Acqua bene comune, ma 2,5 miliardi di persone non ne hanno
Per la sedicesima volta, si celebra il 22 marzo la Giornata mondiale dell'Acqua: quest'anno la Giornata è dedicata al tema dell'importanza dei servizi igienici, a cui non hanno ancora accesso 2,6 miliardi di persone, esposte a diversi rischi sanitari. Di questi, 980 milioni sono bambini.
Non si tratta di scarsità di risorse, ma di una vera e propria «mancanza di volontà politica». Lo denuncia il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon: «Siamo ancora ben lungi dal raggiungere gli obiettivi del Millennio – ha spiegato – gli esperti prevedono che nel 2015, ancora 2,1 miliardi di persone non avranno strutture igieniche di base; al ritmo attuale, nell'Africa subsahariana, l'obiettivo non sarà raggiunto prima del 2076».
Insomma, altri settant’anni per veder realizzato un diritto fondamentale. Che quando è negato porta morti, giornate scolastiche perse, malattie, malnutrizione e povertà. E che può diventare causa di «conflitti internazionali». Lo spiega, in occasione della Giornata mondiale, il sottosegretario allo Sviluppo del governo britannico, Gareth Thomas che decrive per il futuro scenari ancora più minacciosi: «L'aumento delle temperature, unito a rigidità atmosferiche – infatti – determinerà una maggiore richiesta di risorse idriche».
In Italia la campagna è seguita in particolare dalla Sinistra Arcobaleno. Il candidato premier Fausto Bertinotti ha inviato una lettera al quotidiano Il Manifesto, in cui ricorda che «l'accesso all'acqua deve essere garantito, non può essere negato, né comprato e venduto perché non si può comprare e vendere la sopravvivenza». Secondo Bertinotti – che nel suo programma di governo ha inserito la proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica, già sostenuta da 400 mila firme – «molti, troppi, in Italia hanno idee diverse e spingono per la privatizzazione, nelle destre e nel Pd. La Sinistra Arcobaleno no, in modo netto e inequivocabile».
Anche Angelo Bonelli dei Verdi rinnova l’impegno e ricorda che «l'acqua - aggiunge - è un bene pubblico di tutti il cui accesso deve essere garantito a tutti. È necessaria una grande opera infrastrutturale per ristrutturare le condutture e gli acquedotti in modo da abbattere le dispersioni e gli sprechi delle risorse idriche in modo da garantire i diritti di tutti i cittadini. Non è concepibile - conclude - che ancora oggi ci siano parti dell'Italia o zone di grandi città dove l'acqua deve esser portata con le autobotti».
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