un sistema che passa per la Rete e grazie al quale si
può scambiare file, messaggi di testo e parlare via microfono o webcam,
utilizzato oramai dal 70% dei 'navigatori' italiani, non solo giovani
ma anche over 45, soprattutto donne con la voglia di fare nuove
amicizie e non perdere quelle storiche.

Dalla ricerca emerge
che il tempo che si passa al telefono è diminuito del 30% da quando
sono stati introdotti i servizi di messaggistica istantanea (utilizzati
in Italia da oltre 14 milioni di utenti), mentre il tempo di
navigazione su internet é aumentato del 40%. Per l'85% degli
intervistati, infatti, l'Im è una vera e propria alternativa al
telefono ed è anche meglio di una e-mail. "E' l'unico sistema che mi
consente di mantenere contatti con amici che altrimenti non sentirei
mai", è la risposta che accomuna giovani e adulti, donne e uomini.

L'Im
è anche il modo di comunicare preferito dai ragazzi tra i 16 e i 24
anni, che sono i più capaci a gestire la folla di amici in rete e
passano in media 4 ore al giorno a 'messaggiare' su internet. Qualcuno
(il 20%) ci ha perfino trovato l'amore. A batterli però ci pensano i
più grandi che sul posto di lavoro passano quasi 5 ore al giorno
collegati a servizi di Im, principalmente per contattare i colleghi
(71%). E anche le donne non si lasciano sfuggire l'opportunità: tra le
over 45 più della metà (56%) dichiara di utilizzarlo almeno una volta
alla settimana, soprattutto per inviare fotografie di vacanze o viaggi
ad amici o le cosiddette 'faccine' simpatiche (gli 'emoticon'), proprio
come fanno i più giovani. "Le donne - ha spiegato il presidente di
Nextplora, Andrea Giovenali - lo usano soprattutto per mantenere
relazioni affettive, mentre gli uomini sono più freddi: vogliono
comunicare rapidamente e sanno che dà risposte immediate ed è un mezzo
informale". Quando si torna dal lavoro o si chiudono i libri cresce
anche la voglia di sentire gli amici su internet.

E' la fascia
oraria che va dalle 20,30 alle 22,30, infatti, quella che registra il
picco di accessi all'Im. Tra le 20 e le 21, ad esempio, in Italia
vengono scambiati ogni giorno 41 milioni di messaggi via internet.
"Questo dato - ha chiarito Giovenali - dimostra che l'Im fa concorrenza
alla prima serata della televisione". Anche se è vero che si può
benissimo 'messaggiare' o telefonare via internet e contemporaneamente
fare altro, come guardare la tv. Anche se il 77% preferisce 'navigare'
e il 43% ascoltare musica. Leader del settore resta Windows Live
Messenger, come ha spiegato Luca Colombo, direttore marketing di
Microsoft: "Su 14 milioni di utenti, 12 utilizzano Messenger". Al
secondo posto, secondo la ricerca, c'é Skype col 14% degli
utilizzatori, seguito da Yahoo Messenger col 6%. "L'Im - ha proseguito
Colombo - cresce di anno in anno. E' il primo prodotto per raccolta
pubblicitaria e verrà sempre più utilizzato in ambito lavorativo,
perché permette di comunicare risparmiando".

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