L’artista bresciano tra i grandi protagonisti della decima edizione del Comicon: “Per diventare dei veri fummetisti i giovani dovrebbero conoscere gli autori del passato”
E allora cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere questo mestiere?
Per un giovane è sempre difficile iniziare questo lavoro. L’importante è non avere paura delle difficoltà e soprattutto confrontarsi con i maestri del fumetto mondiali. Non ci si può illudere di fare un buon disegno e pensare di essere dei bravi autori. Ma purtroppo il fumetto è un media che non ha memoria, spesso i giovani cercano di rifare quello che hanno letto l’anno prima senza conoscere i vecchi autori. Forse perchè è un mezzo “vivo” che si rinnova continuamente e non guarda indietro.
Anche per il giovane Mattotti è stata così dura?
Molto, infatti non tornerei indietro. I primi anni per me sono stati frustranti: ho pubblicato il mio primo lavoro, “Alice brum brum”, solo nel ‘77, e nel 1980 ho iniziato le collaborazioni con Linus. Però è stato un periodo molto utile perché mi ha permesso di testare la mia ostinazione e provare disegni e stili per diventare poi un professionista.
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